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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 13 Set, 2024
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L’ansia immotivata

Che cos’è l’ansia immotivata? Da dove arriva? E come si può trattare?
In alcune circostanze, senza un motivo evidente o immediatamente riconoscibile, possono manifestarsi dentro di noi sensazioni spiacevoli che alterano il nostro equilibrio emotivo.

Queste possono includere stati di ansia, angoscia profonda, paure incontrollate o pensieri intrusivi fonte di disagio. Tali esperienze emotive tendono a presentarsi in modo disordinato e caotico generando una confusione interna che sembra non concedere tregua alla nostra mente.

Tuttavia, è importante sottolineare che, nonostante il disagio, spesso queste emozioni possono affievolirsi e risolversi da sole permettendoci di ritrovare un certo grado di serenità senza bisogno di interventi particolari.

Ciononostante, è cruciale prestare molta attenzione alle reazioni che affiorano in risposta a queste sensazioni. Se non gestite in modo appropriato, infatti, possono trasformarsi da fenomeni temporanei in una condizione di sofferenza psicologica cronica.

In altre parole, vi è il rischio concreto che un episodio passeggero di ansia o angoscia possa consolidarsi e radicarsi nel nostro vissuto psichico portando a una condizione di malessere duraturo che ci affligge per un periodo prolungato di tempo, rendendo più complesso il percorso verso il benessere psicologico.

Fare i conti con l’ansia immotivata

Quando ci troviamo di fronte a un’esperienza di ansia immotivata, spesso commettiamo un errore che, pur se dettato dalla nostra esigenza di dare senso e ordine alla nostra vita interiore, può rivelarsi controproducente. L’ansia immotivata, per sua natura, si manifesta senza un’apparente ragione generando uno stato di disorientamento emotivo.

La reazione istintiva che segue è quella di cercare di comprenderla, analizzarla e spiegarla razionalmente. Questo tentativo di “normalizzare” il caos interiore porta a voler ricondurre l’ansia immotivata a una causa specifica, con l’obiettivo di curarla rapidamente e farla svanire.

Tuttavia, questo approccio risulta problematico per due ragioni fondamentali. Prima di tutto, la ricerca ossessiva di una causa che giustifichi l’ansia immotivata ci porta a compiere uno sforzo interpretativo che può essere fuorviante.

Cerchiamo di identificare una ragione sottostante che spieghi le nostre sensazioni di disagio. In secondo luogo, nel tentativo di spiegare l’ansia immotivata, tendiamo ad attribuirla a un evento specifico, a una persona o a una situazione recente che riteniamo possa averla scatenata.

Quando non troviamo una causa esterna, spesso ci rivolgiamo a noi stessi attribuendo la responsabilità a presunte carenze personali alimentando così il senso di colpa, inadeguatezza e insicurezza.

Ad esempio, un individuo potrebbe dire: “Ogni volta che discuto con mia moglie, mi sento invaso da un’ansia immotivata. Mi chiedo se sto sbagliando qualcosa nel nostro rapporto. Forse non sono un buon partner, forse non riesco a essere abbastanza presente per lei, e questa consapevolezza mi tormenta.”

Oppure, una persona che ha recentemente perso il lavoro potrebbe pensare: “Da quando mi hanno licenziato, mi sento costantemente sopraffatto da un’ansia immotivata. Mi sembra che tutto ciò che ho fatto fino ad ora sia stato vano, come se il mio impegno non valesse nulla, e questo mi fa sentire perso.”

Un altro esempio potrebbe riguardare un giovane professionista che, dopo aver raggiunto i suoi obiettivi, confessa: “Ho sempre cercato di fare del mio meglio ma ogni volta che raggiungo qualcosa di importante, provo un’ansia immotivata. È come se mi rendessi conto che non è abbastanza, che non ho fatto nulla di significativo, e questo mi tormenta fino a quando non riesco a distrarmi.”

In questi esempi, appare evidente come il cercare di trovare una causa specifica per l’ansia immotivata ci porti a giudicare la nostra vita in maniera eccessivamente razionale e rigida.

