Come gestire il panico? Posta in questi termini, sembra la classica “domanda da 1 milione di dollari”. Per capire come gestire il panico non bastano delle piccole “formulette magiche” o semplici esercizi, come spesso si vede su molti profili social che ultimamente vanno per la maggiore: possono essere di supporto ma ovviamente non possono essere efficaci in senso assoluto, in quanto ognuno di noi presenta una sua particolarissima soggettività, e di conseguenza una sua personalissima modaità di affrontare e gestire il panico e gli attacchi di panico.
Però la domanda rimane: come gestire il panico? Nel senso, come cercare di fronteggiare il più efficacemente possibile i problemi di panico, in attesa di un percorso psicologico o un percorso psicologico online in grado di gestire il panico e le cause profonde del panico a 360 gradi?
Il disturbo da panico è uno dei disturbi psichici più angoscianti e opprimenti che si possano vivere, in quanto compromette la qualità della vita intromettendosi in maniera infida nella quotidianità delle persone. Esso è caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti che sono spesso accompagnati da ansia anticipatoria persistente, frequenti comportamenti di evitamento delle situazioni fonte di ansia e forte preoccupazione per le conseguenze dell’insorgenza di un attacco di panico… Coloro che ne soffrono, nel momento in cui vivono l’episodio di panico, temono che esso avrà delle conseguenze catastrofiche, come perdita di coscienza, follia, addirittura morte. Un brutto vivere insomma. Ma come affrontare il problema nel concreto?
Concentriamoci per un momento su come gestire il panico nell’immediato, nel “qui e ora”, per capire se ci sono dei modi per tamponarli. Gli attacchi di panico rappresentano un fenomeno psicopatologico frequentemente trattato attraverso la somministrazione di farmaci. Tra questi, i più comunemente prescritti includono gli Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI), che sono antidepressivi, e le Benzodiazepine, utilizzate come ansiolitici. In alcune circostanze, si ricorre a una combinazione di entrambi per ottenere un effetto terapeutico ottimale.
Tuttavia, esistono situazioni in cui è possibile imparare come gestire il panico senza l’uso di farmaci. Affrontare direttamente le situazioni che innescano gli attacchi di panico diventa di cruciale importanza. Questo approccio è particolarmente rilevante quando la prescrizione di farmaci non è fattibile, come nei casi di soggetti con paura dei farmaci (farmacofobia) o nei bambini. Inoltre, si evita l’uso di farmaci quando gli effetti collaterali risultano così significativi e debilitanti da compromettere la qualità della vita del paziente.
Il primo passo fondamentale per comprendere come gestire il panico consiste nel riconoscere la natura degli attacchi stessi. La diversità dei sintomi può rendere difficile per il paziente identificare un attacco di panico, poiché spesso questi sintomi vengono erroneamente attribuiti a condizioni fisiche organiche. In altri casi, il paziente potrebbe evitare di affrontare l’argomento per sentimenti di vergogna o pudore. Solo una volta riconosciuta l’esistenza degli attacchi di panico, è possibile comprendere che ignorarli non è utile. È essenziale comprendere che gli attacchi di panico sono manifestazioni intense di stati d’ansia.
Per apprendere come gestire il panico, è indispensabile rivolgersi a un esperto. Un professionista della salute mentale può effettuare una diagnosi precisa utilizzando strumenti psicodiagnostici. Dopo la prima fase di psicodiagnosi, è consigliabile intraprendere un percorso di psicoterapia. La psicoterapia aiuta i pazienti a gestire gli attacchi di panico lavorando sui disagi psicologici sottostanti. Questo percorso terapeutico può essere condotto in sinergia con la terapia farmacologica, qualora quest’ultima sia indicata.
In sintesi, sapere come gestire il panico è essenziale per chi soffre di questi episodi. Che si tratti di affrontare i fattori scatenanti senza farmaci, riconoscere i sintomi o cercare l’aiuto di un professionista, apprendere come gestire il panico è un passo cruciale verso il miglioramento della qualità della vita del paziente.
Ma concentrando proprio sul momento specifico in cui insorge l’attacco di panico, come possiamo gestire il panico nel “qui e ora”? Nell’immediato della profonda condizione ansiogena? Di fronte a un attacco di ansia, è fondamentale sapere come gestire il panico per evitare che l’episodio diventi ancora più debilitante.
Un suggerimento prezioso per ricordare come gestire il panico consiste nel ristabilire un ritmo respiratorio regolare, utilizzando tecniche come la respirazione diaframmatica. Questa tecnica non solo contribuisce a regolare il respiro ma permette anche di accogliere le emozioni evitando di reprimerle. Dopo aver stabilizzato il respiro, il passo successivo per comprendere come gestire il panico consiste nell’individuare i fattori interni che hanno scatenato l’attacco di ansia.
Quando l’ansia diventa incontrollabile e causa un notevole disagio, è necessario intraprendere un percorso psicoterapeutico. Un professionista della salute mentale può fornire indicazioni su come gestire il panico costruendo un percorso terapeutico su misura. Questo percorso si focalizzerà sulla scoperta e l’analisi approfondita delle cause che hanno scatenato l’ansia, così come sulla creazione di nuovi modelli comportamentali che il paziente può adottare per controllare gli attacchi di ansia e imparare a gestirli efficacemente.
