Nella mia pratica clinica di psicologo, psicoterapeuta e psicologo online, in molte raccolte anamnestiche mi sono ritrovato a fare i conti con problematiche legate al desiderio sessuale e alla libido femminile. Fortunatamente, col passare degli anni, la sensibilità e l’attenzione verso la libido femminile (e non solo verso quella maschile, come capitava ahimè in passato) è andata aumentando. Questo ha contribuito in maniera significativa ad ampliare e affinare i percorsi clinici con le pazienti di sesso femminile, in quanto gli aspetti legati alla libido femminile sono ovviamente un elemento cardine del benessere psicologico di una donna.
Nel corso degli anni recenti si è assistito a notevoli progressi culturali e sociali ma la percezione e il valore assegnato alla sessualità femminile rimangono, in parte, inferiori rispetto a quelli della sessualità maschile. Storicamente, la sessualità delle donne è stata a lungo repressa, dominata e regolamentata da una prospettiva maschile, spesso avvolta in una connotazione negativa e oscura. Questa prospettiva ha indotto un considerevole ritardo nello studio e nella ricerca scientifica della sfera sessuale femminile rispetto a quella maschile.
Tuttavia, negli ultimi decenni si è verificato un cambiamento significativo nell’ambito dell’attenzione verso la libido femminile. Molte donne hanno iniziato a esplorare e a vivere la propria sessualità in modo più consapevole, libero da tabù e pregiudizi rivendicando il diritto al riconoscimento del proprio desiderio e piacere sessuali. L’apertura nel dialogo sulla sessualità, unita all’accesso a una maggiore quantità di informazioni attraverso internet, libri e film, ha permesso alle donne di acquisire una migliore comprensione del proprio corpo.
È fondamentale riconoscere che il piacere sessuale non è un dato di fatto ma qualcosa che deve essere scoperto e accettato. Per sperimentare il piacere, è essenziale sentirsi meritevoli dello stesso e quindi concederselo. In tutte le fasi della sessualità lo stato psicologico della donna gioca un ruolo cruciale potendo facilitare o inibire l’esperienza del piacere. Per alimentare il desiderio, la libido e mantenere viva l’eccitazione, è importante che la donna si trovi in un contesto di intimità e tenerezza.
La sessualità femminile è stata percepita tradizionalmente come tabù, specialmente l’autoerotismo, molto più che nella sessualità maschile. Sia la sessualità di coppia che la masturbazione sono spesso vissute dalle donne con sensi di vergogna e pudore. Un altro aspetto distintivo della sessualità femminile è la sua complessità e il profondo significato che essa assume per le donne. La qualità della relazione è di grande importanza, con l’eccitazione che è emotiva e mentale oltre che fisica. La soddisfazione sessuale femminile deriva quindi da un’integrazione di queste componenti emotive e fisiche.
Definizione e caratteristiche della libido femminile
Il desiderio umano di stabilire connessioni con gli altri si origina da una complessa interazione di ormoni, percezioni sensoriali e fattori psicologici. Questa spinta, che si radica nell’istinto di sopravvivenza della specie, motiva le relazioni sessuali. Nonostante storicamente l’atto sessuale fosse principalmente associato alla procreazione, nella società contemporanea si osserva una crescente accettazione del sesso come espressione di piacere, amore, sia in relazioni stabili che occasionali.
Biologicamente, il desiderio nasce ancora dalla necessità di riproduzione, influenzato da fattori chimici e fisici. Gli ormoni svolgono un ruolo fondamentale, attivando specifiche aree cerebrali che stimolano i genitali. Durante le fasi iniziali di corteggiamento, gli androgeni, in particolare gli estrogeni prodotti dalle ovaie femminili, regolano il desiderio sessuale. Con l’aumento dell’attività sessuale, si verifica un incremento degli estrogeni che intensifica l’attrazione e l’eccitazione. Anche il testosterone, un altro androgeno, influisce sul desiderio femminile, variando in base al ciclo mestruale. L’ossitocina, conosciuta come “ormone dell’amore”, è essenziale sia nella fase del parto che nell’intensificazione del desiderio e nell’orgasmo.