Diventiamo i “giudici” di noi stessi valutando cosa non va in modo freddo e distaccato. Questo tipo di analisi, anziché alleviare il disagio, spesso lo intensifica, in quanto riduce la complessità delle nostre emozioni a una logica di causa-effetto che non è applicabile al nostro mondo interiore.

L’ansia immotivata, infatti, non può essere compresa pienamente attraverso l’analisi razionale, poiché il nostro universo emotivo non segue sempre le stesse leggi della logica razionale.

Quali sono i sintomi tipici dell’ansia immotivata?

L’ansia immotivata si manifesta innanzitutto attraverso una serie di sintomi fisici e fisiologici che spesso vengono percepiti come minacciosi e fonte di grande disagio.

Tra le manifestazioni più comuni associate all’ansia immotivata troviamo le palpitazioni, ovvero la percezione aumentata del battito cardiaco, che può includere tachicardia, cardiopalmo o aritmie. L’ansia immotivata è spesso legata alla percezione erronea di queste sensazioni come segnali di una condizione medica grave, come un infarto, anche se in realtà tali sintomi sono il risultato di una normale iperattività elettrofisiologica del cuore, priva di reali conseguenze patologiche.

L’ansia immotivata, in questo contesto, intensifica la percezione negativa del sintomo e alimenta ulteriormente il ciclo di preoccupazione.
Un altro sintomo comunemente associato all’ansia immotivata è il dolore toracico, spesso interpretato come un segnale allarmante di problemi cardiaci.

Tuttavia, durante episodi di ansia immotivata, tale dolore può derivare da cause non cardiache, come la respirazione toracica o disturbi gastrointestinali, come il reflusso esofageo.

Quando la persona interpreta questo dolore in modo catastrofico, come un possibile segno di pericolo imminente, lo stato di ansia immotivata può ulteriormente peggiorare portando addirittura a crisi di panico.

La sensazione di mancanza di respiro è un’altra manifestazione comune dell’ansia immotivata. Anche se la respirazione è un processo automatico regolato dal cervello, durante stati di ansia immotivata la respirazione diventa toracica piuttosto che addominale causando affaticamento muscolare e la sensazione di non riuscire a respirare correttamente.

Questa percezione può risultare molto ansiogena per chi vive episodi di ansia immotivata peggiorando ulteriormente lo stato emotivo e rinforzando la convinzione di essere in una situazione di grave pericolo.

Le vertigini sono un altro sintomo fisico che può verificarsi durante episodi di ansia immotivata. Queste sensazioni di instabilità, sbandamento e confusione derivano da un conflitto tra le informazioni provenienti dal sistema dell’equilibrio (sistema visivo, somatosensoriale e vestibolare).

Durante stati di ansia immotivata, l’attenzione focalizzata su queste sensazioni può amplificare il disagio e portare la persona a interpretare erroneamente i sintomi come segni di un malessere fisico grave alimentando così un circolo vizioso di ansia crescente.

Anche i disturbi gastrointestinali, come la nausea, sono frequentemente associati all’ansia immotivata. Durante gli stati di allerta, le funzioni digestive possono rallentare o bloccarsi causando forte disagio.

La derealizzazione e la depersonalizzazione sono fenomeni dissociativi che possono manifestarsi durante periodi di ansia immotivata. Questi sintomi includono la sensazione di percepire la realtà esterna o se stessi in modo distaccato, come se si stesse osservando un film.

Questi episodi possono essere innescati da fattori come la stanchezza, la deprivazione del sonno o l’uso di sostanze ma durante l’ansia immotivata vengono vissuti come altamente destabilizzanti e spaventosi aumentando il senso di estraneità e il malessere emotivo.

Infine, l’ansia immotivata si manifesta frequentemente attraverso sintomi muscolari, come tensioni diffuse, in particolare nelle aree della cervicale, della testa (cefalea tensiva), e degli arti.

