In questo articolo affronteremo il fenomeno psichico dei disturbi dissociativi, un disturbo mentale alquanto complesso e articolato e a suo modo abbastanza “misterioso” dove la persona che ne soffre rischia a tratti di perdere a più riprese il controllo del suo stato cosciente.
Alcune persone attraversano periodi transitori o continuativi di amnesia o di alterazione della percezione per svariate cause: un incidente, l’uso di sostanze stupefacenti, l’abuso di alcool, disturbi organici seri, demenze, ecc.
Nei disturbi dissociativi, invece, si verificano questi fenomeni senza che si ravvisi alcuna delle suddette cause. Possiamo pertanto avere delle amnesie, delle fughe della mente senza una specifica origine organica o legata ad una sostanza. Come si spiega tutto ciò?
Non possono esserci disturbi dissociativi senza trauma, così come non può esserci stato dissociativo senza dissociazione. A seguito di una trauma che spesso si verifica in tenera età, alcuni contenuti dell’esperienza personale vengono totalmente “accantonati”, messi da parte in un’area non riconosciuta della propria personalità. Tuttavia, questi contenuti hanno la possibilità di emergere, ma sono completamente dissociati, separati dal resto del Sé.
La dissociazione, quindi, è il frutto di una mancata integrazione di elementi quali la memoria, la percezione, l’identità e la coscienza.
Nelle persone comuni possono verificarsi stati dissociativi di lieve entità, tipo sensazioni transitorie di estraneità, la tendenza ad incantarsi o a distanziarsi per qualche momento dagli altri: sono fenomeni abbastanza frequenti che possono anche aiutare a distrarsi da una situazione un po’ stressante o “staccare un attimo” a seguito di un momento di stanchezza.
Nei disturbi dissociativi invece il fenomeno è molto più consistente e massiccio e rappresenta una difesa nei confronti del trauma. Quando si verifica il trauma, vengono provate delle sensazioni tremende e inaccettabili che potrebbero distruggere l’integrità psichica. Per difendere da tutto ciò, l’apparato psichico fa sì che il soggetto si “estranei” dalla situazione traumatica, che si assenti totalmente con lo scopo di non provare quelle sensazioni tremende.
Ecco che ogni volta che si riattivano i vissuti e i contenuti legati al trauma subìto, la dissociazione “torna in gioco” per proteggere la persona dal prendere coscienza dell’evento accaduto, il risultato sarà che il soggetto andrà incontro ad amnesie, ad alterazioni della coscienza, a fughe dalla realtà.
Si assisterà a comportamenti del tutto estranei a quelli che solitamente contraddistinguono il traumatizzato, in quanto si viene a creare una vera e propria frattura tra l’esperienza di vita comune (di tutti i giorni) e l’esperienza dell’evento traumatico. Sono entrambi presenti ma non si riconoscono l’uno con l’altro. Ecco perché spesso una persona con disturbo dissociativo compie delle azioni di cui in seguito non ha alcun ricordo!
In concreto, i ricordi del Sé che ha subito il trauma vengono necessariamente dissociati, perché sono in profonda contraddizione e contrasto con il Sé della vita quotidiana.
Per esempio, un bambino che ha subìto un grave abuso fisico o un abuso sessuale, può successivamente dimenticare un evento del genere e “trasformarlo” nella convinzione di essere stato magari rapito dagli alieni e di aver subìto degli esperimenti: a tal proposito, invito il lettore a vedere il film “Mysterious Skyn” film del 2004 diretto da Gregg Araki che descrive in maniera mirabile come un’esperienza traumatica possa essere dissociata dal proprio Sé).
Possiamo avere varie forme di disturbo dissociativo: l’amnesia dissociativa, che consiste nell’incapacità a ricordare un evento traumatico; la fuga dissociativa, che consiste invece in un brusco allontanamento da casa con successive difficoltà a ricordare il proprio passato e altrettante difficoltà a livello di identità personale.
Abbiamo un altro fenomeno dissociativo, alquanto problematico e fonte di notevole sofferenza: il disturbo dissociativo dell’identità, un tempo noto come disturbo da personalità multipla.