L’eccitazione sessuale è mediata da vari neurotrasmettitori quali epinefrina, norepinefrina, feniletilamina e dopamina. L’epinefrina e la norepinefrina, prodotte in risposta allo stress, aumentano l’eccitazione, mentre la feniletilamina, rilasciata in momenti piacevoli, è responsabile di sensazioni di euforia similmente a certe droghe, provocando un aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna elevata, riduzione dell’appetito e iperattività. La feniletilamina è anche presente nel cioccolato, spiegando il suo effetto positivo sull’umore.
Gli stimoli che attivano il desiderio possono variare da fantasie a suoni, odori, carezze o stimolazioni genitali. I sensi umani giocano un ruolo chiave nel desiderio sessuale, con differenze tra donne e uomini: per le donne sono particolarmente rilevanti olfatto, gusto e tatto, mentre per gli uomini la vista e l’udito.
La libido femminile è fortemente influenzata dalle fluttuazioni ormonali del ciclo mestruale, poiché la fertilità femminile è limitata a specifici giorni. Vicino all’ovulazione, generalmente tra l’ottavo e il 14esimo giorno del ciclo, il desiderio sessuale femminile si intensifica. In questo periodo, si osservano cambiamenti fisici: le donne si sentono più attraenti, con caratteristiche fisiche più pronunciate, un volto più dolce e un seno più prominente, cambiamenti che possono essere inconsciamente percepiti dagli uomini.
In termini psicologici, il desiderio può essere descritto come un fenomeno neuropsichico che risulta da un complesso processo associativo. Questo processo è scatenato sia da stimoli interni (endogeni) che esterni (esogeni) i quali suscitano la necessità e il desiderio di un atto sessuale.
Dal punto di vista degli stimoli interni, possiamo includere l’immaginario erotico, le fantasie sessuali, sia volontarie che involontarie, come le “visioni erotiche ad occhi aperti” che emergono inaspettatamente nella mente, in particolare durante periodi di innamoramento, oltre a sogni erotici, pulsioni, emozioni e affetti. Questi elementi sono radicati nei processi interni del pensiero e dell’emotività.
Per quanto riguarda gli stimoli esterni, essi comprendono una gamma di segnali visivi, tattili, gustativi, uditivi e olfattivi. Questi stimoli sono elaborati attraverso i sensi e attivano aree specifiche del cervello, come quelle sensoriali (aree occipitale, parietale, temporale) e le zone emotivo-affettive (sistema limbico). Tali stimoli influenzano i percorsi neurali e i centri che regolano il comportamento sessuale.
In concreto il desiderio sessuale può essere inteso come la somma delle forze che ci spingono verso o ci allontanano dal comportamento sessuale. È un fenomeno dinamico e mutevole nell’adulto che varia lungo un continuum che va dalla passione intensa al bisogno, dall’interesse all’indifferenza, dalla riluttanza fino all’avversione esplicita.
In questo lavoro ci soffermeremo principalmente sull’analisi della libido femminile e della sessualità femminile, ma prenderemo in considerazione anche diversi riferimenti alla sessualità maschile, offrendo una prospettiva bilanciata e inclusiva su come il desiderio si manifesti e vari tra i generi.
Da una prospettiva fisiologica, il desiderio sessuale tende a diminuire con l’età in entrambi i generi. Nelle donne questo declino è più marcato in corrispondenza della menopausa, a causa di fattori sia endocrini, legati alla riduzione degli estrogeni, sia relazionali. La diminuzione della libido femminile è particolarmente evidente in caso di menopausa iatrogena, soprattutto se precoce, dovuta sia alla drastica riduzione del testosterone prodotto dalle ovaie, sia all’effetto depressivo causato dalla precocità della menopausa e dalle sue cause.
Nell’uomo, il desiderio sessuale si manifesta in modo relativamente stabile e continuo, nonostante un calo graduale che si estende dall’adolescenza fino alla tarda età adulta.
