Non di rado nel linguaggio comune si sente parlare del fenomeno psicopatologico denominato narcisismo maligno. Nella mia decennale pratica di psicologo online e di psicologo in studio a Torino mi è capitato in alcune circostanze di confrontarmi con problematicità di questo tipo, problematiche alquanto rare poiché le persone che soffrono di tale disagio psichico fanno una grande fatica a confrontarsi con le proprie emozioni e ad usarle per una finalità meramente introspettiva e non manipolatoria.
Partiamo dal principio fornendo una definizione sintetica di narcisismo maligno: il narcisismo maligno può essere considerato come una manifestazione psicopatologica in cui si fondono forme estreme di narcisismo, condotte di natura antisociale, aggressività, ideazioni o comportamenti sadici. Il soggetto che soffre di narcisismo maligno può anche essere definito “manipolatore perverso”, a causa del suo marcato compiacimento (più o meno inconscio a seconda che ci si avvicini di più alla “polarità narcisistica” o più alla “polarità psicopatica”) nel manipolare il prossimo.
Il narcisismo maligno è un fenomeno alquanto complesso che presenta dei punti di contatto con altre forme di sofferenza psichica.
Tutti noi, in linea di massima, sappiamo che cos’è il narcisismo, una caratteristica o tratto di personalità contraddistinto da un’eccessiva centratura su se stessi, una carenza in termini di empatia e una perenne ricerca di ammirazione e approvazione da parte degli altri.
La persona che presenta una predisposizione al narcisismo può avere una visione di sé eccessivamente positiva risultando alla lunga insensibile alle esigenze e ai sentimenti degli altri. Ovviamente esistono numerose tipologie e sfumature di narcisismo (basti già pensare alla differenza tra narcisismo “overt” e narcisismo “covert).
Un discorso diverso va fatto per il narcisismo maligno. Esso è una forma estrema e dannosa di disturbo narcisistico della personalità: si caratterizza per una combinazione di tratti narcisistici pronunciati e comportamenti malevoli o antisociali.
Il narcisismo maligno è da considerarsi come una condizione psicologica in cui un individuo presenta una marcata mancanza di empatia nei confronti degli altri, uno smodato senso di grandiosità, una costante ricerca di ammirazione e potere associata a comportamenti manipolativi, spesso finalizzati a sfruttare gli altri per il proprio vantaggio.
Le persone con narcisismo maligno possono essere estremamente manipolative, bugiarde, vendicative e non esitano a danneggiare gli altri per “nutrire” il loro senso di superiorità e importanza.
È fondamentale tenere conto di un aspetto importantissimo: tale forma di narcisismo va oltre il semplice narcisismo e può portare a gravi conseguenze non solo per la persona che soffre di questo disagio ma anche per le persone ad essa vicine e per coloro che vi interagiscono. Le relazioni con gli individui affetti da questo tipo di narcisismo spesso risultano tossiche e dannose. La comprensione di questa condizione è importante per la diagnosi e il trattamento adeguato ma può essere una sfida difficile e faticosa, a causa della resistenza dell’individuo a riconoscere il proprio comportamento problematico.
Diversi studiosi, psichiatri e psicologi si sono cimentati nello studio e nell’analisi del narcisismo maligno.
A tal proposito, esso può essere considerato una sottocategoria del disturbo narcisistico della personalità che rappresenta una forma estrema e dannosa di narcisismo. Gli autori che hanno fornito il contributo più significativo per la comprensione di questa forma di psicopatologia sono:
Otto Kernberg che ebbe il merito di individuare la gravità del narcisismo maligno e ha sviluppato il concetto di “struttura narcisistica” in cui poter inserire tale problematica nella polarità di gravità estrema di queste strutture di personalità che ruotano intorno al narcisismo. Kernberg ha inoltre evidenziando l’importanza di difese quali la proiezione, l’idealizzazione, la svalutazione e l’identificazione proiettiva in strutture di personalità organizzate intorno al narcisismo maligno.
