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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 30 Apr, 2021

L’online come unico appiglio: ma a quale prezzo?

Se ancora prima dell’avvento del Covid-19 giovani e adulti passavano già molto tempo online, con l’avvento della pandemia questo mondo è diventato l’unico mezzo per il mantenimento dei rapporti umani e sociali.
Fino ad un anno fa, il pensare di fare lezioni online o incontri di supporto psicologico a distanza ci sarebbe sembrato, probabilmente, una follia, follia che, ad oggi, è diventata un’abitudine e una nuova normalità.
Questo nuovo mondo sicuramente racchiude in sé, come ogni oggetto della vita reale, punti di forza e limiti. Sicuramente ha rappresentato l’unica alternativa possibile al fine di evitare i contagi e la diffusione del virus, permettendoci di mantenere le relazioni più significative, ma qual è stato il prezzo da pagare?

                                     

La modalità “online”, la mancanza del contatto fisico e il rischio di chiusura in sé

“Stiamo vivendo solo la parte più brutta della scuola: lezioni e verifiche” riportano molti ragazzi delle scuole medie e superiori a cui è stata tolta la possibilità di concedersi momenti di spensieratezza, di risate tra i banchi di scuola. Limitati a vedersi solo tramite una fotocamera, i ragazzi sono stati sottratti delle interazioni sociali, in un momento in cui ciò significa tutto per loro. Durante un’esperienza lavorativa, per ironia della sorte, due bambini della stessa classe si sono incontrati nell’atrio di un centro adibito alla valutazione neuropsicologica.
La luce nei loro occhi, la loro contentezza, la voglia di stringersi e di lasciarsi indietro tutta questa situazione era enorme, trovandosi uno di fronte all’altro e non più dietro uno schermo.
Una contentezza circoscritta, durata per poco e che ha lasciato subito il posto alla tristezza di considerare quell’evento come l’eccezione e non poi come la normalità.
Inoltre, all’interno dell’attività di supporto ai bambini, con questa situazione è venuto a mancare tutto il contatto non verbale, un mezzo con cui comunichiamo ancora di più che con la parole: un gesto, una stretta, un abbraccio. Un ulteriore limite è che sicuramente la situazione attuale ha portato i bambini con difficoltà relazionali a chiudersi ancora di più nel loro piccolo mondo, sapendo di poter spegnere la videocamera ogni volta che qualcosa va storto. È capitato spesso che nelle lezioni online, di fronte ad una difficoltà, il bambino, trovandosi a casa, sviasse l’argomento usando la scusa di essere chiamato, di dover andare in bagno o di avere problemi di connessione. Di conseguenza, tutto ciò può portare il bambino a preferire la didattica a distanza, piuttosto che quella in presenza. Ma sappiamo bene che la vita reale non è così: di fronte ad essa non basta spegnere la webcam per sfuggire da una situazione.

                                             

Moldalità online: solo svantaggi?

Un fenomeno riscontrato tra i più giovani nell’ambito del disagio psicologico è stato sicuramente l’aumento dell’ansia. non sono pochi i bambini che in questo periodo tendono a manifestare degli attacchi di panico di fronte allo schermo. Tutto ciò deriva dall’esposizione prolungata ad una situazione di incertezza, dove le nostre abitudini sono state cambiate radicalmente e i bambini, come tutti i soggetti delle altre fasce d’età, ne hanno risentito enormemente. Tuttavia, sebbene fin qui siano emersi principalmente i limiti del mondo online, è giusto sottolinearne anche i vantaggi: sicuramente, anche se in un modo diverso, questa nuova modalità di interagire ci ha permesso di supportare i bambini, di riprodurre in parte la normalità che era venuta a mancare. L’utilizzo del mondo online ci ha permeaso di proseguire con le attività di routine, evitando di far sentire tutti “più soli”, in una situazione già di per sé critica. Basta pensare alle conseguenze che ci sarebbero state sospendendo direttamente tutte le attività, senza neanche la possibilità di seguire lezioni da casa.
Il vedersi in videocamera ci ha permesso di mantenere una continuità nelle relazioni, pur mantenendo sempre la speranza di ritornare ad abbracciarci e a parlarci uno di fronte all’altro, senza l’ostacolo della webcam.

Francesca Natoli
Psicologa, specializzata in psicodiagnosi e in psicopatologia dell’apprendimento. Referente centro specializzato “ReTrentatrè”, Rimini.

Cellulare: 3929281321

Email: natoli.fra@gmail.com
Nicole Zavoli
Laureanda in Psicologia presso l’Università di Bologna. Operatrice presso il centro Specializzato “ReTrentatrè”, tirocinante presso il “Centro di Neuropsicologia Riminese”.

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