Per quanto riguarda la libido femminile, essa presenta un andamento fisiologicamente discontinuo, anche durante l’età fertile. Questa irregolarità è principalmente dovuta alle variazioni endocrine che si verificano durante i diversi stati fisiologici e psicoemotivi del ciclo mestruale, della gravidanza, del post-parto e della menopausa.
Fisiologicamente, il desiderio è più intenso nell’uomo, influenzato dall’azione di livelli più elevati di testosterone sui circuiti neurobiologici che regolano il comportamento sessuale. In contrasto, il desiderio sessuale femminile è generalmente meno intenso biologicamente e più influenzato da fattori relazionali e contestuali.
Dal punto di vista soggettivo, spesso è difficile distinguere il desiderio dall’eccitazione mentale. Il desiderio può precedere l’eccitazione, svilupparsi in concomitanza con essa, o intensificarsi in risposta a un’eccitazione sessuale genitale provocata da stimolazioni erotiche. Quest’ultimo scenario è frequente nelle donne, in particolare in relazioni stabili e durante le fasi peri e post-menopausali.
Nell’ambito della psicologia clinica, Helen Kaplan nel 1974 ha avanzato l’idea che fosse più efficace considerare una “fase del desiderio” come antecedente alla fase di eccitazione sessuale. Secondo questo modello, durante la fase del desiderio, l’aspetto fisiologico dell’eccitazione sessuale non è predominante. Piuttosto, la variabilità della libido femminile sarebbe influenzata da stimoli erotici e dalla predisposizione dell’individuo ad avvicinarsi o evitare situazioni che potrebbero scatenare una stimolazione sessuale.
Dalla sua esperienza clinica, Kaplan ha osservato che molte donne non sperimentavano un desiderio sessuale attivo nelle loro relazioni abituali, sebbene queste osservazioni fossero limitate ai pazienti clinici e non necessariamente estendibili alla popolazione generale. Questo suggerisce che, sebbene sia possibile raggiungere la fase di eccitazione senza un desiderio preliminare, la mancanza o l’alterazione della fase del desiderio può ostacolare o addirittura impedire l’insorgenza dell’eccitazione.
Il contributo fondamentale del modello di Kaplan è l’inclusione del desiderio sessuale come fase cruciale del processo sessuale. È un errore comune pensare che la libido femminile sia intrinsecamente inferiore a quella maschile. Alcune ricerche indicano che questa percezione può variare. In molti casi, è possibile che un uomo inizi l’attività sessuale mentre la donna potrebbe non percepire immediatamente la propria eccitazione, né avvertire un’attivazione del desiderio sessuale. Questa prospettiva mette in luce la complessità e la diversità dei processi che regolano il desiderio e l’eccitazione sessuale nei diversi generi.
Nel 2000 Rosemary Basson ha rivoluzionato la comprensione della risposta sessuale femminile con l’introduzione di un nuovo modello che si differenzia per la sua natura ciclica e per la sua capacità di catturare le dinamiche complesse e uniche della sessualità femminile. Questo modello innovativo offre una visione alternativa che si allontana dalle teorie tradizionali. Esso mette in discussione l’idea secondo cui il desiderio sessuale e la fantasia erotica siano sempre il motore primario che avvia l’attività sessuale nelle donne.
Secondo il modello proposto da Basson, in molte situazioni, la libido femminile non emerge spontaneamente come un impulso iniziale ma piuttosto si sviluppa in risposta a una connessione emotiva profonda. Questo implica che le sensazioni di intimità emotiva possono spesso precedere il desiderio di stimolazione sessuale. In questa ottica, il desiderio sessuale è visto come “responsivo”, ovvero scaturisce in risposta a stimoli esterni o interni, come la vicinanza emotiva o l’iniziativa sessuale del partner, contrapponendosi al concetto di un desiderio sessuale che sorge spontaneamente e senza una causa immediata o evidente.