Possono essere sperimentate anche sensazioni di formicolio e tremori, con brividi non giustificati dalla temperatura dell’ambiente circostante. Questi sintomi sono causati dall’attivazione del sistema nervoso simpatico durante gli stati di ansia immotivata e possono essere erroneamente interpretati come segni di una malattia grave amplificando così lo stato ansioso.

L’ansia immotivata è un fenomeno complesso che coinvolge una vasta gamma di sintomi fisici e fisiologici. Questi sintomi, se interpretati erroneamente, possono intensificare gli stati di ansia e preoccupazione, portando a un’escalation del disagio emotivo. La comprensione di come l’ansia immotivata influenzi il corpo può aiutare a ridurre l’interpretazione catastrofica dei sintomi contribuendo a interrompere questo ciclo negativo.

Cause profonde alla base dell’ansia immotivata

Le cause dell’ansia immotivata sono complesse e possono essere interpretate attraverso vari approcci.
In ambito psicoanalitico, Sigmund Freud individuò nell’inconscio una fonte cruciale di ansia. L’ansia immotivata, secondo questo approccio, deriverebbe da conflitti profondi e inconsci, legati a impulsi repressi, desideri non riconosciuti o traumi irrisolti.

Questi conflitti generano uno stato di allarme interno che si manifesta sotto forma di ansia senza una causa apparente.

Questo stato può rappresentare una risposta protettiva dell’Io che tenta di evitare che contenuti psichici troppo dolorosi emergano alla coscienza.

Un esempio emblematico è il concetto di segnale d’ansia proposto da Freud in cui l’ansia immotivata può emergere quando l’inconscio percepisce una minaccia legata a un conflitto interno, come il rischio di riattivare impulsi sessuali o aggressivi repressi. Questo tipo di ansia non ha un oggetto chiaro nel mondo esterno ma si riferisce a un pericolo percepito nel mondo interno della persona.

Dalla prospettiva esistenziale, invece, l’ansia immotivata può essere ricondotta alla consapevolezza della fragilità e incertezza della vita stessa. Essendo costantemente consapevoli della nostra finitezza e della precarietà di ogni esperienza, possiamo sperimentare un’ansia di fondo che non è legata a una situazione specifica ma piuttosto alla natura stessa dell’esistenza umana.

L’ansia immotivata, quindi, riflette la difficoltà dell’essere umano di accettare la caducità della vita, le esperienze di perdita e l’impossibilità di prevedere il futuro. Si tratta di un disagio esistenziale che ci fa sentire sempre in bilico tra il desiderio di controllo e la consapevolezza della nostra impotenza di fronte all’incertezza.

Un altro elemento che contribuisce all’ansia immotivata è la percezione di non essere in grado di affrontare o risolvere problemi che percepiamo come cruciali per la nostra vita. Spesso l’ansia immotivata è una risposta alla sensazione di essere inadeguati o incapaci di gestire aspetti fondamentali della nostra esistenza, come il significato della vita, la realizzazione personale o le relazioni.

Trattamento dell’ansia immotivata

La psicoterapia a orientamento psicodinamico si rivela particolarmente efficace nel trattamento dell’ansia immotivata lavorando in profondità per esplorare i conflitti inconsci che spesso sono alla base di tale condizione. Questo approccio si concentra non solo sui sintomi ma soprattutto sulle dinamiche interne e sulle relazioni passate che hanno plasmato il modo in cui l’individuo percepisce e risponde all’ansia.

L’ansia immotivata, infatti, può emergere da dinamiche profonde legate a desideri inconsci, conflitti interni non risolti o meccanismi di difesa che impediscono di affrontare queste tematiche direttamente.

Esplorazione dei conflitti inconsci

Una delle prime fasi del trattamento psicodinamico in studio o del trattamento psicodinamico online dell’ansia immotivata è l’identificazione dei conflitti inconsci che generano il sintomo.

