Lo psicologo e lo psicologo online si confrontano continuamente con problematiche d’ansia più o meno gravi. L’ansia, insieme alla depressione, è il disturbo psichico più diffuso e più trattato in ambito psicoterapeutico.
Tuttavia l’ansia rappresenta un vero e proprio “universo” nell’ambito del disagio psichico che si colloca tra l’altro lungo un continuum di gravità e complessità: abbiamo l’ansia di natura nevrotica, ossia l’ansia ancorata ad un esame di realtà più stabile; l’ansia borderline, contraddistinta da un senso di dissoluzione della rappresentazione di sé; l’ansia psicotica, ansia che spesso coincide con un angoscioso terrore di disintegrazione e frammentazione. Abbiamo poi diversi tipi di ansia a seconda della patologia in cui si manifesta, come l’ansia di tratto (insita nell’individuo) e l’ansia di stato (legata ad una specifica situazione).
L’ansia è pertanto un’emozione complessa e articolata, con innumerevoli sfaccettature.
Come ben noto, l’ansia è uno stato emotivo contraddistinto da una condizione perniciosa di apprensione, allerta e attivazione, con frequenti alterazioni a livello fisico, come per esempio dispnea, palpitazioni, sudorazione, aumento della pressione sanguigna, diarrea, tremori, vertigini, capogiri, ecc.
Premesso che l’ansia è un vissuto che caratterizza moltissimi disturbi psichici, come accennato in precedenza, ci sono dei disturbi specifici che ruotano intorno alla problematica dell’ansia e che prendono il nome di Disturbi d’Ansia.
Nei Disturbi d’Ansia possono emergere pensieri ossessivi, preoccupazioni assillanti oppure condotte di evitamento delle situazioni fonte di ansia.
Diverse sono le patologie annoverabili tra i Disturbi d’Ansia: il disturbo da attacco di panico, le fobie, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo post-traumatico da stress, il disturbo acuto da stress e il disturbo d’ansia generalizzato. In ognuno di questi disturbi l’ansia si esprime in una forma e intensità differente.
Nel vissuto d’ansia patologica, lo stato di attivazione e “arousal” tipico di questo sintomo risulta non essere collegato a nessun evento, circostanza o causa: ma soltanto in apparenza. In realtà ci sono della cause più o meno profonde, più o meno inconsce, che vanno a generare lo stato d’ansia.
Iniziamo ad approfondire le origini degli studi psicodinamici sull’insorgenza dei disturbi d’ansia.
L’ansia è una condizione decisamente diversa dalla paura, in quanto la paura è strettamente collegata ad una minaccia concreta. Ma proviamo ad entrare più in profondità nell’ambito dei disturbi d’ansia.
Secondo il modello psicodinamico, l’ansia può essere considerata come il risultato di un conflitto psichico tra desideri inconsci provenienti da una parte più “istintuale” e pulsionale di sé (in psicoanalisi viene definito “Es”) e le relative minacce di punizione e disapprovazione all’idea di soddisfare questi desideri (note in psicoanalisi con il termine di “Super-Io).
L’ansia costituisce un forte segnale che rileva la presenza di un “pericolo” proveniente dall’inconscio. In risposta a tale segnale, l’Io mette in campo dei meccanismi psichici atti a fronteggiare questa situazione: i meccanismi di difesa. I meccanismi di difesa impediscono che pensieri e vissuti emotivi inaccettabili provenienti dall’inconscio affiorino alla coscienza.
Se il segnale d’ansia non riesce a mobilitare sufficientemente le difese dell’Io, insorgerà ancora più ansia e in maniera ancora più duratura.
Secondo Freud l’ansia consiste in un affetto dell’Io: l’Io è quell’istanza del sistema psichico che controlla l’accesso alla coscienza di tutti i contenuti mentali. Tramite il meccanismo della rimozione, l’Io si distanzia non solo dagli impulsi inaccettabili ma da qualunque associazione con gli impulsi e i desideri provenienti dalla parte più profonda del sistema psichico, l’Es. L’Io pertanto censura sia l’impulso proveniente dall’Es, sia la rappresentazione psichica.
Nel momento in cui un desiderio inaccettabile o un impulso viene rimosso, esso può esprimersi comunque sottoforma di sintomo. Il sintomo ansioso rappresenta una sorta di “compromesso” tra la rimozione dell’impulso (tramite i meccanismi di difesa che fronteggiano l’ansia legata al contenuto inaccettabile che minaccia di affiorare alla coscienza) e il manifestarsi dell’impulso stesso. A seconda dei meccanismi difensivi messi in atto e delle successive manifestazioni sintomatiche, il disturbo d’ansia che ne deriva potrà essere: un pensiero ossessivo, un rituale compulsivo, una manifestazione psicosomatica oppure un evitamento fobico.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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