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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 30 Mar, 2019

La proiezione. “Il cattivo sei tu”: il meccanismo psicologico della proiezione

A molte persone capita spesso di vedere negli altri aspetti negativi o criticità che in realtà appartengono a loro.
Questo fenomeno costituisce un meccanismo di difesa primitivo molto importante di cui tutti noi ci serviamo in maniera più o meno consistente nel corso della vita e che in molte circostanze ci è di aiuto per difenderci da minacce esterne. Tale meccanismo di difesa prende il nome di proiezione.
La proiezione è un meccanismo psichico che affonda le sue radici nella prima infanzia e che ci aiuta (insieme all’introiezione) a distinguere poco per volta quali esperienze provengano dal mondo esterno e quali da dentro di noi. Analizziamo meglio questa difesa.

Che cos’è la proiezione?

La proiezione è un meccanismo difensivo tramite cui qualcosa proveniente dall’interno di sé viene ritenuto proveniente dal mondo esterno. Tale difesa può avere dei risvolti positivi e negativi nella vita di tutti i giorni. Proviamo a concentrarci sugli aspetti positivi: la proiezione, se usata in modo maturo e adeguato, è l’elemento cardine per giungere all’empatia, ossia la capacità di immedesimarsi nell’altro intuendone i vissuti e gli stati d’animo. Tale difesa consente di proiettare appunto l’esperienza di noi stessi e del mondo per comprendere la soggettività di un’altra persona. Proviamo a pensare alla sorprendente capacità degli innamorati di interpretare e cogliere i vissuti dell’altro in modalità che talvolta sembrano quasi magiche: questo è semplicemente il risultato della proiezione. Essa pertanto, nei contesti favorevoli, è fondamentale per sviluppare doti quali intuizione ed empatia.

Come funziona il meccanismo psicologico della proiezione?

Come già detto, però, la proiezione presenta anche degli scopi difensivi. Essa può essere considerata come un processo attraverso il quale l’individuo allontana da sé un contenuto psichico (un pensiero, una sensazione, un’emozione) che non riconosce per collocarlo in un luogo esterno. Solitamente, il contenuto che viene proiettato è un qualcosa di indesiderato che dà fastidio. Quale soluzione migliore se non disconoscerla e buttarla fuori attribuendola a qualcun altro?
Molti gruppi politici, sette religiose, istituzioni o associazioni a connotazione marcatamente identitaria fanno uso della proiezione per rimarcare le proprie differenze dagli altri vedendo negli altri il “negativo” e soltanto nel proprio gruppo il “positivo”: i meccanismi proiettivi sono costantemente in mezzo a noi e fanno tranquillamente parte della nostra vita quotidiana.
Tuttavia, se utilizzata in maniera massiccia e opprimente, la proiezione può sortire effetti devastanti.

                                                    

Proiezione e psicopatologia

Come già spiegato in precedenza, la proiezione è un’operazione psichica che la persona adotta per individuare in persone o cose aspetti di sé che rifiuta oppure che non considera appartenenti a sé. In psicoanalisi viene considerato un meccanismo difensivo inconscio attraverso cui il soggetto risponde a sollecitazioni interne spiacevoli non riconoscendole come proprie e attribuendole agli altri: una sorta di “gesto liberatorio” inconsapevole.
Nelle forme più patologiche, tale difesa è responsabile di tremende incomprensioni e gravissime conseguenze a livello relazionale, in quanto i bersagli della proiezione (persone, cose, situazioni) vengono distorti in maniera considerevole, con inevitabile compromissione della realtà: è ovvio che quando una persona proietta sugli altri contenuti di Sé inaccettabili, vedrà gli altri come ostili e cattivi e si rapporterà a loro in maniera oppositiva se non addirittura aggressiva e violenta (nei casi più gravi). È inevitabile che le conseguenze delle forme gravi di proiezione sia l’isolamento sociale e l’ostilità da parte dell’ambiente circostante: è normale che gli altri si alterino se vengono visti dalla persona che proietta in modo sbagliato e distorto. In questi casi può essere importante chiedere aiuto ad uno psicologo o ad uno psicologo online per comprendere le origini profonde dell’uso eccessivo della proiezione e capire come smussare aspetti di rigidità, conseguenza di questo meccanismo di difesa.
Quando un individuo utilizza la proiezione come strumento principale per rapportarsi agli altri e approcciarsi alla vita di tutti i giorni, presenta una personalità paranoide. Quando l’utilizzo della proiezione diventa invece così invalidante da condizionare in maniera significativa l’esistenza della persona, ci troviamo invece di fronte ad un disturbo paranoide di personalità, patologia che andremo ad approfondire in uno dei prossimi articoli.

Se ti riconosci in questo articolo e senti il bisogno di esplorare ulteriormente queste dinamiche nella tua vita, sono qui per ascoltarti.

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FAQ

Che cos’è la proiezione?

La proiezione è un meccanismo di difesa primitivo che affonda le sue radici nella prima infanzia e che ci aiuta (insieme all’introiezione) a distinguere poco per volta quali esperienze provengano dal mondo esterno e quali da dentro di noi. Esso fa parte dei meccanismi di difesa primari.

Chi  usa la proiezione in maniera più massicia?

Poichè il meccanismo difensivo della proiezione implica uno  “spostamento” sugli altri  (appunto, una “proiezione”) dei propri vissuti, delle proprie  emozioni e dei propri bisogni che non si accettano, le persone che utlizza maggiormente questa difesa sono quelle con  disturbo paranoide di personalità.

Che cos’è l’introiezione?

E’ il processo difensivo che si pone agli antipodi della proiezione. Consiste nell’incorporare nel sistema dell’Io la rappresentazione mentale di un oggetto (persona) esterno.

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