Articolo scritto dalla dott.ssa Alessandra Morosinotto, psicologa
Un detto zen afferma: “Mangia quando hai fame”.
Il primo pensiero che i verrà sarà sicuramente: “E ci voleva il detto zen per saperlo?!”
In realtà, mangiare solo quando si ha fame è più difficile di quanto possa sembrare.
Ti sarà capitato di mangiare perché attirato da un profumo o da una pubblicità, perché ti sentivi triste o ansioso, perché qualcuno ti ha offerto qualcosa o per abitudine.
Ecco, in tutti questi casi non hai mangiato per fame ma per stimolazioni sensoriali, emozioni scomode, conforto, convenzione sociale.
La fame, dunque, non è tutta uguale. In particolare, esistono 9 tipi di fame! L’avresti mai detto? Vediamoli insieme.
Ecco quali sono i 9 tipi di fame
1. La fame degli occhi, attivata dal potere seduttivo di un bel piatto curato e succulento;
2. La fame del naso, quando un profumo inebria le narici attirandoci a sé;
3. La fame delle orecchie, stimolata dal rumore della confezione, come dallo sgranocchiare o dai rumori di masticazione di qualcuno vicino a noi;
4. La fame del tatto, amplificata dal contatto con il cibo attraverso dita, labbra, palato e lingua;
5. La fame della bocca, dedicata ai cibi preferiti, solo quelli che realmente ci piacciono e non a quelli che mangiamo per abitudine;
6. La fame dello stomaco, con le sue sensazioni di vuoto e crampi. E qui attenzione, perché le conseguenze fisiologiche di alcune emozioni spesso sono confuse proprio con questo tipo di malesseri fisici;
7. La fame cellulare, o meglio la fame fisiologica, cioè il segnale del corpo, regolato dal sistema nervoso, che ci avverte delle necessità di rabboccare le energie per sopravvivere;
8. La fame della mente, vincolata dal continuo etichettamento personale e sociale tra cibi sani e cibi spazzatura, cibi concessi e cibi proibiti;
9. La fame del cuore, legata a qualità e quantità del cibo in base allo stato emotivo e all’umore del momento.
In particolare le ultime due, cioè la fame della mente e quella del cuore, per essere soddisfatte non hanno alcun bisogno di cibo, al contrario di come invece si agisce comunemente.
Ora ti sarà più semplice capire come sia difficile distinguere i segnali della fame fisiologica da tutti gli altri e anche come sia complesso porre attenzione su cosa, quanto e come stiamo mangiando quando arriva il desiderio di cibo.
Le difficoltà, inoltre, sono alimentate, ancor di più, da particolari fattori esterni come distrazioni durante i pasti, diete drastiche, vecchi schemi mentali o abitudini. In che modo? Pensa a quante volte mangi davanti alla tv o guardando un video sul tuo smartphone, oppure quante volte hai sentito dire “I carboidrati fanno male!” “La carne è cancerogena!” “Finisci quello che hai nel piatto!”
Quindi è impossibile imparare? No, semplicemente perché bisogna ri-abituarsi. Sì, perché, quando eravamo neonati, eravamo capaci di riconoscere lo stimolo della fame da tutto il resto, dunque è un’abilità che con costante e perseverante allenamento possiamo risvegliare.
Un percorso psicologico che coinvolga l’approccio mindful-eating, cioè di alimentazione consapevole, può essere utile proprio in questa direzione. Gli esercizi proposti accanto alle consulenze, infatti, permettono di raggiungere un completo stato di benessere, aiutandoti a:
• Migliorare il rapporto con il cibo,
• Ascoltare il tuo corpo
• Individuare e comprendere le tue emozioni
• Identificare abitudini e schemi mentali disfunzionali.
La mindful-eating ti insegna a surfare sull’onda del desiderio di cibo senza lasciarti travolgere e a dare ad ogni fame il nutrimento di cui ha bisogno per essere soddisfatta.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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