Psicologo e psicologo online devono avere ben chiari i fondamenti della psicoanalisi e dei basilari contributi teorici e clinici di Sigmund Freud. Un clinico competente e preparato non può non fare riferimento, anche in minima parte, a questi fondamenti: la pratica clinica di Freud, così come i suoi studi sull’isteria, hanno trasformato radicalmente non solo il modo di approcciarsi al paziente con problemi psicologici o psichiatrici ma anche trasformato il modo di concepire l’uomo e il suo funzionamento mentale.
Con questo articolo inizieremo un’ampia rassegna del complesso e articolato lavoro di Sigmund Freud che ha portato alla nascita della psicoanalisi e alla scoperta dell’inconscio. Questo percorso ha inizio da un disturbo psichico che all’epoca di Freud era di difficile comprensione: l’isteria.
Gli inizi della pratica clinica e della formazione squisitamente psicologica di Freud ruotano intorno allo studio dell’isteria, un disturbo psichico che affliggeva particolarmente le donne e che all’epoca di Freud non veniva presa in considerazione dalla psicologia scientifica,in quanto non correlata a correlati neurofisiologici e non collegata a fenomeni scientificamente osservabili. Nel 1885 Freud decide di seguire a Parigi i corsi del professor Charcot sull’isteria. Egli cercava di risolvere i problemi di isteria attraverso l’ipnosi.
Charcot riteneva che l’isteria fosse una patologia esclusivamente femminile e che le donne isteriche fossero notevolmente reattive al metodo ipnotico. Il famoso studioso francese ipotizzava che cadessero in ipnosi le persone psichicamente fragili.
L’ipnosi praticata da Charcot prevedeva tre fasi: 1) la fase letargica che consisteva in uno stato di profondo rilassamento; 2) la fase catalettica, fase in cui si assisteva alla paralisi degli arti; 3) fase sonnambolica, caratterizzata da movimenti e produzioni verbali non consapevoli. Le pratiche ipnotiche presentavano un duplice effetto: esse erano in grado sia di produrre che di far scomparire la sintomatologia isterica. In che modo? Durante la pratica ipnotica venivano riportati alla luce i sintomi isterici; dopo la pratica ipnotica, a seguito degli ordini ipnotici impartiti dall’ipnotista nella fase finale dell’ipnosi, i sintomi isterici sparivano.
Alla luce di queste scoperte, Freud giunse alla conclusione che l’isteria è provocata da meccanismi psichici e non organici e che pertanto è curabile attraverso l’ipnosi.
A questo punto Freud decide di approfondire il tema dell’isteria e nel 1889 si trasferisce a Nancy per assistere alle lezioni del prof. Bernheim, importante medico e neurologo dell’epoca. A differenza di Charcot, Bernheim non riteneva efficace il metodo ipnotico per molteplici motivi. Innanzitutto egli riteneva l’ipnosi una semplice condizione di affievolimento della coscienza riconducibile al sonno. Inoltre l’ipnosi si fonderebbe principalmente sul fenomeno della suggestione. Gli effetti dell’ipnosi sarebbero poi di breve durata, in quanto i sintomi si ripresenterebbero dopo pochi giorni rendendo il paziente del tutto dipendente dall’ipnotista, in quanto costretto a ripetere continuamente le sedute di ipnosi. Infine Bernheim era convinto che non tutte le persone potessero essere ipnotizzate.
Le lezioni del professor Bernheim arricchirono ulteriormente il bagaglio di conoscenze sulla cura dell’isteria andando ad evidenziare alcuni limiti del metodo ipnotico. Nel proseguo del suo percorso professionale e formativo, Freud strinse un forte legame con il prof. Breuer, affermato medico e psichiatra austriaco. A quei tempi, il prof. Breuer aveva in cura Anna O., una giovane donna che soffriva di una grave forma di isteria che si manifestava sottoforma di sintomi fisici molto drammatici e al tempo stesso “teatrali”. Lo studio del caso di Anna O. rappresenta un evento che farà da spartiacque per Freud e per la formulazione del suo metodo psicoanalitico.
Nel prossimo articolo approfondiremo questo aspetto e le ulteriori tappe del percorso di formazione di Freud che porterà alla nascita della psicoanalisi.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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