L’ansia immotivata può essere un segnale che qualcosa di non elaborato nella psiche sta emergendo. Freud ha descritto l’ansia come un “segnale” che avverte l’Io dell’imminenza di un conflitto tra desideri inconsci e le regole imposte dall’Io o dal Super-Io. Questo conflitto genera ansia quando gli impulsi inconsci, spesso legati a desideri repressi o paure antiche, tentano di raggiungere la consapevolezza.

Il compito del terapeuta è quello di aiutare il paziente a riconoscere e comprendere le emozioni che sono state represse o evitate, poiché queste emozioni sono spesso la fonte dell’ansia immotivata. Il terapeuta lavora con il paziente per esplorare come esperienze infantili, relazioni significative o traumi passati abbiano influenzato la formazione di schemi difensivi.

Rottura dei vincoli generati dai meccanismi di difesa

Un altro aspetto centrale nel trattamento psicodinamico dell’ansia immotivata è l’analisi dei meccanismi di difesa. Gli individui spesso sviluppano difese inconsce come l’evitamento, la razionalizzazione o la repressione per gestire pensieri e sentimenti dolorosi. Queste difese, sebbene utili nel breve termine, possono mantenere attiva l’ansia immotivata a lungo termine.

La psicoterapia psicodinamica mira a portare alla luce questi meccanismi esplorando il modo in cui funzionano e aiutando il paziente a sostituirli con modalità più adattive di affrontare le emozioni.

La ristrutturazione dei meccanismi di difesa non avviene nell’immediato. La terapia mira a fornire al paziente uno spazio sicuro e protetto in cui poter esplorare questi aspetti senza paura di essere giudicato. Attraverso l’alleanza terapeutica, il paziente può cominciare a sperimentare modi nuovi e più sani di gestire i propri stati emotivi.

Questo processo è cruciale per ridurre l’ansia immotivata, poiché permette al paziente di affrontare direttamente le emozioni che precedentemente venivano evitate o represse.

Lavoro sulle relazioni oggettuali

Una componente chiave della terapia psicodinamica è l’esplorazione delle relazioni oggettuali, ovvero il modo in cui le prime relazioni, specialmente quelle con i caregiver, influenzano le relazioni attuali e il modo in cui la persona gestisce l’ansia.

In molti casi, l’ansia immotivata può essere radicata in modelli di attaccamento insicuro o in relazioni passate che hanno creato schemi disfunzionali. Questi schemi possono ripetersi nel presente generando ansia apparentemente senza causa.

Il terapeuta aiuta il paziente a comprendere come queste prime esperienze abbiano contribuito alla formazione di aspettative e paure che, inconsciamente, alimentano l’ansia. Ad esempio, un paziente che ha vissuto relazioni instabili o imprevedibili può sviluppare una percezione del mondo come minaccioso, anche quando non ci sono evidenti motivi di pericolo.

La psicoterapia lavora per modificare queste aspettative distorte aiutando il paziente a costruire una visione più realistica e rassicurante del mondo.

Focus sull’alleanza terapeutica e sull’insight

L’alleanza terapeutica è un fattore centrale nel trattamento dell’ansia immotivata. La relazione tra terapeuta e paziente offre un modello di relazione sicura e stabile in cui il paziente può esplorare i propri sentimenti di vulnerabilità e paura. Attraverso questa relazione, il paziente sviluppa gradualmente insight sui propri stati emotivi e sulle cause profonde della propria ansia.

L’insight, ovvero la comprensione profonda di sé, permette al paziente di riconoscere e affrontare le radici dell’ansia immotivata portando a una progressiva riduzione dei sintomi.

In conclusione, la psicoterapia psicodinamica mira a trattare l’ansia immotivata esplorando i conflitti inconsci lavorando sui meccanismi di difesa e sulle relazioni oggettuali che contribuiscono alla sua insorgenza. Attraverso un processo di scoperta e rielaborazione delle dinamiche interiori, il paziente può raggiungere una comprensione più profonda di sé, imparare a gestire l’ansia in modo più adattivo e vivere una vita più equilibrata.

