I disturbi del sonno sono un disagio diffusissimo nella popolazione mondiale e presentano un’incredibile complessità e multifattorialità che va tenuta in grande considerazione nel trattamento psicologico e negli altri tipi di trattamento che talvolta si rendono necessari per affrontare questi problemi.
Nei miei numerosi percorsi di sostengo psicologico online, così come in quelli in studio a Torino, mi è capitato diverse volte di imbattermi in condizioni di sofferenza psichica che contemplavano la presenza di disturbi del sonno. In tutti questi casi è sempre stato necessario tenere conto della soggettività del paziente e delle particolari circostanze di vita che attraversavano il paziente stesso.
I disturbi del sonno possono essere anche definiti “disturbi del sonno e delle veglie o insonnie”. Essi costituiscono un’ampia area di sofferenze che impattano in maniera negativa sul livello quantitativo e qualitativo del sonno di una persona. Tali disturbi influenzano negativamente (talvolta in maniera drammatica) sia la salute psichica che quella fisica, incidendo in modo considerevole sul benessere psicofisico e sulla qualità della vita in generale.
Sono tantissime le tipologie di disturbi del sonno. Le principali possono essere considerate queste:
Insonnia: è il disturbo del sonno per eccellenza. Il sintomo principale dell’insonnia è rappresentato dalla difficoltà a iniziare il sonno oppure a mantenerlo. Il paziente che soffre di insonnia può presentare difficoltà ad addormentarsi oppure svegliarsi di frequente nel corso della notte oppure ancora avere risvegli mattutini troppo precoci per poi non riuscire a riaddormentarsi. Questi sintomi generano ovviamente stanchezza nel corso della giornata, problemi di concentrazione e umore disforico.
Apnea del sonno: è una patologia contraddistinta da vere e proprie pause della respirazione che si presentano in maniera ricorrente nel corso del sonno. Questo fenomeno è provocato da una temporanea ostruzione delle vie respiratorie. Le apnee del sonno possono provocare risvegli frequenti durante la notte, con conseguente interruzione del ciclo del sonno e successiva sonnolenza durante il giorno, emicrania e problematiche a livello cardiaco.
Narcolessia: è un disturbo cronico del sonno che induce una fortissima sonnolenza diurna e inaspettati episodi di sonno durante il giorno. Il soggetto narcolettico può ritrovarsi a esperire cataplessia, una brusca perdita del tono muscolare che è solitamente indotta da emozioni intense.
Disturbi del movimento periodico degli arti (PLMD): Questi disturbi sono contraddistinti da movimenti sistematici e involontari degli arti mentre la persona dorme, movimenti quali contrazioni o scatti delle gambe. Tali movimenti sono responsabili di risvegli notturni che influiscono negativamente sul sonno, con conseguente stanchezza e sonnolenza.
Disturbi del ritmo circadiano: tali disturbi sono riconducibili ad uno “scombussolamento” del ritmo sonno-veglia naturale del soggetto. Il disturbo circadiano più frequente è il cosiddetto “jet lag”, fenomeno che si presenta quando si attraversano fusi orari con notevole velocità, mandando fuori sincrono il ritmo sonno veglia con l’orologio biologico.
Parasonnie: le parasonnie sono comportamenti anomali che vengono prodotti durante il sonno. Sonnambulismo, incubi e bruxismo (il serrare o digrignare i denti) sono esempi di parassonia.
Quelli appena citati sono i disturbi del sonno più noti, tuttavia ce ne sono tanti altri. Una diagnosi tempestiva di tali disturbi è fondamentale per evitare pesanti conseguenze a livello di salute fisica e mentale.
Le cause dei disturbi del sonno possono essere molteplici, spesso complesse e articolate. I fattori psicologici svolgono un ruolo significativo nella loro eziologia. Sono diversi i fattori psicologici che possono incidere nello sviluppo dei disturbi del sonno. I più importanti sono:
Stress e ansia: livelli significativi di stress e ansia hanno conseguenze nefaste sulle capacità di rilassarsi e di abbandonarsi al sonno. Inquietudine, ruminazioni mentali, ossessioni e paure mantengono la mente in una perenne condizione di “arousal” che persiste nel corso della notte e rende difficoltoso l’addormentamento.
Depressione: La depressione è una delle cause principali dei disturbi del sonno, soprattutto dell’insonnia (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno) e dell’ipersonnia (il dormire troppo nel corso della giornata). La disregolazione del sistema serotoninergico (che ha un impatto negativo sulla regolazione dell’umore) incide in maniera decisiva sulla qualità del sonno, sia in difetto che in eccesso.
Traumi o eventi stressanti: Eventi traumatici o fonte di stress possono contribuire in maniera significativa nell’insorgenza dei disturbi del sonno. Fenomeni di flash-back, paura ed elevata sensibilità possono compromettere i livelli di serenità necessaria per dormire adeguatamente.