Il modello di Basson introduce anche l’idea che i confini tra desiderio ed eccitazione siano fluidi e spesso sovrapposti, al punto che molte donne possono trovare difficile distinguere tra questi due aspetti della loro esperienza sessuale. Questo aspetto del modello evidenzia la natura interconnessa e interdipendente delle diverse componenti della risposta sessuale femminile. In altre parole, l’eccitazione può spesso stimolare il desiderio e viceversa, in un ciclo continuo di risposte interattive.
Questa concezione della sessualità femminile come un processo ciclico e interdipendente offre una visione più comprensiva e realistica dell’esperienza sessuale delle donne, rispetto ai modelli precedenti che tendevano a rappresentare il desiderio e l’eccitazione come fenomeni lineari e sequenziali. Il modello di Basson sottolinea l’importanza delle connessioni emotive e dell’interazione reciproca nella sessualità femminile, fornendo così una prospettiva più inclusiva e rappresentativa di questa esperienza.
Nell’ambito della sessualità femminile, i fattori extra-biologici giocano un ruolo significativo. È emerso che spesso le motivazioni di una donna per impegnarsi in attività sessuali trascendono gli aspetti puramente sessuali. Questi includono la ricerca di gratificazioni emotive come il bisogno di intimità, tenerezza e apprezzamento.
Allo stesso tempo, motivazioni strumentali possono influenzare il comportamento sessuale, come il desiderio di mantenere l’armonia all’interno della coppia o della famiglia, ottenere vantaggi personali o risposte positive a richieste specifiche, o persino evitare la collera o l’irritazione del partner.
Da un punto di vista psicologico e sensoriale, gli stimoli che innescano l’attività sessuale possono includere memorie, fantasie, così come input visivi, uditivi e olfattivi. Questi stimoli sono cruciali nel determinare la libido femminile e l’inizio dell’attività sessuale.
Sul fronte neurobiologico, si ritiene che la libido femminile sia influenzata positivamente da neurotrasmettitori come la dopamina e la melanocortina.
Al contrario, la serotonina, gli oppioidi e i cannabinoidi endogeni fungono da inibitori di questo desiderio. Ciò suggerisce una complessa interazione di segnali chimici nel cervello che regolano l’attivazione e l’inibizione del desiderio sessuale.
Per quanto riguarda gli ormoni sessuali, si ipotizza un’azione sinergica degli estrogeni e del testosterone nel potenziare la libido femminile. In particolare, si è osservato un aumento del desiderio sessuale durante la fase follicolare e ovulatoria del ciclo mestruale indicando un possibile effetto stimolante degli estrogeni connesso con l’obiettivo riproduttivo. Tuttavia non sono state trovate correlazioni significative tra i livelli di estrogeni e le fluttuazioni del desiderio sessuale durante il ciclo mestruale.
Questa panoramica evidenzia la complessità e la molteplicità dei fattori che influenzano la sessualità femminile combinando elementi biologici, emotivi e contestuali in un intreccio dinamico che definisce l’esperienza sessuale delle donne.
Dal punto di vista psicologico, la libido femminile è caratterizzata da una natura ciclica, differenziandosi in questo dal pattern più lineare tipico del desiderio maschile. Tuttavia, esistono vari fattori che possono ridurre o eliminare il desiderio e l’eccitazione nelle donne tra cui squilibri ormonali e problematiche psicologiche. Questi cali nel desiderio sessuale possono essere temporanei, come quelli legati a periodi di stress, oppure possono derivare da condizioni di salute più complesse.
La fase successiva al desiderio nel processo sessuale femminile è quella dell’eccitazione, durante la quale si verifica un ampliamento del canale vaginale, un aumento dell’afflusso di sangue verso il clitoride e i muscoli pelvici, e si manifesta la lubrificazione vaginale. A questa fase segue l’orgasmo, che è un insieme di esperienze soggettive e modificazioni fisiologiche che interessano la vagina e la zona pelvica.
È importante notare che l’orgasmo è influenzato dalle fasi precedenti. Questo implica pertanto che il desiderio e l’eccitazione sono essenziali per il suo raggiungimento.
