Il fenomeno dell’avversione sessuale, noto anche come disturbo da avversione sessuale, si riferisce a una condizione psicologica in cui l’individuo manifesta una forte e persistente reazione di evitamento e repulsione nei confronti dell’attività sessuale. Questa avversione non è solo una semplice mancanza di interesse ma piuttosto una risposta intensa e negativa che può includere sentimenti di paura, disgusto e ansia rispetto all’idea o al contatto fisico sessuale. Gli individui che ne soffrono possono evitare qualsiasi tipo di interazione sessuale trovandola estremamente disturbante e stressante.
Questo disturbo può essere specifico e riguardare particolari situazioni, stimoli o parti del corpo, oppure può risultare globale e andare a influenzare l’intera sfera della sessualità. La gravità della reazione può variare da persona a persona ma in generale l’avversione sessuale comporta una significativa compromissione della qualità della vita sessuale e delle relazioni interpersonali.
In letteratura clinica, il disturbo da avversione sessuale può anche essere descritto con terminologie come “fobia sessuale” o “ansia sessuale“, sebbene queste espressioni possano sottolineare aspetti leggermente diversi del medesimo fenomeno.
Il desiderio sessuale rappresenta una dimensione cruciale della nostra esistenza configurandosi come quella fase in cui pensieri, emozioni, immagini o sensazioni corporee predispongono l’individuo all’eccitazione sessuale. Questo desiderio, sebbene intrinsecamente presente in ogni individuo, può manifestarsi in maniera variabile lungo le diverse fasi della vita.
Gli ormoni giocano un ruolo significativo nella modulazione del desiderio sessuale e, in particolari periodi della nostra esistenza – quali la menopausa, l’andropausa, la gravidanza, o le diverse fasi del ciclo mestruale – subiscono variazioni che richiedono un periodo di assestamento.
Tuttavia, vi sono condizioni cliniche definite “disturbi del desiderio sessuale” che possono ostacolare una piena e soddisfacente espressione della nostra sessualità. Questi disturbi possono colpire sia uomini che donne e si suddividono principalmente in due categorie: il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo e il disturbo da avversione sessuale.
Le persone affette da disturbo del desiderio sessuale ipoattivo mostrano una ridotta frequenza di fantasie sessuali e un desiderio sessuale scarso. Non cercano attivamente stimoli sessuali ma possono comunque impegnarsi in attività sessuali se stimolati dal partner. In tali circostanze, l’esperienza sessuale può essere percepita come moderatamente soddisfacente; nei casi più gravi, tuttavia, essa può essere vissuta con freddezza e distacco. La mancanza di desiderio sessuale può influire su tutte le aree della vita dell’individuo oppure essere circoscritta a specifici ambiti, come l’incapacità di avere fantasie sessuali o di trarre piacere da determinate attività sessuali.
Le persone che soffrono di disturbo da avversione sessuale, invece, evitano attivamente le situazioni sessuali percependole come fonte di disagio e negatività. Chi soffre di questo disturbo tende a rifuggire il contatto con i genitali del partner e può manifestare una repulsione verso l’atto sessuale stesso. Tale avversione sessuale può essere specifica, coinvolgendo determinate parti del corpo o particolari attività e stimoli, oppure può essere globale, estendendosi a tutta la sfera sessuale.
Il disturbo da avversione sessuale comporta un forte e persistente evitamento dell’attività sessuale che viene vissuta come profondamente disturbante. La repulsione può riguardare sia aspetti particolari dell’atto sessuale che l’intera esperienza sessuale, determinando una significativa compromissione della qualità della vita sessuale dell’individuo.
Le persone con disturbo da avversione sessuale sperimentano una vera e propria repulsione nei confronti dell’attività sessuale che si manifesta con una forte ansia e disagio al solo pensiero di trovarsi in situazioni sessuali. Questa ansia è così pervasiva da portare l’individuo a evitare quasi completamente qualsiasi contatto genitale con il partner.
Il disturbo da avversione sessuale è spesso una conseguenza di esperienze traumatiche come abusi sessuali, abusi fisici o altri traumi significativi. L’avversione verso il contatto con i genitali può manifestarsi in diverse forme.
Nel caso di un’avversione sessuale generalizzata, l’individuo sperimenta sentimenti di panico e repulsione in risposta a sensazioni, pensieri, sentimenti o situazioni di natura sessuale ed erotica. Quando l’avversione è specifica, essa può essere diretta verso elementi particolari come lo sperma, il pene in erezione, i genitali propri o del partner, la nudità, il piacere, l’eccitazione o l’atto della penetrazione.