Esso consiste nella presenza nella stessa persona di due o più identità differenti, ciascuna di esse presenta caratteristiche distinte e stabili con specifiche modalità di relazione e percezione degli altri e di se stessi. Ciascuna di queste identità non ha ricordo dell’altra rendendo spesso i comportamenti di queste persone alquanto inquietanti.
Alla base di questo disturbo c’è una fortissima sofferenza traumatica che porta all’uso massiccio della dissociazione, fenomeno complesso e articolato che sarà approfondito in un successivo lavoro.
Molte persone, in varie occasioni, possono manifestare piccoli problemi legati a temporanei vuoti di memoria, percezione, identità e coscienza. Ad esempio, è comune fare esperienza di quella che potrebbe essere definita una dissociazione normale, come nel caso in cui si percorra un tragitto familiare in auto senza ricordare consapevolmente il viaggio stesso.
Questo può accadere perché la mente è impegnata in altri pensieri, come la riflessione su problemi personali, l’ascolto di un programma radiofonico o una conversazione con un passeggero, oppure semplicemente perché la persona è sovrappensiero. Tali stati di dissociazione, pur essendo comuni, di solito non interferiscono con il normale svolgimento delle attività quotidiane.
Tuttavia, quando un individuo soffre di disturbi dissociativi, la situazione è significativamente più complessa e debilitante.
Una persona che soffre di disturbi dissociativi può sperimentare una perdita di memoria che va oltre la dimenticanza occasionale, con ampie lacune che possono durare minuti, ore o persino periodi più estesi della sua vita.
In questi casi, l’individuo può avere la sensazione di aver perso parti significative della propria esistenza, come se un frammento della sua vita fosse svanito.
Oltre alla perdita di memoria, chi soffre di disturbi dissociativi può sentirsi profondamente scollegato da se stesso, dai propri ricordi, percezioni, identità, pensieri, emozioni, corpo e comportamento. Questa disconnessione può estendersi anche al mondo esterno facendo sì che la persona si senta estraniata dall’ambiente circostante.
Di conseguenza, il senso di identità, la memoria e la coscienza risultano frammentati e disorganizzati, il che caratterizza i disturbi dissociativi.
I disturbi dissociativi possono presentarsi sotto diverse forme, ognuna con caratteristiche peculiari. Ad esempio, un soggetto può sperimentare la depersonalizzazione o il disturbo da derealizzazione, condizioni in cui la persona si sente distaccata da se stessa o dal mondo esterno.
Un’altra manifestazione dei disturbi dissociativi è l’incapacità di ricordare informazioni personali rilevanti, specialmente quelle associate a eventi traumatici o stressanti, in quella che viene definita amnesia dissociativa. Una delle forme più gravi è il disturbo dissociativo d’identità, in cui il senso di identità e la memoria si frammentano portando alla coesistenza di due o più identità distinte all’interno dello stesso individuo.
Questi disturbi dissociativi sono spesso scatenati da traumi o situazioni di stress intenso. Per esempio, una persona che ha subito abusi o violenze durante l’infanzia, o che ha vissuto o assistito a un evento traumatico come un incidente o una calamità, può sviluppare una dissociazione come meccanismo di difesa.
In altre situazioni, un conflitto interno particolarmente intenso può portare la mente a dissociare pensieri o sentimenti che sono percepiti come inaccettabili o incompatibili con la coscienza consapevole dando origine ai disturbi dissociativi.
I disturbi dissociativi sono spesso correlati ai disturbi legati al trauma e allo stress, come il disturbo acuto da stress e il disturbo post-traumatico da stress (DPTS).
Le persone che soffrono di questi disturbi possono manifestare sintomi dissociativi tra cui amnesia, flashback, stordimento, depersonalizzazione e derealizzazione. In alcuni casi, individui con DPTS sviluppano un sottotipo dissociativo del disturbo, caratterizzato dalla presenza di depersonalizzazione e derealizzazione.
Le ricerche sugli esseri umani e sugli animali hanno suggerito che i disturbi dissociativi potrebbero essere associati a specifiche strutture e funzioni cerebrali.