Cattive abitudini di sonno: andare a letto molto tardi o seguire orari irregolari, assumere troppa caffeina, l’abuso nell’utilizzo dei dispositivi elettronici prima di andare a letto tendono a compromettere il ritmo circadiano e a incidere in modo negativo sulla qualità del sonno.
Pensieri ruminanti: la predisposizione o l’abitudine a rimuginare su fatti del passato o ad avere preoccupazioni per il futuro può creare notevoli difficoltà a rilassarsi e a lasciarsi andare durante il fenomeno dell’addormentamento.
Ipervigilanza: i soggetti particolarmente ansiosi tendono ad avere un approccio mentale ipervigile durante il sonno. Risulteranno pertanto molto sensibili ai rumori di qualsiasi tipo, con conseguente deterioramento della qualità del sonno notturno.
Problemi di adattamento: eventi di vita che hanno provocato cambiamenti significativi nella quotidianità, come un cambio di lavoro, un trasloco, un lutto o una separazione possono generare stress e sollecitazione emotiva. Tali fenomeni non possono che riverberarsi negativamente sulla qualità del sonno.
Sovente, alcuni di questi fattori psicologici tendono a combinarsi e a generare fenomeni di disturbo del sonno complessi e difficili da comprendere appieno.
Il trattamento più efficace per i disturbi del sonno è legato al tipo di disturbo del sonno di cui si soffre e alla specifica causa del problema.
Le principali tecniche e terapie adottate per affrontare i disturbi del sonno sono le seguenti:
Terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I): è una terapia mirata per la cura dell’insonnia che punta ad ottenere delle modificazioni dei pensieri e dei comportamenti riconducibili al sonno. In questo tipo di terapia troviamo tecniche specifiche quali l’igiene del sonno, la restrizione del sonno (limitare i tempi passati a letto per migliorare l’efficienza del sonno), la terapia del controllo del pensiero e la terapia di esposizione al sonno.
Terapia psicodinamica: molto indicata per quelle situazioni di profonda conflittualità inconscia e nelle situazioni post-traumatiche. Lavorando sulle cause profonde delle problematiche che generano i disturbi del sonno, si riescono ad ottenere nel tempo risultati importanti.
Gestione dello stress e dell’ansia: tecniche quali il rilassamento, la meditazione, la respirazione profonda e altre tecniche finalizzate alla gestione dello stress possono risultare decisive nel placare il nervosismo e l’inquietudine prima di andare a letto.
Trattamento farmacologico: nei casi più severi e invalidanti, il ricorso ai farmaci può fornire un prezioso aiuto nella gestione dei disturbi del sonno. È bene tenere a mente però che i farmaci devono essere assunti solo sotto l’attento monitoraggio di uno psichiatra o di un neurologo, in quanto possono presentare diversi effetti collaterali tra cui l’assuefazione.
Terapie comportamentali per i disturbi del sonno del bambino: con i bambini è necessario adottare strategie differenti rispetto a quelle adottate con gli adulti. Le strategie più efficaci con i bambini che manifestano disturbi del sonno sono le tecniche comportamentali quali l’addestramento al sonno o la routine serale strutturata.
Terapia per l’apnea del sonno: per la cura delle apnee del sonno, si ricorre solitamente a dispositivi quali il CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) che serve a mantenere aperte le vie aeree durante il sonno.
Terapie di luce per i disturbi del ritmo circadiano: l’utilizzo di luci brillanti o specifiche lampade favorisce la regolarizzazione del ritmo circadiano nei soggetti che soffrono di disturbi del sonno causati dal fuso orario o da lavori notturni.
Terapia per la narcolessia: per curare la narcolessia è spesso necessario ricorrere a farmaci stimolanti che riducono la sonnolenza diurna e migliorano l’efficienza psicofisica nel corso della giornata.
Adattamenti dello stile di vita: cambiare alcuni aspetti del proprio stile di vita può contribuire al miglioramento della qualità del sonno. Per esempio, svolgere regolare attività fisica, ridurre il consumo di caffeina e alcol, limitare l’apporto calorico dei pasti serali, creare condizioni ambientali ottimali per l’addormentamento sono tutte condotte preziose per favorire un sonno sereno e profondo.
Spesso, dietro i disturbi del sonno si celano dei conflitti interni o delle fissazioni a eventi traumatici che generano una condizione di “blocco” nella gestione di momenti delicati quali l’addormentamento o il mantenimento del sonno.
Secondo la teoria psicoanalitica, i disturbi del sonno possono risultare essere la manifestazione sintomatologica di conflitti inconsci.
Talvolta, sogni e desideri repressi influiscono sulla qualità del sonno. In molti casi, desideri ed emozioni rimosse o represse possono ripresentarsi in forma di sogni. Questi sogni risultano a volte disturbanti e fonte di inquietudine al risveglio. Pertanto, entrando nello specifico dei disturbi del sonno, l’insonnia o i sogni disturbati potrebbero essere indicativi di conflitti irrisolti o di desideri repressi che tentano di riaffiorare nel corso della notte.
