Come già accennato in diversi articoli del blog, l’ansia è quello sgradevole senso di apprensione, di attesa dolorosa o di allarme che, se non viene adeguatamente controllato e contenuto, può trasformarsi in un vero e proprio stato di angoscia.
Nelle normali situazioni di vita quotidiana, l’ansia svolge un ruolo di stimolo…di incitamento a risolvere un problema o di “invito” ad allontanarci da una minaccia presente nell’ambiente circostante.
È importante non demonizzare l’ansia…essa presenta una sua utilità in molteplici contesti: consente di essere “tesi” e concentrati al punto giusto nell’eseguire un compito importante…oppure ci permette di scappare tempestivamente di fronte ad un pericolo imminente…oppure ancora ci comunica che in noi c’è qualcosa che non va.
In questo lavoro ci occuperemo tuttavia dell’ansia patologica e di quanto essa sia complessa e presente in una miriade di problematiche psicologiche più o meno gravi. Ci troviamo di fronte ad un “avversario” alquanto complicato e difficile da comprendere appieno, in quanto fa parte della nostra essenza…esso pertanto non va eliminato del tutto ma assimilato e armonizzato all’interno della nostra personalità. Come detto in precedenza, l’ansia può anche essere nostra “alleata”. Ma questo lo vedremo in un altro articolo…
Il problema dunque sorge quando l’ansia assume dimensioni patologiche…ossia quando diventa così forte da interferire pesantemente con la vita di tutti i giorni. La questione però è alquanto intricata…perché non esiste un singolo tipo di ansia, bensì moltissimi tipi di ansia…a seconda del disagio psicologico a cui è associata, del contesto in cui si sviluppa, dell’ambiente che lo favorisce, ecc…
Nel linguaggio comune, si parla spesso di ansia come di una specifica malattia da debellare…come di una sorta di influenza che con il giusto rimedio svanisce in quattro e quattr’otto…non è così.
In psichiatria, per esempio, l’ansia è considerata un sintomo e non una condizione patologica: essa può essere presente in qualsiasi disturbo psichiatrico…spesso in queste condizioni l’ansia funge da campanello di allarme, ci comunica che sta per “esplodere” la patologia psichiatrica. Ovviamente questo è un esempio estremo ma al tempo stesso indicativo di quanto l’ansia svolga un ruolo di “sentinella” che ci comunica delle cose… Nella depressione grave, per esempio, l’ansia è provocata dagli spropositati sentimenti di inferiorità, dai devastanti sensi di colpa che appesantiscono i pensieri distorcendoli gravemente… Nella schizofrenia invece l’ansia affiora come premessa all’insorgenza di sintomi tremendi quali deliri e allucinazioni… In contesti di disagio psicologico meno grave, la situazione è ancora diversa…
Nelle persone che soffrono di disagi psicologici in cui l’ansia la fa “da padrona”, affiorano spesso altri sintomi quali insonnia, incubi oppure disturbi psicosomatici.
Possiamo distinguere alcune tipologie di ansia che caratterizzano in maniera più o meno marcata una miriade di disagi psicologici:
NEVROSI D’ANSIA: è un disagio in cui si avverte una pressante condizione di insicurezza e precarietà, di dipendenza da figure significative e da perenne bisogno di essere rassicurati e tranquillizzati. Spesso nelle storie di vita di questi individui si ravvisano storie precoci di abbandono o di incuria nelle prime fasi dell’ infanzia…è inevitabile che esperienze del genere portino in età adulta a sindromi ansiose…l’adulto che da piccolo ha subìto queste esperienze porterà dentro di sé un “bambino sofferente e disperato” che si farà sentire di fronte a tutte le avversità della vita provocando inesorabilmente ansia o panico.
ANSIA DA ATTESA: è quell’ansia che si prova poco prima di un’azione comune quale il parlare, il presentarsi a qualcuno, il dormire, l’eseguire un compito, il prepararsi ad un incontro sessuale, ecc… questo tipo d’ansia ci mette davvero poco a trasformarsi in una condizione patologica o di profondo disagio. Come si fronteggia questo tipo di ansia?…in specifici percorsi terapeutici si può vietare l’azione fonte di ansia… oppure invitare la persona a immedesimarsi nelle situazioni di cui ha più paura e ad affrontarle nella maniera più naturale possibile, senza commettere quelle azioni erronee che spesso producono ansia. Queste sono ovviamente tecniche che richiedono tempo e soprattutto un lavoro di consapevolezza sulle cause del proprio disagio.
ANSIA DA SITUAZIONE: sono ansie più “complesse” e di natura nevrotica. Le principali ansie da situazione sono la fobia di essere osservati, la paura della bruttezza, il terrore di produrre un cattivo odore. Esse sono paure profonde, legate a complessi di autopunizione…dietro questo tipo di ansia si cela spesso un grosso problema di autostima.
ANSIA FLUTTUANTE: è quello stato di attesa snervante e di irrequietezza che ha origine dal timore di non essere all’altezza del proprio ruolo o dei compiti che si è tenuti a svolgere. Nella società complessa dei giorni nostri, dove il senso di precarietà e la necessità di svolgere ruoli sempre più specifici e flessibili sono molto pressanti, questa forma di ansia può insorgere in maniera alquanto frequente.
Come si può intuire, la chiave di volta per il trattamento di questi problemi consiste nell’individuare il tipo di ansia con cui si ha a che fare, per analizzarne le origini e per mettere in atto l’intervento più specifico e mirato: vista la complessità dei quadri ansiosi, non è un compito facile…serve il massimo dell’impegno e della competenza da parte dello psicologo e il massimo della disponibilità ad aprirsi da parte del paziente. È necessario quindi un importante lavoro che si basi sulla fiducia…
Dott. Davide Ivan Caricchi
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