Sebbene gli scienziati non comprendano ancora appieno come queste anomalie contribuiscano allo sviluppo dei disturbi dissociativi, tali studi rappresentano un punto di partenza promettente per ulteriori ricerche future che potrebbero offrire nuove prospettive per il trattamento di queste complesse condizioni.
Nel contesto clinico, la dissociazione rappresenta un fenomeno complesso che può manifestarsi in una vasta gamma di forme e intensità. Gli individui che sperimentano dissociazione possono vivere una sorta di separazione o disconnessione da aspetti cruciali della loro esperienza soggettiva, come la memoria, l’identità, la coscienza o la percezione del mondo esterno.
Questa disconnessione può essere transitoria e di breve durata oppure protrarsi nel tempo, e in alcuni casi può configurarsi in quello che è noto come disturbi dissociativi. Questi disturbi dissociativi rappresentano un gruppo di patologie psichiatriche in cui la dissociazione non solo si verifica in maniera più marcata ma ha anche un impatto significativo sul funzionamento quotidiano della persona causando sofferenza e difficoltà nel gestire le attività di vita quotidiana.
Un esempio comune di dissociazione è quello che può accadere durante la guida di un’auto su un percorso familiare. Un individuo potrebbe ritrovarsi a destinazione senza avere una chiara memoria del tragitto percorso.
Durante questo stato dissociativo, la mente della persona potrebbe essere stata altrove, forse concentrata su un problema personale, una conversazione interna o un programma radiofonico, al punto che la consapevolezza del viaggio stesso viene a mancare.
Questa forma di dissociazione è generalmente considerata normale e non patologica ma in altre circostanze, la dissociazione può assumere forme più gravi e disturbanti configurandosi all’interno dei disturbi dissociativi.
Ad esempio, in una forma più patologica di disturbi dissociativi, una persona potrebbe sperimentare un fenomeno chiamato amnesia dissociativa, una condizione in cui l’individuo perde la capacità di ricordare informazioni personali importanti, spesso legate a eventi traumatici o stressanti.
Questo non è un semplice “dimenticare” ma una vera e propria incapacità di accedere a ricordi che sarebbero normalmente disponibili alla coscienza.
Un soggetto con amnesia dissociativa potrebbe, ad esempio, non essere in grado di ricordare dettagli cruciali della propria vita, come eventi significativi della sua infanzia, episodi di violenza o abusi subiti o anche interi periodi di vita.
Questa perdita di memoria non è dovuta a un problema neurologico o fisico ma è piuttosto il risultato di un meccanismo di difesa psicologico, attraverso il quale la mente cerca di proteggere l’individuo dall’impatto emotivo di ricordi troppo dolorosi o disturbanti. Ed è a partire dalle prime impercettibili sensazioni di questi eventi dissociati che un percorso psicologico o un percorso psicologico online possono iniziare quel difficile ma fondamentale lavoro di integrazione tra eventi dissociati ed emozioni ad essi correlati.
Un’altra manifestazione di dissociazione che si osserva nei disturbi dissociativi è la depersonalizzazione. In questo stato, l’individuo si sente distaccato dal proprio corpo o dalla propria mente, come se fosse un osservatore esterno della propria vita.
Una persona che sperimenta la depersonalizzazione può descrivere la sensazione di vivere in un sogno oppure la sensazione che stia guardando se stessa dall’esterno, senza un reale coinvolgimento emotivo nelle proprie azioni. Questo stato può essere estremamente angosciante, in quanto l’individuo perde il senso di continuità e integrazione del sé sentendosi come se non appartenesse al proprio corpo o come se le proprie esperienze non fossero realmente sue.
La derealizzazione è un’altra manifestazione dissociativa in cui la persona percepisce il mondo esterno come irreale, distante o distorto. Gli oggetti e le persone possono apparire privi di vita, assenti o in qualche modo non autentici.
Una persona che vive la derealizzazione potrebbe descrivere il mondo come un film o un sogno, scenario in cui tutto sembra privo di consistenza o di significato. Questo distacco dalla realtà esterna può accompagnarsi a sentimenti di angoscia e confusione, poiché l’individuo fatica a riconoscere la propria esperienza come reale e coerente.
