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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 1 Lug, 2022

L’ “agonia” della sospettosità: il disturbo paranoide di personalità.

In questo articolo scritto dalla dott.ssa Giusy Evelin Licata, analizzeremo un disturbo di personalità difficile da trattare per psicologi e psicologi online: il disturbo paranoide di personalità.
Il disturbo paranoide di personalità si caratterizza per la tendenza persistente e ingiustificata a interpretare le intenzioni e le azioni degli altri come malvagie.
La sfiducia e la sospettosità negli altri da parte del soggetto paranoide sviluppa il timore ingiustificato che gli altri complottino contro di lui e possano attaccarlo in ogni momento e senza alcuna ragione.
Per questo loro atteggiamento, i soggetti con disturbo paranoide di personalità possono agire in modo cauto e guardingo ed apparire “freddi” e privi di sentimenti.

                                                         

Caratteristiche cliniche del disturbo paranoide di personalità

I soggetti con disturbo paranoide di personalità provano costantemente del risentimento, tendono a reagire eccessivamente anche per affronti minimi e sono pronti a contrattaccare quando credono di essere maltrattati. Il comportamento della persona paranoide non incoraggia le persone a lui vicine ad essere gentili e generose ma al contrario genera in loro sfiducia e ostilità.
Questa dinamica provoca la cosiddetta “profezia che si autoavvera”: la natura aggressiva e sospettosa di un paziente con disturbo paranoide di personalità suscita negli altri il tipo di comportamento da lui stesso previsto, diffidenza e ostilità, e quindi conferma le sue ipotesi iniziali.
Poiché la minaccia principale è rappresentata dagli altri, il paranoide è attento ad ogni segnale di pericolo o di falsità nell’interazione: egli cerca continuamente il significato sottostante alle intenzioni degli individui. Il non essere fiducioso nei confronti degli altri si traduce in un bisogno spasmodico di essere autosufficienti e in un forte desiderio di autonomia e indipendenza.
Quando ritengono di essere stati offesi, i soggetti paranoici possono indulgere alla rimuginazione, alla “ruminazione mentale”. Inoltre non perdonano chi può averli feriti, anzi, tendono alla rabbia e al contrattacco. Hanno bisogno di autonomia e di controllo, a causa della loro diffidenza inscalfibile.
Per una persona con disturbo paranoide di personalità è difficile fidarsi o intessere rapporti di intimità affettiva, in quanto tale soggetto ha paura che quanto racconta di sé possa essere usato a suo danno. Una persona che soffre di disturbo paranoide di personalità può considerare difficile essere leale verso gli amici e nutre gelosia nei confronti del partner.
Gli individui con disturbo paranoide di personalità possono essere gelosi in modo patologico, spesso sospettano che il coniuge o il partner sessuale sia infedele senza una giustificazione adeguata. Possono raccogliere “prove” banali o circostanziate per supportare le loro convinzioni di gelosia.

                                       

Esordio e cause del disturbo paranoide di personalità

Ma quali sono le fasce di età in cui solitamente insorge il disturbo paranoide di personalità?
L’esordio di tale disturbo di personalità avviene in adolescenza o prima età adulta, anche se raramente il soggetto giunge all’osservazione di un terapeuta prima dei 30-40 anni.
Le cause dell’ideazione paranoide sembrerebbero essere riconducibili ad una combinazione di fattori ereditari, psicologici e sociali.
Fattori ereditari
Tra i fattori ereditari, la ricerca evidenzia come una storia familiare di disturbi psichiatrici, paranoia, ansia, depressione, fobie o schizofrenia possa comportare una maggiore probabilità di insorgenza del disturbo paranoide.
Fattori psicologici
Tra i fattori psicologici, la compresenza di altri disturbi psichiatrici, disturbi dell’umore, disturbi di tipo psicotico e disturbi di abuso di sostanze (quali cocaina e anfetamine) o alcol può favorire lo sviluppo del pensiero paranoide.
Ma che bambino è stato l’individuo paranoide?
Tra i fattori psicologici e relazionali possiamo individuare le prime interazioni con i familiari, come ad esempio dinamiche familiari all’insegna del rifiuto o della negligenza, un attaccamento insicuro, ecc. Nell’infanzia e preadolescenza possiamo ritrovare difficoltà a rapportarsi col gruppo di pari, fenomeni quali isolamento sociale, bullismo, esperienze infantili traumatiche. Tali fenomeni potrebbero condizionare il pensiero di un bambino in senso paranoico dando vita ad un sé vulnerabile che potrebbe essere maggiormente associato alla paranoia.

                                                 

La psicoterapia con il paziente che soffre di disturbo paranoide di personalità

La terapia del disturbo paranoide di personalità è molto difficile, anche perché la sfiducia dei soggetti paranoidi si estende anche ai loro psicologi o psicologi online; i soggetti con funzionamento paranoide ritengono che lo psicologo o lo psicologo online possa avere intenzioni manipolative nei loro confronti o possa tramare a suo scapito insieme ai suoi familiari. E’ molto difficile che accettino di portare avanti una psicoterapia ma, nel caso in cui ci riescano, hanno discrete possibilità di ottenere dei miglioramenti con un percorso di media-lunga durata.
Come abbiamo già detto, in genere le persone che soffrono di questo disturbo non cercano spontaneamente aiuto: sono spesso i parenti ad insistere affinchè il soggetto inizi una psicoterapia, per diverse motivazioni, tra le quali troviamo più frequentemente uno stato depressivo del soggetto, un suo progressivo isolamento sociale o problemi relativi a comportamenti rabbiosi e aggressivi.
La psicoterapia è sicuramente un trattamento adeguato. Tuttavia, una psicoterapia o una psicoterapia online individuale a lungo termine è difficile da impostare perché la sfiducia e la sospettosità dei soggetti con disturbo paranoide tende a coinvolgere anche la figura dello psicologo o dello psicologo online.
Questo tipo di trattamento è volto ad individuare non solo i comportamenti disfunzionali ma anche le cognizioni e gli affetti che caratterizzano il disturbo; in altre parole, il paziente viene allenato a riconoscere e identificare le emozioni che prova, a capire come pensa, come agisce e come fronteggia i problemi.
L’obiettivo finale è quello di migliorare la qualità di vita della persona paranoide rispettando le sue esigenze e le sue priorità. Per raggiungere tale obiettivo, è indispensabile creare, fin dalle prime sedute, le condizioni ideali per stabilire un buon rapporto terapeutico; lo psicologo o lo psicologo online dovrà evitare il coinvolgimento in dinamiche relazionali patologiche accordandosi sin dagli inizi sugli scopi e gli obiettivi del lavoro terapeutico.
Il trattamento con il paziente paranoide deve fondarsi sul riconoscimento degli stati d’animo che sono tipici dalla persona con questo disturbo; è inoltre importante aiutare il paziente a riconoscere in maniera sempre più consistente i suoi vissuti di minaccia, pericolo o timore di derisione, a cui seguono spesso emozioni quali ansia, tensione, rabbia, oltre a senso di esclusione, con conseguente tristezza ed isolamento sociale.
Il trattamento può portare buoni risultati aiutando il paziente a potenziare le sue capacità sociali e a diminuire la sua sospettosità.

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