L’emozione della rabbia è un vissuto che tutti noi proviamo. Pur essendo una sensazione poco piacevole, la rabbia è un’emozione primaria che ci aiuta a orientarci nella vita, ci consente di esprimerci in maniera autentica, di far valere le nostre ragioni, di chiarirci con qualcuno e di far crescere le nostre relazioni.
Nei contesti patologici invece, la rabbia assume delle connotazioni di natura esplosiva che comunicano un profondo disagio e la difficoltà di mentalizzare e accettare la frustrazione.
Con questo articolo inizieremo un’ampia rassegna sul significato profondo dell’emozione della rabbia analizzandone le caratteristiche da un punto di vista prettamente psicodinamico.
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ToggleChe cos’è l’emozione della rabbia? Partiamo da una definizione generale: la rabbia è uno “stato psichico alterato, suscitato da elementi percepiti come minacce o provocazioni capaci di rimuovere i freni inibitori che normalmente stemperano le scelte del soggetto coinvolto” (Fonte: Wikipedia).
La rabbia è un’emozione che spesso riconosciamo e accettiamo con difficoltà e con non poche resistenze: molte problematiche depressive sono il frutto di una non accettazione dei propri vissuti di rabbia che generano colpa e vengono inconsciamente rivolti contro se stessi, sottoforma di autosvalutazione, insicurezza, dinamiche di autocolpevolizzazione. Sovente la rabbia viene collegata alla componente più aggressiva di noi stessi e pertanto considerata come un qualcosa di sbagliato, da stigmatizzare e criticare.
Tuttavia, l’emozione della rabbia, per quanto controintuitivo possa sembrare, è una preziosa risorsa, come tutte le altre emozioni primarie. La rabbia è innanzitutto un segnale: un segnale che insorge nel momento in cui ci sentiamo violati o attaccati nel nostro campo psichico. Ma non solo!
La rabbia può rappresentare anche una reazione all’impossibilità o alla difficoltà di soddisfare le proprie esigenze fisiche, mentali ed emotive. Può emergere in reazione al non riuscire ad indirizzare la propria vita verso le aspettative e i progetti che ci si era prefissati. Dietro l’emozione della rabbia può nascondersi una difficoltà a riconoscere una profonda sofferenza, un’insicurezza.
Nei casi più gravi, l’emozione della rabbia può essere l’unica forma comunicativa che l’individuo riesce ad esprimere di fronte ad eventi traumatici.
In molti contesti di crisi e sofferenza, pertanto, la rabbia può essere vista come la “cartina tornasole” del proprio senso di impotenza di fronte ad eventi vissuti come insormontabili o del proprio funzionamento psichico fonte di dolore.
La rabbia, tuttavia, ha un suo significato e un suo valore. Ciascuno di noi ha la necessità di manifestare la rabbia: è un modo per porsi nei confronti degli altri in maniera autentica e genuina. Immaginiamoci un rapporto di amicizia o una relazione sentimentale dove tutto “va sempre bene”, nulla dà mai fastidio e tutto “fila sempre liscio come l’olio”: sarebbe un rapporto un po’ “sospetto” dove 1) non c’è un reale interesse o sentimento reciproco oppure 2) dove uno dei due reprime le proprie frustrazioni per non creare problemi. Si può giungere ad un relativo senso di appagamento e realizzazione soltanto se si va nella direzione del perseguimento dei propri bisogni e delle proprie aspettative, ovviamente nei limiti costituiti dall’ambiente circostante, dagli altri e dalle persone significative. E per muoversi in tale direzione, talvolta è necessario esprimere l’emozione della rabbia. In alcune circostanze il manifestare la rabbia è fondamentale per un armonioso funzionamento della persona, per migliorare le proprie capacità relazionali e le dinamiche emotive con le persone importanti.
Nei prossimi articoli sull’argomento approfondiremo ulteriormente le dinamiche sottostanti l’emozione della rabbia.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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