Heinz Kohut: Kohut ha introdotto la teoria dell’oggetto narcisista, suggerendo che le persone con disturbo narcisistico di personalità possono presentare un deficit nell’auto-oggetto, il che porta la persona con narcisismo maligno a cercare costantemente l’approvazione e l’ammirazione degli altri ma in una maniera manipolatoria e “tossica”.
Theodore Millon: Millon ha contribuito alla comprensione di tale forma di narcisismo definendo i suoi tratti principali tra cui la grandiosità, la manipolazione, l’insensibilità e la ricerca del potere e del controllo.
James Masterson: Masterson ha esplorato le dinamiche di questa forma di narcisismo concentrandosi sul concetto di “narcisismo da separazione”, a partire dal quale l’individuo ha difficoltà a tollerare la separazione dagli oggetti (le persone) di desiderio.
Karen Horney: grazie a lei è stata introdotta e implementata la teoria dei meccanismi di difesa narcisistica. A partire da questa teoria, si può evincere come le persone con disturbo narcisistico di personalità possano utilizzare la “soluzione dell’orgoglio” per nascondere le loro vulnerabilità.
Le caratteristiche principali del narcisismo maligno possono essere considerate le seguenti:
Grandiosità e arroganza estreme: Le persone con narcisismo maligno hanno un senso smisurato di superiorità e spesso si comportano in modo altezzoso o sprezzante verso la stragrande maggioranza delle persone.
Mancanza di empatia: è quasi del tutto assente la capacità di comprendere o preoccuparsi genuinamente dei sentimenti degli altri, di immedesimarsi nello stato d’animo altrui. Tali persone sono spesso indifferenti alle sofferenze degli altri.
Sfruttamento degli altri: i soggetti con narcisismo maligno tendono a sfruttare perennemente il prossimo per i loro benefici, senza tanti scrupoli o sensi di colpa.
Manipolazione: le persone pervase dal narcisismo maligno si servono della manipolazione emotiva e psicologica per ottenere ciò che vogliono dagli altri.
Insicurezza nascosta: nonostante la loro arroganza ad un livello esterno, le persone con narcisismo maligno spesso nascondono profonde insicurezze e fragilità.
Predisposizione alla vendetta: tali persone possono reagire con rabbia e vendetta quando si sentono minacciate o ferite cercando di danneggiare deliberatamente gli altri.
Condotte antisociali: in alcuni casi il narcisismo maligno può sfociare in comportamenti antisociali o criminali.
Relazioni disfunzionali: le relazioni sentimentali con persone affette da narcisismo maligno risultano spesso tossiche e instabili, con fasi di idealizzazione primitiva seguite da repentine fasi di svalutazione primitiva, quando le cose non vanno secondo le aspettative del paziente narcisista.
È importante sottolineare che il narcisismo maligno rappresenta una forma estrema di narcisismo. Da un punto di vista clinico, questa sofferenza psichica costituisce una sfida notevole per la persona che ne soffre e per coloro che ci vivono assieme.
La diagnosi e il trattamento richiedono solitamente interventi psicologici (e talvolta anche farmacologici) complessi e articolati che sovente tali pazienti non tollerano e se ne liberano adottando strategie di evitamento.
Il narcisismo maligno e la psicopatia sono due condizioni distinte che tuttavia possono condividere diversi tratti comportamentali. Ecco le principali differenze tra le due psicopatologie:
Nucleo del disturbo: innanzitutto, il nucleo del disturbo del narcisismo maligno risiede nel disturbo narcisistico di personalità. Le persone con narcisismo maligno mostrano una marcata grandiosità, una costante ricerca di ammirazione e un senso esagerato di importanza personale. Sono inclini a comportamenti manipolativi e spesso cercano di sfruttare gli altri per ottenere ciò che desiderano. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle loro condotte manipolatorie è di natura inconscia. Nella psicopatia, invece, la condotta manipolatoria è per lo più consapevole.
Psicopatia: la psicopatia è un disturbo della personalità appartenente al Cluster B, come il disturbo narcisistico di personalità, tuttavia resta un disturbo separato e più ampio che coinvolge una totale mancanza di empatia, assenza di rimorso e di senso morale.
