La psicologia è morta? A partire da questa provocazione, ci si intende interrogare sullo stato dell’arte relativo allo studio e alla comprensione della psiche umana.
Possiamo ricondurre la nascita della psicologia all’Antica Grecia.
Il termine stesso deriva dalla composizione di due parole greche fondamentali, “psyché”, che significa “spirito\anima”, e “logos” che significa “discorso\studio”, ergo la psicologia, nella sua essenza originaria, significa letteralmente “lo studio dell’anima”. Son stati molti i filosofi che si son prodigati nello studio dell’animo umano (e quindi della psiche umana) e specialmente nell’essenza dell’umanità, basti pensare a Platone, secondo il quale, l’anima è tripartita, e per spiegarlo ha usato il mito della “biga alata”, secondo cui l’anima è divisa in 3 parti.
Le 3 parti in l’anima era divisa secondo il mito della “biga alata” erano le seguenti:
1. l’anima concupiscibile, che contiene l’istinto e sottomette la ragione;
2. l’anima sdegnosa, che persegue la giustizia ma non è del tutto razionale;
3. l’anima razionale, dove prevale la ragione e indirizza le altre due anime che son in conflitto tra di loro, dove nessuna deve prevalere sull’altra, in una sorta di eterno “aequilibrium”
In riferimento alla definizione dell’anima e della psiche umana, potremmo anche citare Aristotele con il suo “De Anima” che la definisce come <<la forma di un corpo naturale che ha la vita in potenza>>
Per Aristotele l’anima è la struttura stessa del corpo e lo mantiene in vita. Come si può ben notare, in epoca greca gli argomenti erano molto incentrati sul metafisico. Dovremo aspettare il Seicento, con filosofi del calibro di Cartesio, per arrivare ad una netta distinzione tra mente (res cogita) e corpo (res extensa). Filosofi come Hobbes e Locke affermarono poi il predominio dell’esperienza che può sviluppare e organizzare la mente umana. Ancora una volta si può ben notare come l’uomo, la mente e il corpo siano al centro dell’attenzione. In tale contesto ci si interrogava ancora sull’ essenza e sulla sua creazione della psiche umana. Dopo diversi secoli, figure quali Freud, Jung, Piaget, ecc. si sono concentrati sulla psiche umana e sul suo sviluppo. Allora perché ipotizziamo provocatoriamente che la psicologia sia “morta”? Al giorno d’oggi si tende spesso a vedere il paziente come un semplice contenitore, fatti di pura materia fisica. E l’anima? E la psiche umana?
L’anima sembra esser stata gettata nei rifiuti o “eliminata”, come si fa con un qualsiasi file su PC con l’opzione “clicca ed elimina”. Perché? È innegabile che la psicologia odierna sia stata sempre più ricondotta e collegata alla medicina, dove il paziente viene ovviamente visto più come “res extensa”, ossia come “corpo da curare” dove i problemi devono esser risolti il prima possibile per rimuovere la sofferenza. Nella “cura dell’anima”, e quindi della psiche umana, le cose funzionano invece in maniera diversa: non si può guarire se in primis non si agisce alla radice, nelle fondamenta, ovvero nell’anima. Non si può curare l’anima, la psiche umana, con un approccio puramente medico. Naturalmente questa sinergia con la medicina ha anche apportato dei benefici indiscutibili, abbiamo fatto veramente dei passi in avanti in certi ambiti. Tale sinergia ci ha permesso di comprendere meglio diversi disturbi e malattie dal punto di vista neurologico, però è come se la voglia di scoprire l’essenza umana, di studiarla giorno dopo giorno, sia scomparsa. Riguardo la comprensione della psiche umana, si fa riferimento principalmente a ricerche che risalgono agli anni ‘90, al massimo agli anni 2000 o primi anni dei ‘10, raramente troviamo ricerche fatte recentemente. Perché non vi è più questa attenzione all’anima e alla psiche umana? Perché le stesse ricerche che son state fatte negli anni ‘90 non vengono riproposte e aggiornate all’anno 2022? Ne è passato di tempo dai primi anni ‘90, ergo la società è cambiata, la mentalità della gente, così come tante altre cose sono cambiate! La società è andata incontro a delle importanti evoluzioni e ad alcune problematicità in altri ambiti: molte cose che prima erano considerate anormali adesso non lo sono più e viceversa. Sarebbe pertanto auspicabile una riscoperta e una rimodulazione dell’analisi e dello studio della psiche umana.
Articolo scritto da Alessio Sidoti
(Psicologia di Antares)
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Dott. Davide Ivan Caricchi
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