Un altro esempio significativo di disturbi dissociativi è il disturbo dissociativo dell’identità (DID), precedentemente noto come disturbo della personalità multipla. In questo disturbo, l’individuo presenta due o più identità o stati di personalità distinti, ciascuno con i propri modi di percepire e interagire con il mondo.
Queste identità possono assumere il controllo del comportamento dell’individuo in momenti differenti, e spesso ciascuna di esse non ha memoria dell’altra. Questo porta a una frammentazione estrema dell’identità personale in cui l’individuo può vivere esperienze contraddittorie e difficilmente integrabili all’interno di un unico sé coerente.
Il disturbo dissociativo dell’identità è spesso associato a traumi gravi, specialmente quelli subiti durante l’infanzia, come abusi fisici, sessuali o emotivi. La dissociazione, in questo caso, funge da meccanismo di difesa che permette all’individuo di sopravvivere psicologicamente a esperienze insopportabili. Tuttavia, a lungo termine, questa condizione porta a una disgregazione dell’identità.
Una manifestazione più sottile di dissociazione, che può comunque rientrare nei disturbi dissociativi, è quella che si osserva in persone che hanno subito traumi significativi e sviluppano sintomi dissociativi come parte di un disturbo post-traumatico da stress (PTSD). In questi casi, l’individuo può sperimentare flashback dissociativi in cui rivive l’evento traumatico come se stesse accadendo di nuovo nel presente.
Durante un flashback, la persona può perdere il contatto con la realtà attuale e agire come se si trovasse ancora nel contesto traumatico originale, senza consapevolezza del tempo presente.
Questo tipo di dissociazione è estremamente destabilizzante e può portare a comportamenti pericolosi per l’individuo e per gli altri, poiché la persona non è consapevole di trovarsi in un contesto sicuro o meno e può reagire in modo eccessivo o inappropriato alle situazioni della vita reale.
In alcuni casi, la dissociazione può manifestarsi attraverso la somatizzazione. In questo caso, il disagio psicologico viene convertito in sintomi fisici. Una persona potrebbe, ad esempio, sperimentare paralisi, cecità o altre disfunzioni neurologiche senza una base fisica apparente, come parte di un disturbo dissociativo.
Questi sintomi fisici dissociativi possono essere molto invalidanti e richiedere un intervento terapeutico mirato per aiutare l’individuo a riconnettersi con le cause psicologiche sottostanti.
È importante riconoscere che i disturbi dissociativi sono generalmente legati a esperienze traumatiche o stressanti. Un esempio tipico è quello di un individuo che, avendo subito abusi ripetuti durante l’infanzia, sviluppa una dissociazione come meccanismo di difesa per evitare il dolore emotivo insostenibile.
Questo tipo di dissociazione, sebbene adattivo nel breve termine, può evolvere in disturbi dissociativi più gravi se non viene trattato adeguatamente. Anche eventi traumatici più recenti, come incidenti gravi, calamità naturali, o violenze subite in età adulta, possono scatenare la dissociazione portando alla formazione di disturbi dissociativi.
Le persone che soffrono di disturbi dissociativi possono spesso sentirsi scollegate dalla realtà, sia interna che esterna, e lottano per mantenere un senso coerente di identità e continuità nel tempo. La dissociazione, in questo contesto, è un tentativo della mente di proteggersi da esperienze emotive troppo intense o dolorose ma che alla fine porta a una disgregazione della personalità e delle funzioni cognitive.
Gli individui con disturbi dissociativi possono sperimentare una varietà di sintomi, tra cui amnesia, depersonalizzazione, derealizzazione e identità multiple, tutti sintomi che riflettono una profonda disconnessione dal proprio sé e dal mondo.
È essenziale che queste condizioni siano riconosciute e trattate da professionisti della salute mentale competenti, poiché i disturbi dissociativi possono essere estremamente debilitanti e richiedono un approccio terapeutico integrato e personalizzato per aiutare l’individuo a reintegrare le parti dissociate della propria esperienza e a ripristinare un senso di sé più coerente e funzionante.
