Il lavoro sul significato della rabbia è una sfida complessa per lo psicologo online e per lo psicologo in studio. Nel precedente articolo sull’argomento, abbiamo iniziato ad analizzare l’emozione della rabbia sotto molteplici aspetti. Abbiamo potuto vedere, per esempio, quanto anche questa emozione possa rappresentare una preziosa risorsa per orientarci nel mondo, per dare ascolto ai nostri bisogni e per regolare e far crescere le nostre relazioni.
Abbiamo inoltre potuto scoprire come talvolta dietro manifestazioni di rabbia eccessive si celi un “difficoltà a riconoscere una profonda sofferenza, un’insicurezza”. La sfida clinica dello psicologo online sta proprio nel comprendere e analizzare cosa ci sia dietro queste manifestazioni di rabbia e accoglierle in sede di colloquio clinico. Ma talvolta, invece, la rabbia non si esprime mai, anzi diventa un qualcosa da rifuggire nella maniera più assoluta. Cosa succede in queste situazioni?
Psicologo e psicologo online si confrontano quotidianamente con l’emozione della rabbia in seduta, sia in forma più esplicita ed eterodiretta sia in forma più passiva: anche il trincerarsi dietro lunghi silenzi può rappresentare una forma di rabbia verso lo psicologo o lo psicologo online.
Nella vita quotidiana ci si confronta spesso con vissuti di rabbia: in famiglia, al lavoro, con amici e conoscenti, addirittura con se stessi. Talvolta capita di sentirsi assaliti da un’emozione molto intensa che può saturarci e che sembra possa “esplodere” da un momento all’altro. Di fronte alla rabbia molte persone invece si trattengono per evitare di esplicitarla, di tirarla fuori e comunicarla agli altri. Sovente è l’educazione impartita dalla famiglia che inibisce la manifestazione dei vissuti rabbiosi, vissuti che vengono disapprovati o che si cerca di negare e non riconoscere, perché fonte di tensione e conflittualità. Ecco che però il soggetto che si è confrontato con queste dinamiche familiari e relazionali tese a reprimere la rabbia si ritrova da adulto ad avvertire un senso di impotenza e scarsa autenticità nelle relazioni: può sentirsi non in grado di farsi valere, di imporsi nel mondo, di essere riconosciuto, apprezzato e visto dagli altri. La rabbia, del resto, serve anche a questo!
Lo psicologo e lo psicologo online, nella loro pratica clinica, devono confrontarsi spesso con realtà in cui le persone non sono state in grado di crescere emotivamente da poter riconoscere, accettare e mettere nel campo comunicativo l’emozione della rabbia risultando pertanto impossibilitate a riconoscere e condividere i propri bisogni. È nel riconoscere e comunicare adeguatamente la rabbia che si possono ottenere risultati soddisfacenti nella propria esistenza oppure giungere a risultati di compromesso con gli altri significativi, aspetto che costituisce la base della vita e della relazionalità adulta: se non si mette mai in gioco la propria rabbia, se non si esplicita mai all’altro la propria insofferenza per qualcosa che non sta andando bene, come si potrà raggiungere un compromesso? Ci si appiattirà sempre sulle posizioni e sulle esigenze degli altri, con un inevitabile circolo vizioso di frustrazione.
È nelle dinamiche di transfert e controtransfert all’interno della seduta di psicoterapia che psicologo e psicologo online possono comprendere in che modo si è generato un blocco nel paziente per quel che concerne l’espressione della rabbia. Ecco che allora le “embrionali” manifestazioni di rabbia che il paziente esprime nel rapporto con il suo terapeuta non dovranno essere stigmatizzate o negate (come probabilmente il paziente avrà sempre sperimentato nelle sue esperienze precedenti), bensì andranno valorizzate e analizzate, così da renderle non un qualcosa di “mostruoso” e inaccettabile ma come un qualcosa che fa parte dell’esperienza umana e che ci può aiutare nella vita.
Ovviamente questo tipo di lavoro andrà effettuato dallo psicologo online con quei pazienti con funzionamento depressivo o particolarmente inibito, così da dare loro nuovi strumenti per mettersi in gioco nel mondo. Con i pazienti che invece presentano problemi nella gestione degli accessi di rabbia, andrà fatto un lavoro completamente diverso che analizzeremo in un successivo articolo.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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