La cherofobia è un disagio psichico che rientra nella categoria delle fobie, un tipo di disturbo psichico che sin dai tempi di Freud è stato attentamente studiato e analizzato.
Le fobie sono un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura irrazionale e persistente di un oggetto, una situazione o una circostanza specifica. La paura è talmente intensa che può causare una forte ansia e il desiderio di evitare l’oggetto o la situazione temuta. E’ un tipo di disagio psichico con cui psicologo e psicologo online si confrontano molto spesso nei loro percorsi psicologici.
Le fobie sono spesso classificate in base all’oggetto o alla situazione che scatena la paura, come ad esempio la fobia sociale (paura delle situazioni sociali), la fobia specifica (paura di un oggetto o di una situazione specifici) e la fobia di tipo agorafobico (paura di luoghi o situazioni da cui potrebbe essere difficile fuggire o ricevere aiuto in caso di emergenza).
Secondo la teoria psicoanalitica, le fobie sono il risultato di un conflitto interno tra desideri inconsci e il bisogno di evitare l’ansia che tali desideri possono suscitare.
Freud sosteneva che le fobie si sviluppano a seguito di un processo di formazione reattiva in cui una persona sviluppa una reazione di difesa in opposizione a un desiderio inaccettabile e inconfessabile. Ad esempio, una persona potrebbe sviluppare una fobia delle altezze a causa del desiderio inconscio di cadere o di perdere il controllo.
La teoria psicoanalitica ritiene che le fobie rappresentino una sorta di compromesso tra l’espressione di un desiderio inconscio e la necessità di evitare l’ansia che tale desiderio potrebbe provocare. La fobia costituirebbe una specie di “strategia” che la persona mette in atto per evitare di affrontare il proprio conflitto interno.
Il trattamento psicoanalitico delle fobie mira a esplorare l’inconscio della persona per identificare e risolvere il conflitto sottostante che ha portato alla formazione della fobia. Ciò può comportare l’utilizzo di tecniche come le libere associazioni. Con la tecnica delle libere associazioni la persona viene incoraggiata a esprimere liberamente i propri pensieri e sentimenti. Un altro importante lavoro che può aprire le “porte” alle cause profonde alla base delle fobie è l’analisi dei sogni: essi costituiscono un’importante fonte di informazioni sull’inconscio della persona.
Concentrandoci adesso sulla cherofobia, che cosa sappiamo di questo disturbo?
La cherofobia è una fobia specifica che si riferisce alla paura irrazionale e persistente delle mani. Le persone che soffrono di cherofobia possono provare ansia o panico nel vedere le loro mani o le mani di altre persone, oppure possono evitare di toccare oggetti o di stringere la mano ad altri per paura di contaminarsi o di causare danni con le loro mani.
La cherofobia può influire sulla capacità di una persona di svolgere attività quotidiane come mangiare, scrivere o lavorare e può interferire con la sua vita sociale e professionale. La cherofobia è considerata una forma di disturbo d’ansia specifico e può essere trattata con una varietà di approcci terapeutici tra cui la terapia cognitivo-comportamentale e la psicoterapia a orientamento psicodinamico.
Ma quali sono i principali sintomi che caratterizzano la cherofobia? Analizziamoli:
– Paura irrazionale delle mani: le persone con cherofobia provano una paura irrazionale e persistente delle mani, sia le loro che quelle degli altri. Questa paura può essere scatenata dalla vista delle mani o da qualsiasi altra situazione che le coinvolge.
– Evitamento delle mani: le persone con cherofobia possono evitare di entrare in contatto con oggetti che potrebbero essere stati toccati da altre persone o di stringere la mano ad altre persone per paura di contaminarsi o di causare danni.
– Ansia e panico: la vista delle mani può scatenare ansia e panico nelle persone con cherofobia. Questi sintomi possono includere palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, nausea, vertigini e/o sensazione di svenimento.
– Interferenza con le attività quotidiane: la cherofobia può influire sulla capacità di una persona di svolgere attività quotidiane come mangiare, scrivere o lavorare. In alcuni casi, la cherofobia può anche interferire con la vita sociale e professionale della persona.
Le cause specifiche all’origine della cherofobia sono sconosciute. Si pensa tuttavia che tale disturbo possa derivare da un “mix” di esperienze traumatiche, conflitti interiori irrisolti e predisposizione genetica. Alcune ricerche suggeriscono che la cherofobia potrebbe essere correlata alla fobia sociale o alla fobia degli animali.
La cherofobia non è stata oggetto di molte ricerche e studi nella storia della psicologia e della psicopatologia, pertanto ad oggi non disponiamo di molte informazioni storiche relative a questo disturbo. Tuttavia ci sono stati alcuni studi e scoperte che hanno contribuito alla comprensione dei disturbi d’ansia e delle fobie in generale.