L’esperienza soggettiva dell’orgasmo è caratterizzata da spasmi dei muscoli che circondano il terzo esterno della vagina, solitamente in una serie di 5-8 contrazioni a un ritmo di una al secondo. Il muscolo pubococcigeo, ricco di terminazioni nervose propriocettive, svolge un ruolo chiave in queste contrazioni. È stato ipotizzato che la tonicità di questo muscolo sia direttamente correlata alla capacità orgasmica.
Durante le fasi di eccitazione e orgasmo, vengono prodotti ormoni come l’ossitocina e il DHEA che esercitano un effetto protettivo contro condizioni come l’endometriosi e i dolori mestruali, oltre a ridurre lo stress. Inoltre, durante l’orgasmo vengono rilasciate endorfine, che stimolano la produzione di immunoglobulina A, un tipo di anticorpo che attiva il sistema immunitario. L’orgasmo contribuisce anche al mantenimento dell’equilibrio ormonale influenzando l’ipotalamo che regola il rilascio e la circolazione degli ormoni. Le contrazioni orgasmiche rafforzano il pavimento pelvico aiutando a prevenire l’incontinenza e il prolasso. Infine, l’aumento del ritmo respiratorio e l’accelerazione del battito cardiaco durante l’orgasmo favoriscono l’ossigenazione del cervello. Questo conferma gli effetti benefici complessivi dell’orgasmo sulla salute fisica e mentale delle donne.
La valutazione del disturbo del desiderio sessuale nelle donne è un processo complesso che richiede un esame approfondito e meticoloso. Tale valutazione deve prendere in considerazione non solo la paziente come individuo ma anche l’ampia gamma di fattori che possono influenzare le diverse sfaccettature del desiderio sessuale nell’età adulta. La sessualità femminile è un fenomeno multidimensionale, influenzato da una varietà di elementi sia fisiologici che psicologici, sociali e relazionali.
Tra gli aspetti fisiologici che possono influenzare il desiderio sessuale femminile, vi sono diverse fasi e esperienze della vita riproduttiva. Queste includono i cambiamenti e le fluttuazioni associati ai cicli mestruali, l’uso di contraccettivi ormonali, le modifiche postpartum e durante l’allattamento, gli effetti di ovariectomia e isterectomia, nonché le variazioni che si verificano durante gli stati perimenopausali e post-menopausali. Ogni fase o evento può avere un impatto unico sul desiderio sessuale, alterando sia le risposte fisiche che emotive della donna.
Dal punto di vista psicologico ed emotivo, le disfunzioni sessuali nelle donne sono spesso legate a una bassa soddisfazione sia fisica che emotiva. Questo legame suggerisce che il disturbo della libido femminile non è solo una questione di funzionalità fisica ma è anche profondamente intrecciata con il benessere emotivo e la percezione del sé. Le donne con tali disturbi possono sperimentare sentimenti di infelicità, insoddisfazione, ansia, insicurezza che possono estendersi ben oltre la sfera sessuale influenzando vari aspetti della loro vita.
In definitiva, un disturbo del desiderio sessuale femminile è una condizione complessa che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una donna. La sua valutazione richiede un approccio olistico che consideri tutti i fattori rilevanti, da quelli biologici e ormonali a quelli psicologici, relazionali e sociali. Solo attraverso una comprensione completa di queste diverse influenze è possibile fornire un trattamento efficace e una gestione appropriata di questo disturbo.
I disturbi del desiderio sessuale rappresentano un fenomeno comune tra le donne, con una prevalenza significativa che varia a seconda dell’età e delle condizioni di salute. Secondo gli studi condotti da Laumann, si stima che tali disturbi interessino circa il 33% delle donne nell’arco di età compreso tra i 18 e i 55 anni. Tuttavia, altri ricercatori hanno osservato che la frequenza di questi disturbi può essere leggermente inferiore nelle donne in età fertile, aggirandosi intorno al 20-25% ma tende ad aumentare nel periodo post-menopausale, soprattutto tra quelle donne che non seguono terapie ormonali sostitutive.