Le principali caratteristiche del disturbo da avversione sessuale includono un fastidio persistente o ricorrente nei confronti dell’attività sessuale che porta all’evitamento dell’attività stessa. Questo evitamento si traduce in difficoltà nelle relazioni sessuali, con una tendenza a evitare il contatto sessuale genitale con il partner, così come a evitare di toccarsi e baciarsi, e a manifestare scarso o nullo desiderio per l’attività sessuale. Quando coinvolte sessualmente, le persone con disturbo da avversione sessuale possono provare ansia intensa che può culminare in veri e propri attacchi di panico, oltre a sentimenti di paura o disgusto.
Il disturbo da avversione sessuale può essere classificato in diverse categorie. Può essere generalizzato: in questo caso, la reazione di avversione sessuale è presente in maniera continuativa, indipendentemente dal partner. Il disturbo può essere situazionale: qui l’avversione sessuale si manifesta con un solo partner o in determinate circostanze.
Il disturbo può essere permanente: in questo caso, la persona ha sempre avuto un atteggiamento di avversione e disgusto verso il sesso. La reazione negativa agli stimoli sessuali è il risultato di apprendimenti culturali ed esperienze personali che hanno condizionato l’individuo fino a provocare un rifiuto della sessualità.
L’avversione sessuale è una condizione complessa e debilitante che può avere un impatto significativo sulla vita sessuale e relazionale dell’individuo manifestandosi con una gamma di sintomi che spaziano dall’evitamento attivo dell’intimità fisica allo sperimentare un’ansia intensa e attacchi di panico in risposta a stimoli sessuali.
Le persone che si confrontano con il problema dell’avversione sessuale vivono una serie di sintomi che possono manifestarsi sia durante il confronto diretto con esperienze sessuali sia, nei casi più gravi, al solo pensiero della nudità o della possibilità di essere coinvolti in attività sessuali. Questa condizione si caratterizza per la presenza di forti sentimenti di ansia che emergono nel momento in cui l’individuo si trova ad approcciare l’attività sessuale. L’ansia può essere così intensa da diventare debilitante impedendo qualsiasi tipo di contatto fisico intimo.
Inoltre, il semplice pensiero di poter partecipare a esperienze sessuali può provocare repulsione e una serie di sentimenti negativi che possono includere disgusto, paura e rifiuto. Questi sentimenti rendono estremamente difficile, se non impossibile, il coinvolgimento in attività sessuali. Le persone con avversione sessuale tendono a evitare attivamente tutte le situazioni legate al sesso.
Questo evitamento può estendersi non solo all’atto sessuale in sé ma anche a tutte le circostanze che potrebbero portare a un’interazione sessuale, come il contatto fisico, la nudità o situazioni intime con il partner.
Il disturbo da avversione sessuale può anche insorgere in un momento specifico della vita di un individuo, spesso in seguito a eventi traumatici o stressanti oppure può manifestarsi gradualmente nel tempo. In ogni caso, l’avversione sessuale comporta una significativa compromissione della qualità della vita sessuale e delle relazioni interpersonali. Coloro che soffrono di avversione sessuale spesso vivono una costante tensione e preoccupazione riguardo alla possibilità di dover affrontare situazioni sessuali, portandoli a un isolamento emotivo e fisico.
Le cause dell’avversione sessuale sono molteplici e spesso complesse radicandosi in esperienze personali e contesti di vita che influenzano profondamente il rapporto con la sessualità. Tra le cause principali si annoverano le esperienze sessuali traumatiche, come l’abuso sessuale e fisico o l’esperienza dell’aborto. Questi eventi possono generare un’intensa avversione sessuale, poiché lasciano cicatrici profonde che interferiscono con la capacità di vivere la sessualità in modo sereno e gratificante.
Un’altra causa significativa dell’avversione sessuale è rappresentata da un’educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica. Le convinzioni “inculcate” durante l’infanzia e l’adolescenza possono rendere difficoltoso il rapporto con il proprio corpo e con la sessualità instillando sensi di colpa e vergogna che portano all’evitamento delle esperienze sessuali. In questo contesto, l’avversione sessuale diventa una risposta difensiva alle convinzioni negative apprese.
Le informazioni sessuali inadeguate o distorte possono anch’esse contribuire allo sviluppo dell’avversione sessuale. Aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale possono creare ansia e disagio alimentando sentimenti di avversione sessuale quando ci si confronta con la realtà dell’intimità fisica.
I problemi relazionali, come l’infedeltà, possono generare una profonda sfiducia nel partner e un conseguente rifiuto dell’intimità sessuale. L’avversione sessuale, in questo caso, diventa un modo per proteggersi dal dolore e dalla delusione. Allo stesso modo, le pressioni subite in relazioni precedenti possono lasciare un’”eredità” di paura e riluttanza nei confronti delle esperienze sessuali future.
