Come evidenziato nei precedenti lavori sull’argomento, Otto Rank rappresenta una delle figure di riferimento nel panorama psicoanalitico. Per lo psicologo, così come per lo psicologo online, questo autore dovrebbe essere un riferimento per la propria formazione e la propria pratica clinica, indipendentemente dall’approccio teorico che si è scelto.
Nei precedenti articoli, abbiamo analizzato la storia di vita e il percorso di formazione dello psicologo austriaco, aspetti che lo hanno segnato nella definizione del suo “corpus” teorico: pensiero teorico indubbiamente influenzato dal padre della psicoanalisi Sigmund Freud.
Come abbiamo visto, nei suoi primi lavori, Otto Rank fornisce un originale contributo ed un’acuta interpretazione psicologica del mondo dell’arte, operando un interessante parallelismo tra il mondo intrapsichico del nevrotico e quello dell’artista.
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Ma il contributo principale che Otto Rank offrì al mondo psicoanalitico è rappresentato dalla sua opera più significativa, dal titolo “Il trauma della nascita”.
A partire da questo preziosissimo contributo per psicologi e psicoterapeuti, lo psicologo viennese Otto Rank affrontò per primo il tema del trauma della nascita. In che modo? Egli partì dall’ipotesi secondo cui la nascita sarebbe il primo trauma esperito dall’essere umano. Da un punto di vista fisico ma anche simbolico, per Rank nascere significa separarsi in maniera improvvisa dalla figura materna e di conseguenza passare da un ambiente sicuro e protetto ad un ambiente più insicuro ed avverso.
Otto Rank riteneva che il trauma della nascita rappresentasse la prima “tappa” della nevrosi che ci porta a fare i conti con la “frustrante” dimensione umana. Questa dimensione genererebbe un “sottofondo” di angoscia che ci affiancherebbe per il resto della nostra vita. Una visione della vita non proprio “ottimistica” e positiva ma che ha portato l’ambiente psicoanalitico e gli psicologi dell’epoca ad interrogarsi sul significato della nascita e sul vedere questo evento non soltanto in termini gioiosi e celebrativi ma anche da un’ottica più complessa e articolata, più centrata sui bisogni affettivi del neonato. Le ipotesi teoriche di Rank sono a tutt’oggi motivo di dibattiti e accesi confronti. Analizziamo meglio il motivo per cui le teorie di Rank sono considerate così controverse.
Il fatto che l’essere umano soffra al momento della nascita è assodato: il trauma della nascita è un concetto ben noto alla medicina. In questo ambito però viene visto da una prospettiva più organica e fisiologica.
La teoria di Rank, tuttavia, trascende questa concezione medica considerando il trauma della nascita come l’evento che va a determinare la nostra vita psichica.
Otto Rank individua nel trauma della nascita l’origine dell’angoscia nevrotica. La prima avversità cui va incontro l’essere umano quando nasce è data dall’affrontare il parto, ossia quella strada stretta e angusta che porta alla fuoriuscita dall’accogliente grembo materno. La caratteristica più significativa di questa fase è data proprio dagli spazi angusti entro cui si realizza il momento del parto
In termini più squisitamente psicologici, secondo Rank la separazione del bambino dalla mamma assume anche una forte valenza emotiva. Il trauma della nascita non sarebbe riconducibile soltanto agli aspetti sensoriali e fisiologici ma anche all’inaspettato vissuto di perdita di una condizione ottimale all’interno del grembo materno. Per Rank questo evento ci colpisce in maniera significativa facendocela vivere come una dolorosa perdita e portandoci a sviluppare una più o meno marcata sensibilità a tutte le perdite che seguiranno.
La teoria del trauma della nascita provoco una vera e propria frattura all’interno dell’ambiente psicoanalitico, ponendosi in contrasto con la teoria freudiana secondo cui l’evento cardine dello sviluppo psico-sessuale dell’individuo è rappresentato dal complesso di Edipo.
Fu questa divergenza ad allontanare definitivamente Otto Rank da Freud.
Oggi la teoria del trauma della nascita è diventata un riferimento per molti psicologi, psicoterapeuti e psichiatri per i quali l’elemento cardine del percorso psicoterapeutico consiste nel superare il trauma originario della nascita e nel vivere nuove tappe della propria vita come una rinascita.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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