Un’indagine approfondita su questa tematica è stata condotta attraverso uno studio europeo che ha coinvolto Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia. Questo studio, che ha incluso 2467 donne valutate tramite questionari validati, ha evidenziato che il desiderio sessuale tende a diminuire quasi linearmente con l’età. Al contrario lo stress e il disagio causati dalla riduzione del desiderio sessuale mostrano una correlazione inversa con l’età: sono maggiori nelle donne più giovani.
Analizzando specificamente le donne europee, si riscontra che il 19% delle donne tra i 20 e i 49 anni lamenta una riduzione del desiderio sessuale. Questa percentuale sale al 32% tra le donne che, nella medesima fascia di età, hanno subito una menopausa chirurgica. Tra le donne di età compresa tra i 50 e i 70 anni, la percentuale di quelle che esperiscono una diminuzione del desiderio sessuale sale ulteriormente, raggiungendo il 48%.
Questi dati rivelano che i disturbi del desiderio sessuale sono una problematica diffusa tra le donne, con variazioni significative legate all’età, alle condizioni fisiologiche come la menopausa (naturale o chirurgica) e al contesto socio-culturale. L’impatto di questi disturbi sulla qualità della vita e sul benessere psicologico delle donne sottolinea l’importanza di un approccio sensibile e informato nella loro gestione e trattamento.
Un percorso psicologico in studio o un percorso psicologico online può essere di importanza cruciale per la risoluzione dei disturbi della libido femminile.
Il trattamento dei disturbi della libido femminile nel campo della psicologia si avvale di diverse metodologie, ciascuna con approcci e focus specifici. Tra queste, la psicoterapia a orientamento psicodinamico è una delle più significative e storiche.
Nella psicoterapia psicodinamica l’attenzione è focalizzata sull’esplorazione dei processi inconsci e dei conflitti interiori che possono influenzare la libido femminile. Questo approccio si basa sulla convinzione che le esperienze passate, specialmente quelle dell’infanzia, abbiano un impatto profondo sul comportamento e sulle emozioni attuali. Il terapeuta guida la paziente nell’esplorare questi aspetti nascosti della sua psiche aiutandola a comprendere e a lavorare sui conflitti interiori, le ansie e i traumi che possono essere alla radice del disturbo della libido.
Altri approcci includono la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Tale terapia si concentra sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti negativi che contribuiscono al problema. La CBT mira a identificare e sfidare credenze e atteggiamenti irrazionali o dannosi relativi alla sessualità sostituendoli con pensieri più positivi e realistici. Questo può aiutare a ridurre l’ansia legata al sesso e a migliorare l’autostima sessuale.
Un’altra modalità terapeutica rilevante è la terapia centrata sulla soluzione che si concentra meno sulle cause del problema e più sulle soluzioni pratiche per migliorare la situazione attuale. Questo approccio tende ad essere più breve e mirato rispetto ad altri metodi e può essere particolarmente utile per donne che cercano strategie concrete per migliorare la loro vita sessuale.
Abbiamo poi la terapia sessuale, una pratica clinica che si concentra specificamente sui problemi sessuali combinando spesso elementi di diverse scuole psicoterapeutiche. Questa può includere l’educazione sessuale, la gestione dell’ansia, il miglioramento della comunicazione con il partner ed esercizi specifici per aumentare la consapevolezza e il comfort con la propria sessualità.
Infine, esistono approcci olistici che considerano la persona nella sua interezza e che integrano elementi fisici, emotivi e relazionali. Questi possono includere la mindfulness, lo yoga e altre pratiche che aiutano a coltivare una maggiore connessione con il proprio corpo e le proprie emozioni.
È importante tenere presente che il trattamento dei disturbi della libido femminile è un campo complesso e sfaccettato che richiede un approccio personalizzato e spesso integrato per affrontare le esigenze uniche di ogni donna.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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