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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 9 Mar, 2019

L’ansia: un problema diffuso, un fenomeno complesso

L’ansia costituisce uno dei problemi psicologici più diffusi nella popolazione mondiale. Tutti noi nella nostra vita ci siamo confrontati con questo affetto in maniera più o meno consistente.
Storicamente l’ansia è l’affetto a partire da cui si è sviluppata la psicoanalisi e la psichiatria psicodinamica. Pertanto per psicologi, psicoterapeuti e psichiatri essa costituisce un’affascinante ma al tempo stesso difficilissima “sfida” da affrontare quotidianamente nelle pratica clinica. Esistono diverse categorie di disturbi d’ansia: il disturbo da attacco di panico, le fobie, il disturbo d’ansia generalizzato, l’agorafobia, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo post-traumatico da stress, ecc.
Ma analizziamo più a fondo le dinamiche alla base dell’ansia.

                                                           

 

Ansia: un segnale di qualcosa che non va

L’ansia può essere definita come uno stato emotivo contraddistinto da paura e preoccupazione che non sono necessariamente collegate ad un qualcosa di concreto, a differenza della paura che invece insorge a seguito di un pericolo presente.
Proviamo ora a fare qualche considerazione più profonda sulle dinamiche dell’ansia e sulla sintomatologia che essa genera. L’ansia è un segnale della presenza di un pericolo nell’inconscio (la parte più profonda e primitiva del Sé). L’ansia ci comunica quindi che a livello profondo c’è qualcosa che non va, solo che di questo “qualcosa” non ne abbiamo coscienza. In risposta a questo segnale di ansia, l’Io (che è la parte più consapevole di noi) attiva delle specifiche operazioni mentali che ci vengono in aiuto per diminuire l’ansia: i meccanismi di difesa. Tali meccanismi, una volta attivi, impediscono a pensieri o vissuti inaccettabili di arrivare alla coscienza. Quando questi meccanismi di difesa funzionano bene, l’ansia viene adeguatamente tenuta a bada. Quando però il segnale d’ansia non è in grado di mobilitare in maniera soddisfacente i meccanismi di difesa, ne deriva un aumento ulteriore dell’ansia e l’insorgenza di tutta una serie di sintomi nevrotici.
Ecco che l’ansia in questi contesti diventa la manifestazione concreta di un conflitto inconscio fonte di sofferenza che deve essere individuato e integrato con il resto della personalità attraverso la psicoterapia.

                                         

 

Dinamiche alla base dell’ansia e considerazioni terapeutiche

L’ansia è un vissuto alquanto complesso e sfaccettato ed è sempre connessa ad una situazione di pericolo che la persona sente come molto concreta. Tali situazioni di pericolo percepito possono essere di varia natura. Un pericolo che spesso viene vissuto può essere quello di perdere una persona significativa, con conseguenti sentimenti di abbandono. Un altro pericolo di base connesso all’ansia è quello della perdita dell’amore e dell’affetto degli altri, un vero e proprio terrore del rifiuto. Vi è poi la paura della perdita dell’integrità del proprio corpo (con annesse paure ipocondriache), di danno o di mutilazione di parti del proprio corpo. Abbiamo poi la paura della perdita del riconoscimento della propria moralità con relativi sentimenti di colpa o di vergogna.
Un’altra paura importante spesso connessa a forti vissuti di ansia è quella della perdita del controllo di Sé, come per esempio perdere il controllo dei propri pensieri, movimenti, azioni oppure dei propri sentimenti e delle proprie sensazioni.
Come si può intuire, l’ansia presenta delle forti implicazioni a livello emotivo ma non solo: anche a livello cognitivo vi sono delle conseguenze nefaste quali distraibilità, confusione, problemi di concentrazione e deficit nell’efficacia del pensiero.
Nel trattamento psicoterapeutico ad orientamento psicodinamico l’obiettivo principale è quello di integrare le componenti affettive e cognitive legate ai disturbi d’ansia alla propria personalità, oltre ad un accurato lavoro teso a ridurre la tendenza a somatizzare ansia e angoscia, aspetto quest’ultimo che non aiuta a riconoscere le origini squisitamente psicologiche dei problemi d’ansia (in quanto vengono spostati sul corpo).
Benché l’ansia possa essere affrontata con una serie di tecniche focalizzate sul sintomo, un’analisi accurata delle cause profonde di questo penoso stato emotivo può favorire le relative capacità di controllo da parte del paziente per prevenire potenziali crisi di angoscia o problemi di natura psicosomatica.

                                                  

 

 

 

 

 

 

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