Esempio di colloquio con paziente che soffre di ansia immotivata

Terapeuta: “Oggi mi ha descritto nuovamente quella sensazione di ansia immotivata che la accompagna da tempo. Puoi aiutarmi a capire meglio come la vivi nei momenti in cui emerge?”

Paziente: “È difficile da spiegare. A volte mi sveglio al mattino e sento un peso allo stomaco, come se ci fosse qualcosa di sbagliato, ma non riesco a collegarlo a nessun evento specifico. Non c’è niente che dovrebbe farmi sentire così, ma l’ansia è lì. È frustrante perché non capisco da dove viene.”

Terapeuta: “Questa ansia immotivata di cui parli potrebbe essere legata a qualcosa di più profondo, non necessariamente a un evento immediato o riconoscibile. Spesso, emozioni e pensieri che abbiamo represso o non elaborato possono emergere sotto forma di ansia, anche se non ne siamo consapevoli. Le è mai capitato di sentire che ci potrebbe essere qualcosa di non detto o di non affrontato nella sua vita?”

Paziente: “Forse… ma non riesco a identificare cosa potrebbe essere. A volte mi sento come se fossi fuori controllo, come se ci fosse qualcosa che sto cercando di evitare.”

Terapeuta: “Potrebbe essere che il suo corpo e la sua mente stiano cercando di comunicare qualcosa che non è ancora stato portato alla sua consapevolezza. Possiamo considerare insieme cosa potrebbe essere rimasto irrisolto, magari legato a esperienze passate o a emozioni che ha dovuto mettere da parte per andare avanti. L’ansia immotivata che descrive potrebbe essere il modo in cui la sua psiche tenta di portare alla luce qualcosa di nascosto.”

Paziente: “Quindi potrebbe essere che sto evitando qualcosa senza rendermene conto?”

Terapeuta: “E’ possibile. Spesso, quando ci troviamo di fronte a sentimenti che percepiamo come insostenibili, la nostra mente utilizza dei meccanismi di difesa per proteggerci, come la repressione o l’evitamento. Tuttavia, questi meccanismi, col tempo, possono causare sintomi di ansia immotivata, perché la parte di lei che è stata soppressa cerca comunque di emergere.”

Paziente: “E come posso affrontare tutto questo? Non ho idea di cosa potrei stare evitando.”

Terapeuta: “Non dobbiamo avere subito tutte le risposte. Parte del nostro lavoro insieme sarà esplorare gradualmente le sue esperienze passate, i suoi pensieri e le sue emozioni”.

Paziente: “Quindi il punto è portare tutto alla luce, giusto?”

Terapeuta: “Esatto. Portare alla luce le emozioni e i pensieri repressi può essere un processo liberatorio. Man mano che diventiamo più consapevoli di ciò che sta accadendo a livello inconscio, possiamo anche modificare il modo in cui reagiamo all’ansia. Quando riusciremo a capire da dove viene la sua ansia immotivata, sarò sentita come meno come travolgente. Ma è un qualcosa che richiede tempo”.

Paziente: “Capisco. Quindi sarà un processo lungo.”

Terapeuta: “Sì, è un viaggio che richiede pazienza, ma è attraverso questo lavoro che potrà trovare un senso di sollievo e sviluppare nuove risorse per gestire l’ansia. Ogni passo avanti, anche piccolo, la avvicina a comprendere meglio se stesso e le radici della sua ansia immotivata.”

In questo piccolo scambio esemplificativo, il terapeuta guida il paziente inizia ad accennare l’importanza dell’esplorazione delle radici inconsce dell’ansia immotivata, dell’analisi dei conflitti interni, dei meccanismi di difesa e delle relazioni passate che potrebbero contribuire ai sintomi attuali.

Il terapeuta utilizza l’alleanza terapeutica per creare un ambiente sicuro permettendo al paziente di esplorare gradualmente le proprie emozioni e pensieri repressi, essenziali per affrontare l’ansia immotivata.

 

 

 

 

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