La paura della gravidanza è un’altra causa comune di avversione sessuale. Il timore di rimanere incinta può essere così forte da portare a evitare qualsiasi attività sessuale, per prevenire il rischio percepito.
Gli stress esterni, come preoccupazioni economiche, problemi di salute, dolore per la perdita di una persona cara, difficoltà lavorative o apprensioni per i figli e i propri cari, possono influenzare negativamente la sessualità. In queste circostanze, l’avversione sessuale può emergere come una reazione allo stress e alle preoccupazioni che saturano la mente impedendo di vivere l’intimità con serenità.
L’omofobia interiorizzata rappresenta un ulteriore fattore di rischio per l’avversione sessuale, poiché i sentimenti negativi verso la propria identità sessuale possono portare a evitare l’intimità sessuale. Anche l’abuso di alcool e droghe può influire negativamente, alterando le percezioni e le esperienze sessuali in modo negativo.
Infine, la depressione è una condizione che spesso si associa all’avversione sessuale. I sintomi depressivi possono ridurre drasticamente il desiderio e l’interesse per l’attività sessuale portando a un evitamento attivo delle situazioni intime. In tutti questi casi, l’avversione sessuale emerge come una risposta complessa a una combinazione di fattori psicologici, relazionali e biologici che interferiscono con la capacità di vivere una sessualità sana e appagante.
Il trattamento del disturbo da avversione sessuale deve essere attentamente pianificato in base alle cause specifiche che lo hanno generato. Tuttavia, in linea generale, l’intervento terapeutico prevede diversi “step”.
Un primo passo cruciale nel trattamento dell’avversione sessuale è la psicoeducazione. Questa fase comprende la conoscenza approfondita dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale, che include le diverse fasi del funzionamento erotico.
È fondamentale migliorare la consapevolezza del proprio corpo attraverso l’esplorazione visiva e cinestesica, oltre a comprendere i fattori fisiologici e psicologici che influenzano il rapporto sessuale. Parte integrante della psicoeducazione è anche l’esame delle convinzioni e dei luoghi comuni inerenti il sesso, poiché tali convinzioni disfunzionali possono contribuire significativamente all’avversione sessuale.
Un’altra strategia terapeutica efficace è l’esposizione graduata. Questo approccio consiste nel guidare gradualmente la persona ad affrontare situazioni sessuali che provocano ansia, iniziando da quelle meno intense fino a quelle più stressanti. L’obiettivo è che la persona impari a gestire queste situazioni riducendo progressivamente l’ansia e il disagio associati all’attività sessuale e superi l’avversione sessuale.
La psicoterapia individuale o la psicoterapia individuale online rappresenta un elemento cardine del trattamento del disturbo da avversione sessuale. Questo tipo di intervento si concentra sui condizionamenti socio-culturali ricevuti, sui pensieri e le convinzioni disfunzionali riguardanti la sessualità e il contatto sessuale. Attraverso la terapia, si affrontano eventuali traumi pregressi.
La psicoterapia aiuta a diventare a poco a poco più consapevoli del proprio rapporto con la corporeità e l’emotività. La psicoterapia aiuta quindi a “decondizionare” le reazioni negative apprese e a sviluppare un atteggiamento più positivo e rilassato nei confronti della sessualità riducendo pertanto l’avversione sessuale.
In situazioni dove l’avversione sessuale è legata ad abusi sessuali o altre esperienze traumatiche, il trattamento deve necessariamente includere programmi di intervento più ampi. Inizialmente, l’accento è posto sulla gestione e il superamento del trauma, con l’intervento che si concentra sugli aspetti sessuali solo quando gli elementi disturbanti legati al trauma sono stati adeguatamente trattati.
Nel caso in cui le cause dell’avversione sessuale siano riconducibili a problemi nel rapporto di coppia, è indicata ovviamente una terapia di coppia. Questo approccio utilizza una varietà di tecniche cognitivo-comportamentali e sessuologiche che si focalizzano principalmente (ma non esclusivamente) sull’ambito sessuale.
La psicoterapia per coppie può aiutare a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca, in quanto affronta i problemi relazionali che contribuiscono all’avversione sessuale.
Il trattamento del disturbo da avversione sessuale è un percorso multidimensionale e richiede un approccio personalizzato che integri psicoeducazione, esposizione graduata e psicoterapia, con l’obiettivo di affrontare e superare le cause profonde dell’avversione sessuale.
Come si tratta il disturbo da avversione sessuale con la psicoterapia a orientamento psicodinamico? Il trattamento psicodinamico del disturbo da avversione sessuale si basa su un’approfondita esplorazione dei conflitti intrapsichici, delle esperienze passate e delle dinamiche relazionali che possono aver contribuito allo sviluppo di tale disturbo.