I disturbi del sonno a volte possono funzionare come dei veri e propri meccanismi di difesa, messi in atto dall’inconscio per evitare di fare i conti con contenuti destabilizzanti dal punto di vista emotivo o con eventi traumatici del passato. Per esempio, l’insonnia potrebbe trasformarsi nel tempo in una forma di evitamento dei contenuti sgradevoli provenienti dall’inconscio.
I sogni però rivestono una funzione importantissima secondo la teoria psicoanalitica: essi ci permettono di elaborare le esperienze. Il sogno può essere visto come il luogo elettivo in cui l’inconscio elabora emozioni, vissuti e pensieri sovente riconducibili ad esperienze del passato.
I sogni disturbati o ricorrenti potrebbero indicare la necessità di esplorare questi contenuti in modo da affrontarli e superarli.
L’ansia correlata ai conflitti interni gioca spesso un ruolo decisivo nell’insorgenza dei disturbi del sonno, soprattutto dell’insonnia.
È possibile trattare i disturbi del sonno in maniera efficace tramite diverse tipologie di psicoterapia. Le principali forme di terapia utilizzate per la cura di queste problematiche sono:
La psicoterapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia, conosciuta con la sigla CBT-I: la CBT-I è un trattamento psicologico mirato alla cura dell’insonnia. Essa è risultata molto efficace per questo tipo di disagio. La CBT-I si focalizza sull’addestramento alla modifica di pensieri e comportamenti che si hanno nella gestione del sonno. Sono molteplici le strategie adottate in questa tecnica psicoterapeutica tra cui l’igiene del sonno, la restrizione del sonno, il controllo del pensiero e l’esposizione al sonno. Obiettivo principale di questa terapia è quello di migliorare non solo la qualità ma anche la quantità del sonno. Con questa tecnica si cerca di sostenere il paziente nella pianificazione e nel consolidamento di consuetudini di sonno più sane.
Psicoterapia di supporto: la psicoterapia di supporto si è rivelata particolarmente efficace nella gestione di stress, ansia e altri vissuti riconducibili ai disturbi del sonno. Un ascolto attivo e un approccio empatico aiutano il paziente a creare le condizioni ottimali per analizzare le cause principali che sottostanno ai problemi relativi al sonno. Questo contesto aiuta inoltre il paziente a trovare le risorse emotive e cognitive per affrontare nel miglior modo possibile lo stress e l’ansia.
Terapia psicoanalitica: la terapia psicoanalitica può essere utilizzata per sondare i significati simbolici alla base dei sogni e delle specifiche problematiche di sonno. Tramite l’analisi dei contenuti inconsci, in terapia il paziente inizia a prendere coscienza dei conflitti interni e dei desideri rimossi che smuovono il suo Sé e che possono incidere in maniera significativa sulla qualità del suo sonno.
Mindfulness e meditazione: le tecniche di mindfulness e meditazione costituiscono un valido aiuto per la persona che soffre di sonno disturbato. Attraverso questa pratica, egli può a poco a poco acquisire una maggiore consapevolezza e accettazione delle proprie emozioni e dei propri pensieri, con una conseguente riduzione di ansia e stress, responsabili del sonno disturbato.
Terapia focalizzata sui traumi: questo tipo di terapia è ovviamente indicata in quelle condizioni dove il ricordo dell’evento traumatico si ripresenta sotto forma di flash back, di pensiero o immagine intrusiva o di “arousal” particolarmente attivato e ha degli effetti destabilizzanti sulla gestione del sonno. Questo tipo di terapia permette al paziente di elaborare l’esperienza traumatica e inserirla a poco a poco in un sistema di significati che consenta in futuro di giungere ad un’accettazione del trauma. Tutto ciò favorisce una stabilizzazione emotiva che va ad incidere positivamente sulla qualità del sonno.
Terapia di rilassamento: per terapia di rilassamento si intendono tecniche quali la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo e il biofeedback. Tali tecniche sono utili a ridurre la tensione muscolare e l’ansia e favoriscono un sonno più sereno e regolare.
Come si può notare sono molteplici gli approcci terapeutici che si possono adottare per far fronte ai disturbi del sonno. Spesso è necessaria la combinazione di alcune di queste tecniche per sortire il risultato migliore. In generale, però, è di fondamentale importanza analizzare la specifica problematica del sonno in ogni soggetto che esprimerà a sua volta il suo personalissimo modo di vivere il suo disturbo del sonno. È a partire da questa soggettività che si potrà offrire l’intervento terapeutico più adatto e mirato.
Dott. Davide Ivan Caricchi
n. Iscrizione Albo 4943
P.I. 10672520011
Via Giovanni Pacini 10, Torino
Via Roma 44, San Mauro Torinese