Lo psicopatico può mentire spudoratamente, così come può mostrare comportamenti antisociali e manipolativi, ma tutto questo non lo fa per soddisfare il suo eccessivo senso di grandiosità o narcisismo, lo fa per altri motivi che sono in linea con il suo funzionamento di personalità freddo e del tutto assente di moralità e senso di colpa.
Origini del narcisismo maligno: il narcisismo maligno deriva principalmente dal narcisismo patologico e dall’ostinata ricerca di ammirazione, potere e approvazione. La psicopatia invece è un disturbo della personalità più ampio e complesso che spesso va di pari passo con una predisposizione biologica e con realtà familiare deficitarie tali da creare il terreno fertile per l’insorgenza del funzionamento psicopatico.
Sempre in un’ottica di diagnosi differenziale, è importante tenere conto che le persone con narcisismo maligno possono occasionalmente mostrare empatia, tuttavia la utilizzano in maniera limitata o “sgangherata” e spesso la sfruttano per ottenere vantaggi personali. Gli psicopatici, invece, presentano quasi sempre una totale mancanza di empatia, sono freddi e insensibili nei confronti delle emozioni altrui.
Comportamenti antisociali: nel narcisismo maligno le condotte antisociali possono essere il risultato di comportamenti manipolativi e dannosi, ma non necessariamente comportamenti antisociali gravi. La psicopatia, invece, è spesso associata a comportamenti antisociali gravi come crimini violenti, menzogne patologiche e mancanza di rimorso.
In sintesi, benché entrambe le condizioni possono presentare in maniera significativa comportamenti manipolativi e disfunzionali, la principale differenza è data dal fatto che il narcisismo maligno affonda le sue radici nel disturbo narcisistico di personalità e si concentra sulla grandiosità e sulla ricerca di ammirazione, mentre la psicopatia è un disturbo più ampio, caratterizzato da una mancanza di empatia, da assenza di rimorso e dalla presenza di comportamenti antisociali gravi che non tengono minimamente conto della sofferenza che si può arrecare alla vittima. Tuttavia, in alcune situazioni, queste due condizioni psicopatologiche possono grandemente sovrapporsi.
Secondo la psicoanalisi, il narcisismo maligno affonda le sue radici nelle dinamiche profonde che vanno a costituire la personalità e nelle esperienze di sviluppo dell’individuo. Ecco alcune delle cause profonde associate al narcisismo maligno, viste da una prospettiva psicoanalitica:
Sviluppo infantile: un’esperienza chiave associata al narcisismo maligno è la mancanza di amore e attenzione adeguati durante l’infanzia. Secondo la teoria psicoanalitica, un eccesso o una carenza di gratificazione nelle prime fasi dello sviluppo può incidere sulla costituzione di tratti narcisistici. Ad esempio, un eccesso di gratificazione può portare a una grandiosità narcisistica, mentre una carenza di gratificazione può innescare un desiderio costante di ammirazione.
Ferite narcisistiche: l’individuo con narcisismo maligno potrebbe aver subito ferite narcisistiche durante l’infanzia, come critiche costanti o abuso emotivo. Queste ferite possono portare allo sviluppo di tratti narcisistici che rappresenterebbero una strenua difesa dalla potenziale minaccia di ulteriori ferite emotive.
Difese narcisistiche: le persone con narcisismo maligno spesso utilizzano difese narcisistiche primarie per proteggere la loro vulnerabilità. Queste difese includono la proiezione (attribuire i propri difetti agli altri), l’idealizzazione primitiva (vedere se stessi o gli altri in modo irrealisticamente positivo) e la svalutazione primitiva (sminuire pesantemente gli altri così da controbilanciare il proprio profondo senso di superiorità che in realtà cela una marcata fragilità interiore).
In sintesi, la psicoanalisi suggerisce che le cause profonde del narcisismo maligno derivino da esperienze di sviluppo problematiche e ferite narcisistiche durante l’infanzia che portano a dinamiche narcisistiche nell’età adulta. Queste dinamiche possono essere affrontate attraverso una psicoterapia con uno psicologo a orientamento psicodinamico per favorire la comprensione del narcisismo maligno da parte del paziente e lavorare su forme alternative di relazione e modalità più autentiche per entrare in contatto emotivo con gli altri.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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