Il trattamento degli attacchi di ansia spesso include l’uso di farmaci il cui obiettivo è tenere sotto controllo i sintomi fisici. Tuttavia, per sapere come gestire il panico, si possono impiegare anche diverse tecniche di rilassamento. Queste includono il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson e la respirazione diaframmatica.
Inoltre, i protocolli basati sulla mindfulness hanno dimostrato di essere un’efficace terapia per la gestione degli attacchi di ansia. Le tecniche di rilassamento possono essere potenziate dall’uso dei cosiddetti “rumori bianchi”, come il suono delle onde del mare che contribuiscono a creare un senso di calma aumentando l’autoconsapevolezza e la connessione con se stessi e la natura.
Sapere come gestire il panico implica una serie di strategie che vanno dalla regolazione del respiro e l’individuazione delle cause interne alla psicoterapia e all’adozione di tecniche di rilassamento, tutte finalizzate a migliorare la qualità della vita del paziente.
Come abbiamo già accennato in un precedente lavoro (“Ansia e panico: il baratro del conflitto“), l’ansia e il panico rappresentano un segnale, un segnale fastidioso, ma pur sempre un segnale che ci comunica la presenza di un conflitto più o meno profondo all’interno di noi che va approfondito e analizzato in un percorso psicologico che permetta di comprendere le polarità di questo conflitto e di decidere, tramite una conoscenza sempre più approfondita di sé, dove collocarsi all’interno di questa polarità, che in parole povere, significa prendere decisioni alla luce di segnali importanti (tipo l’ansia) che il nostro inconscio ci invia.
Ma ovviamente questo percorso richiede tempo e un po’di pazienza. Nel concreto della gestione dell’attacco di panico, invece, cosa possiamo fare? A tal proposito, ci sono delle tecniche cognitivo-comportamentali basate sull’apprendimento associativo che consentono di lavorare su ansia e panico.
Gli attacchi di panico sono un fenomeno abbastanza diffuso nella popolazione mondiale: a moltissime persone è capitato di avere anche soltanto un singolo episodio di panico. Il problema insorge quando l’attacco di panico diventa qualcosa di ricorrente. Ciò che caratterizza le persone con disturbo da panico è la loro fortissima paura che possa verificarsi a breve un nuovo attacco di panico. Un altro aspetto tipico del disturbo di panico è il terrore ingiustificato per la conseguenze “catastrofiche” legate all’attacco di panico.
Con le più innovative tecniche cognitivo-comportamentali si può tuttavia lavorare su questi aspetti appena citati e su alcuni elementi chiave dell’insorgenza e sviluppo dell’attacco di panico. Per esempio:
1. Lavorare sui meccanismi alla base del panico e sulla sua natura;
2. Lavorare accuratamente sulle tecniche di respirazione e rilassamento: può sembrare una banalità, ma questi aspetti permettono di giungere ad una condizione psico-fisica ottimale per contrastare ansia e panico e depotenziarne gli effetti devastanti;
3. Correggere la tendenza a individuare effetti catastrofici dell’attacco di panico: spesso le persone con disturbo di panico presentano un terrore ingiustificato per inesistenti conseguenze catastrofiche legate all’attacco di panico…è vero che sono inesistenti, ma nella realtà psicologica della persona con disturbo da panico tali conseguenze esistono eccome…le tecniche cognitivo-comportamentali permettono di riflettere sull’infondatezza di queste convinzioni e sull’eccessivo significato che si attribuisce alle più impercettibili sensazioni corporee;
4. Esposizione alle sensazioni corporee temute, alla luce delle nuove conoscenze acquisite su ansia e panico.
Nel contesto delle tecniche cognitivo-comportamentali, è fondamentale fornire informazioni accurate sul panico, in quanto questo aiuta il paziente a comprendere meglio il processo sottostante ai suoi sintomi e a dare inizio ad un percorso di correzione delle credenze sbagliate sulle conseguenze dell’attacco di panico.
Questa fase delle tecniche cognitivo-comportamentali può essere definita la “fase educativa”, quella più…teorica, legata alle conoscenze da acquisire sugli aspetti più significativi del panico e su come il proprio sé si rapporta col panico. È una tappa essenziale nel processo di gestione di tale problema…che va ovviamente accompagnata da un lavoro volto ad attribuire significato all’ansia riportata dal paziente in seduta.
Il trattamento del panico deve pertanto avere una doppia funzione: da un lato un lavoro “di testa” sulla gestione e sulla comprensione accurata dei meccanismi sottostanti ai fenomeni di ansia e panico, dall’altro un lavoro “di pancia”, in grado di cogliere gli aspetti più profondi e conflittuali del sé che hanno portato all’insorgenza degli attacchi di panico.
Nel prossimo lavoro sul trattamento di ansia e panico, ci focalizzeremo sulla fase successiva della tecnica cognitivo-comportamentale, quella del coping, ossia quella fase finalizzata ad affrontare “di petto” l’attacco di panico.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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