Nel panorama dei disturbi dissociativi, vi sono alcune condizioni che, per la loro complessità e impatto, sono particolarmente note e studiate. Uno di questi disturbi dissociativi è l’amnesia dissociativa, che si manifesta come una incapacità marcata di ricordare periodi di tempo significativi.
Questo fenomeno non è solo una semplice dimenticanza ma piuttosto un vero e proprio vuoto che lascia l’individuo con lacune nella propria narrazione personale. La persona che soffre di stati dissociativi può ritrovarsi incapace di ricostruire parti importanti della propria vita quotidiana o della propria storia personale giungendo così a un senso di discontinuità nella sua identità e nelle sue esperienze passate.
Un’altra forma di disturbo dissociativo è la fuga dissociativa, caratterizzata da un allontanamento improvviso e inaspettato da casa o dal luogo di lavoro abituale.
Questo allontanamento è accompagnato da una perdita totale o parziale dei ricordi riguardanti il proprio passato, spesso unita a una profonda confusione rispetto alla propria identità.
L’individuo può trovarsi in un luogo sconosciuto senza avere idea di come ci sia arrivato e con una sensazione di smarrimento riguardo alla propria vita e alla propria persona. Questo tipo di disturbo dissociativo non solo sconvolge la vita dell’individuo ma rappresenta anche una sfida significativa per la sua sicurezza e per il suo benessere psicologico.
I disturbi dissociativi dell’identità, conosciuti in passato come disturbo di personalità multipla, sono forse i disturbi dissociativi più complessi e difficili da gestire. Questa condizione è caratterizzata dall’alternanza di diverse personalità all’interno dello stesso individuo, con una netta discontinuità nel flusso della coscienza.
Queste diverse personalità, o alter, possono emergere in momenti diversi, ognuna con proprie espressioni linguistiche, atteggiamenti, comportamenti e risposte emotive.
Le persone che soffrono di questo disturbo dissociativo possono anche sperimentare amnesie significative, non riuscendo a ricordare informazioni personali o eventi che si sono verificati mentre una delle altre personalità era dominante. Questo crea una frammentazione dell’identità che rende difficile per l’individuo mantenere una percezione coerente e continua di se stesso e della propria vita.
Un’altra manifestazione dei disturbi dissociativi è il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione. Questo disturbo si manifesta attraverso sensazioni ripetute e durature di distacco dal proprio corpo, dalla propria mente o dall’ambiente circostante.
Chi ne soffre può sentirsi come un osservatore esterno della propria vita, come se guardasse se stesso dall’esterno, oppure può percepire il mondo intorno a sé come irreale, come se tutto fosse distorto o privo di significato. Nonostante queste sensazioni, la persona mantiene un certo grado di esame di realtà, riuscendo a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.
Tuttavia, perché si possa parlare di un vero e proprio disturbo dissociativo, queste sensazioni devono persistere nel tempo creando una continua sensazione di alienazione e distacco che compromette seriamente la qualità della vita dell’individuo.
I disturbi dissociativi, in tutte le loro forme, rappresentano una sfida significativa sia per chi ne soffre sia per i professionisti della salute mentale che cercano di trattarli.
Queste condizioni non solo interrompono il normale flusso di coscienza e la continuità dell’identità personale ma spesso emergono come meccanismi di difesa in risposta a traumi o stress estremi. La complessità dei disturbi dissociativi richiede un approccio terapeutico integrato e su misura, che tenga conto delle specificità di ciascun individuo e delle radici profonde del suo disagio psicologico.
I disturbi dissociativi si manifestano in una varietà di psicopatologie, spesso in stretta connessione con esperienze traumatiche o di stress estremo. Tra le condizioni in cui questi disturbi appaiono più frequentemente, il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e il disturbo borderline di personalità occupano un posto centrale.
Nel contesto del PTSD, i disturbi dissociativi sono spesso una risposta a traumi intensi, come abusi o violenze subite durante l’infanzia o eventi traumatici significativi in età adulta. Le persone affette da PTSD possono sperimentare dissociazione sotto forma di flashback, depersonalizzazione o derealizzazione, situazioni in cui rivivono gli eventi traumatici con un senso di estraniazione dalla realtà attuale.