In particolare, Sigmund Freud ha contribuito notevolmente alla comprensione delle fobie attraverso la sua teoria dell’inconscio. Freud sosteneva che le fobie fossero causate da conflitti inconsci irrisolti, spesso legati a esperienze traumatiche dell’infanzia. In questo senso, la cherofobia potrebbe essere interpretata come una manifestazione di tali conflitti.
Non ci sono studi specifici inerenti alla cherofobia, tuttavia alcuni ricercatori hanno esaminato le fobie specifiche in generale. Tali studi possono essere applicati anche alla cherofobia.
Ad esempio, uno studio di Rachman e Hodgson pubblicato nel 1968 ha esplorato la relazione tra la fobia specifica e l’evitamento comportamentale osservando come le persone con fobie specifiche tendano ad evitare gli stimoli che li provocano. Questo evitamento può alimentare e rinforzare la fobia stessa.
Alcuni studi hanno evidenziato come la terapia di esposizione risulti alquanto efficace per il trattamento di fobie specifiche quali la cherofobia.
Uno studio di Ost e Hugdahl del 1981 ha esaminato l’efficacia della terapia di esposizione graduale per il trattamento delle fobie specifiche dimostrandone il carattere duraturo in termini di riduzione della sintomatologia.
Infine, uno studio più recente di Öst, Ferebee e Furmark del 1997 ha esaminato la terapia di esposizione in vivo e la terapia cognitivo-comportamentale. Esse si sono rivelate degli approcci terapeutici efficaci per la cherofobia e per altre fobie specifiche. In questo studio la terapia di esposizione in vivo si è dimostrata più efficace della terapia cognitivo-comportamentale nella riduzione dei sintomi fobici.
E la psicoterapia a orientamento psicodinamico che efficacia può avere per questo tipo di disturbi?
La psicoterapia psicodinamica può essere efficace nel trattamento della cherofobia attraverso l’individuazione e l’analisi delle dinamiche psicologiche e dei conflitti inconsci alla base della fobia.
In particolare, il terapeuta psicodinamico lavora con il paziente per esplorare le esperienze passate, i conflitti interni, le emozioni represse e i traumi che possono essere ricondotti alla cherofobia. Questo lavoro può aiutare il paziente a comprendere e affrontare gli aspetti inconsci della sua fobia e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle sue emozioni.
Inoltre il terapeuta psicodinamico può utilizzare tecniche di terapia verbale come le libere associazioni per aiutare il paziente a esplorare i pensieri e le emozioni che possono essere all’origine della fobia specifica. Queste tecniche possono anche aiutare il paziente a sviluppare una maggiore capacità di regolazione emotiva e di autocomprensione, aspetto che può contribuire in maniera decisiva nel ridurre i sintomi della fobia.
È importante tenere a mente che la psicoterapia psicodinamica richiede un impegno a medio-lungo termine e una collaborazione attiva tra il terapeuta e il paziente. La terapia psicodinamica può richiedere più tempo rispetto ad altre forme di terapia, ma può anche produrre risultati più duraturi e profondi nel trattamento della cherofobia e di altre fobie specifiche.
La cherofobia è una particolare tipologia di fobia che consiste nella paura intensa e irrazionale delle mani. L’individuo che soffre di cherofobia avverte vissuti di ansia o panico nell’osservare le sue mani oppure le mani di altri, oppure ancora evita di entrare in contatto con oggetti o di stringere la mano ad altri per paura di essere contaminato o di provocare danni con l’uso delle sue mani.
I principali sintomi di questa fobia specifica sono: l’evitamento di situazioni socializzanti che possono implicare l’uso e il contatto delle mani; il rifiutarsi di prendere parte ad eventi coinvolgenti fonte di potenziale divertimento; ansia o panico (nelle condizioni più gravi) nel momento in cui si viene invitati ad attività o eventi di socializzazione, per esempio feste, concerti, riunioni, ecc.
Senza dubbio la psicoterapia è lo strumento principale per trattare efficacemente questa fobia. Un percorso psicologico mirato e articolato che si focalizza sull’ascolto attivo delle angosce del paziente e che cerca di analizzare i conflitti interiori alla base del disturbo è di fondamentale importanza per affrontare e superare la cherofobia. Nel percorso psicologico sarà necessario scandagliare gli episodi e i vissuti della storia di vita del paziente che hanno generato la problematica, così come le motivazioni profonde che hanno indotto il soggetto cherofobico ad evitare tutte quelle situazioni che potenzialmente possono farlo star bene.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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