Secondo il modello psicodinamico, l’avversione sessuale non è semplicemente un problema comportamentale o di mancanza di educazione sessuale ma rappresenta un sintomo di conflitti più profondi radicati nell’inconscio dell’individuo.
Inizialmente, il terapeuta psicodinamico lavora per creare un ambiente sicuro e protetto, essenziale per permettere al paziente di esplorare liberamente i propri pensieri, emozioni e ricordi. L’avversione sessuale è vista come un’espressione di conflitti intrapsichici non risolti, spesso legati a esperienze traumatiche o a relazioni significative con figure importanti durante l’infanzia.
Durante le sedute, il terapeuta incoraggia il paziente a parlare liberamente delle proprie esperienze sessuali, dei sentimenti di disgusto, ansia o paura associati alla sessualità e di qualsiasi ricordo o fantasia che emerga durante la discussione.
Un aspetto cruciale del trattamento psicodinamico è l’analisi dei sogni e delle fantasie che possono rivelare conflitti inconsci legati alla sessualità. L’avversione sessuale potrebbe derivare da esperienze di abuso sessuale o fisico ma anche da una rigida educazione familiare o religiosa che ha instillato sentimenti di vergogna e colpa riguardo al sesso. Attraverso l’interpretazione dei sogni e delle fantasie, il terapeuta aiuta il paziente a comprendere come queste esperienze passate hanno influenzato i sentimenti e i comportamenti sessuali attuali.
La tecnica delle associazioni libere è un’altra componente fondamentale del trattamento psicodinamico. Permette al paziente di esprimere pensieri e sentimenti senza censura rivelando così collegamenti nascosti tra eventi passati e l’avversione sessuale presente. Il terapeuta guida il paziente a esplorare queste associazioni cercando di portare alla luce conflitti inconsci e meccanismi di difesa che possono contribuire all’avversione sessuale.
Un altro elemento chiave del trattamento è l’analisi della relazione terapeutica, nota come transfert. Il paziente può proiettare sul terapeuta sentimenti e reazioni che originano da relazioni passate con figure significative, come i genitori. Questi sentimenti di transfert possono includere anche emozioni legate alla sessualità e all’avversione sessuale.
Inoltre, il trattamento psicodinamico si concentra sullo sviluppo della consapevolezza delle dinamiche relazionali attuali del paziente. Le difficoltà sessuali possono essere legate a problemi nelle relazioni intime attuali, dove l’avversione sessuale può fungere da difesa contro sentimenti di vulnerabilità, paura del rifiuto o del controllo da parte del partner.
Attraverso l’esplorazione delle relazioni attuali, il terapeuta aiuta il paziente a sviluppare una maggiore comprensione delle proprie dinamiche relazionali e dei modi in cui queste influenzano la sessualità.
La riflessione sulle cause dell’avversione sessuale secondo il modello psicodinamico porta inevitabilmente a considerare il ruolo dei traumi infantili e delle prime esperienze di attaccamento. Le esperienze traumatiche, come l’abuso sessuale, possono creare profonde cicatrici che influenzano la capacità di vivere la sessualità in modo sereno.
Inoltre, un attaccamento insicuro o ambivalente con le figure di riferimento può generare difficoltà nel gestire l’intimità e la sessualità nell’età adulta. Il terapeuta lavora con il paziente per esplorare questi aspetti del passato e comprendere come influenzano l’avversione sessuale.
L’approccio psicodinamico riconosce anche l’importanza delle pulsioni sessuali e delle loro manifestazioni inconsce. L’avversione sessuale può essere vista come un conflitto tra pulsioni di desiderio e meccanismi di difesa che cercano di reprimere queste pulsioni a causa di paure profonde o di sentimenti di vergogna e colpa. Il lavoro terapeutico si concentra sull’identificazione e sull’elaborazione di questi conflitti interni cercando di integrare in modo più armonioso le pulsioni sessuali nel sé del paziente.
Infine, il trattamento psicodinamico del disturbo da avversione sessuale può includere l’esplorazione delle influenze culturali e sociali che hanno modellato le credenze e i comportamenti sessuali del paziente. Le norme culturali rigide e i tabù sessuali possono contribuire a sentimenti di avversione sessuale. Il terapeuta aiuta pertanto il paziente a riconoscere e a mettere in discussione questi condizionamenti promuovendo una visione più aperta e sana della sessualità.
In sintesi, il trattamento psicodinamico del disturbo da avversione sessuale è un processo complesso e approfondito che mira a esplorare e risolvere i conflitti intrapsichici e le esperienze passate che contribuiscono a tale disturbo. Attraverso tecniche come l’analisi dei sogni, le associazioni libere e l’analisi del transfert, il terapeuta aiuta il paziente a sviluppare una comprensione più profonda delle proprie dinamiche interne e relazionali favorendo un’integrazione più sana della sessualità nel proprio sé.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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