Questo fenomeno può complicare notevolmente il trattamento del PTSD, poiché i sintomi dissociativi possono rendere difficile l’elaborazione del trauma e la gestione delle reazioni emotive ad esso associate.
Anche il disturbo borderline di personalità è frequentemente associato a disturbi dissociativi. In questo caso, la dissociazione può manifestarsi come una disconnessione temporanea dalla realtà o dai propri sentimenti, spesso in risposta a stress emotivo intenso o a situazioni percepite come minacciose per l’integrità del sé.
Le persone con disturbo borderline di personalità possono sperimentare episodi di dissociazione che includono amnesie in cui non ricordano parti significative delle loro azioni o esperienze, o stati di depersonalizzazione, in cui sentono di essere distaccate dal proprio corpo o dai propri pensieri.
Questi episodi dissociativi possono contribuire all’instabilità emotiva e comportamentale tipica del disturbo borderline di personalità complicando ulteriormente il quadro clinico e il trattamento.
Un’altra psicopatologia in cui i disturbi dissociativi sono rilevanti è il disturbo dissociativo dell’identità (DID), una condizione in cui l’individuo presenta due o più identità o stati di personalità distinti. Il DID è spesso radicato in traumi gravi e ripetuti, come abusi durante l’infanzia.
Le diverse identità possono emergere come meccanismo di difesa, ognuna con il compito di gestire specifiche memorie traumatiche o aspetti della vita dell’individuo. Questo disturbo rappresenta una forma estrema di dissociazione in cui la frammentazione dell’identità personale è talmente pronunciata da portare alla creazione di personalità distinte, ciascuna con proprie memorie, comportamenti e relazioni con il mondo.
Anche il disturbo di somatizzazione e il disturbo ossessivo-compulsivo possono presentare componenti dissociative. Nel disturbo di somatizzazione, i sintomi fisici dissociativi, come paralisi o cecità, possono emergere senza una causa medica apparente rappresentando una manifestazione fisica di un conflitto psicologico non risolto.
Nel disturbo ossessivo-compulsivo, la dissociazione può manifestarsi come una disconnessione tra i pensieri ossessivi e le azioni compulsive, con l’individuo che esegue rituali senza un reale coinvolgimento cosciente, come se fosse spinto da una forza esterna.
Un altro disturbo spesso associato a sintomi dissociativi è il disturbo da stress acuto, che può svilupparsi immediatamente dopo un evento traumatico. In questi casi, la dissociazione può manifestarsi come un meccanismo di difesa temporaneo che permette all’individuo di allontanarsi psicologicamente dall’evento traumatico. Tuttavia, alla lunga ma può evolvere in disturbi dissociativi più persistenti se non trattata adeguatamente.
Infine, è importante notare che i disturbi dissociativi possono presentarsi come comorbidità in molte altre psicopatologie aggravando la prognosi e complicando il trattamento.
Ad esempio, la presenza di un disturbo dissociativo in una persona con depressione o ansia può rendere questi disturbi più resistenti al trattamento richiedendo un approccio terapeutico integrato che affronti sia i sintomi dissociativi che quelli della condizione primaria.
La corretta identificazione e gestione dei disturbi dissociativi è quindi cruciale per migliorare gli esiti terapeutici in molte condizioni psicopatologiche.
In conclusione, i disturbi dissociativi rappresentano un insieme complesso e variegato di fenomeni che possono manifestarsi in diverse psicopatologie, spesso in risposta a traumi o stress estremi.
La loro presenza può complicare notevolmente il trattamento e richiede una comprensione approfondita delle dinamiche dissociative e delle loro interazioni con altre condizioni psicologiche.
Un intervento terapeutico efficace deve quindi essere personalizzato e orientato a integrare le parti dissociate dell’esperienza dell’individuo promuovendo la reintegrazione del sé e il recupero di un senso di continuità e coerenza nella propria identità e nelle proprie esperienze di vita.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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