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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 5 Set, 2024
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Le persone ambigue

Le persone ambigue rappresentano una sfida alquanto complessa in ambito clinico. All’interno delle relazioni interpersonali e delle dinamiche sociali, si incontrano individui le cui condotte, intenzioni o comunicazioni sembrano essere caratterizzate da un’alternanza di segnali contraddittori o da una mancanza di chiarezza. Questo fenomeno può suscitare nell’interlocutore una sensazione di incertezza o disorientamento rendendo difficoltosa la costruzione di un’interazione stabile e genuina.

In termini psicologici, il comportamento delle persone ambigue non sempre è facile da decifrare; esso può essere infatti la risultanza di una strategia conscia o inconscia per gestire conflitti interni, difficoltà relazionali o per evitare di esporsi troppo da un punto di vista emotivo.

Questi individui possono alternare atteggiamenti di apertura a momenti di chiusura creando una percezione di imprevedibilità che spesso genera reazioni emotive intense negli altri.

Affrontare in terapia l’interazione con le persone ambigue richiede un’analisi attenta delle loro modalità relazionali, al fine di cogliere i motivi sottostanti al loro comportamento. Questi motivi possono comprendere difficoltà nell’espressione di bisogni emotivi, fino a meccanismi difensivi più profondi rendendo la comprensione di queste dinamiche un elemento cruciale per facilitare l’intervento clinico.

Nel corso della nostra esistenza, ci imbattiamo inevitabilmente in individui la cui natura risulta essere sfuggente, i cui sentimenti e pensieri non appaiono mai completamente trasparenti.

Queste persone ambigue possono presentarsi con un’apparente chiarezza o coerenza superficiale che però si dissolve nel tempo rivelando intenzioni e comportamenti del tutto divergenti da quanto inizialmente percepito. Il contrasto tra l’immagine che queste persone proiettano e la loro vera essenza può causare profonde fratture emotive, soprattutto quando ci rendiamo conto che la fiducia riposta è stata mal ripagata o, in alcuni casi, tradita.

Quando le persone ambigue svelano, anche involontariamente, la discrepanza tra ciò che mostrano e ciò che realmente sono, la reazione di chi ha investito emotivamente nella relazione può essere caratterizzata da un forte senso di delusione, rabbia e tradimento.

Questi vissuti emotivi possono risultare particolarmente intensi se la relazione era percepita come significativa e di valore, poiché il crollo delle aspettative e delle speranze costruite si fa tanto più devastante quanto più era grande l’investimento emotivo.

Sul piano sociale, una delle qualità più frequentemente richieste o apprezzate nelle relazioni interpersonali è la sincerità, percepita come il fondamento su cui costruire fiducia e stabilità emotiva. Tuttavia, la realtà quotidiana ci pone di fronte a una realtà più articolata in cui l’ipocrisia e la falsità trovano ampio spazio.

Le persone ambigue incarnano perfettamente questa dicotomia tra ciò che desideriamo e ciò che spesso, purtroppo, incontriamo nella realtà di tutti i giorni. Tale discrepanza alimenta la percezione diffusa di essere circondati da individui che indossano maschere rendendo difficile la distinzione tra autenticità e apparenza.

Caratteristiche delle persone ambigue

In ambito clinico, definiamo come “persona ambigua” un individuo che tende a presentarsi agli altri in modo costruito indossando una maschera che nasconde la sua autentica identità. Questa mancanza di autenticità si manifesta in una sistematica “rimodulazione” dei comportamenti, finalizzata non tanto a esprimere la propria vera essenza ma piuttosto a “fare colpo” sugli altri.

Le persone ambigue, in questo contesto, si presentano come individui che evitano deliberatamente la spontaneità prediligendo comportamenti manipolatori e calcolati. Possono, ad esempio, mostrarsi insolitamente cortesi e affabili nei confronti di persone per le quali nutrono antipatia o risentimento utilizzando tale atteggiamento strategico per trarre vantaggi o per migliorare la propria immagine sociale.

Nelle dinamiche lavorative, questo comportamento può acquisire una valenza strumentale e manipolatoria: le persone ambigue sfruttano la loro capacità di adattarsi alle situazioni sociali per ottenere benefici personali, a volte a discapito della trasparenza e dell’onestà.

Il loro atteggiamento risulta ingannevole, poiché costruiscono una realtà distorta per sfruttare la fiducia altrui, spesso senza essere realmente coinvolti nelle relazioni che instaurano. Le persone ambigue faticano a sviluppare legami profondi e significativi, poiché per loro il valore delle relazioni è strettamente connesso ai potenziali vantaggi che possono ricavare, piuttosto che a un reale interesse affettivo.

In effetti, il loro egocentrismo e la difficoltà a essere sinceramente felici per il successo o le qualità degli altri derivano spesso da una radicata invidia e da un senso di inferiorità. In questi individui l’incapacità di provare gioia per gli altri è indice di una profonda fragilità narcisistica.

Le persone ambigue possono così sviluppare tratti narcisistici, caratterizzati dalla necessità di ricevere ammirazione per compensare una scarsa autostima di base. Nei casi più estremi, tale tendenza manipolativa può evolvere in forme più gravi di narcisismo maligno oppure sfociare in disturbi di personalità più complessi come la psicopatia o il sadismo, dove il bisogno di controllo e potere diventa dominante nelle relazioni interpersonali.

Persone ambigue: alle origini del problema

In ambito psicodinamico, l’origine dei comportamenti manipolatori, invidiosi o caratterizzati da falsità non è mai da ricercarsi esclusivamente nella biologia o in una predisposizione genetica.

Sebbene la genetica possa certamente influenzare alcuni aspetti del temperamento e della vulnerabilità a determinati tratti, è l’ambiente a giocare un ruolo cruciale e, spesso, determinante nello sviluppo della personalità di un individuo. In particolare, alcuni concetti elaborati nell’ambito della psicoanalisi possono fornirci una chiave di lettura utile per comprendere meglio perché alcune persone ambigue sviluppano una personalità che appare fittizia o costruita.

Donald Winnicott, uno degli psicoanalisti più influenti del ventesimo secolo, ha introdotto il concetto di “Falso Sé“, un concetto di fondamentale importanza che ci permette di esplorare la complessità di queste dinamiche. Il Falso Sé rappresenta una struttura difensiva della personalità che si sviluppa come risposta a un ambiente familiare percepito come poco accogliente o addirittura minaccioso.

Nello specifico, individui che da bambini si trovano a crescere in contesti in cui i loro bisogni emotivi e affettivi non vengono riconosciuti o rispettati possono sentirsi obbligati a mettere in atto strategie di adattamento. Questo adattamento non è altro che la costruzione di un’identità che risponda alle aspettative degli altri ma che è al tempo stesso profondamente distante dal Sé autentico.

Le persone ambigue, in questo senso, diventano esperte nel mascherare i propri veri sentimenti e desideri per preservare un legame affettivo con figure genitoriali che potrebbero altrimenti rifiutarle.

Nel tentativo di mantenere l’approvazione o l’affetto dei propri genitori, un bambino può imparare a presentare un’immagine di sé che soddisfi le aspettative genitoriali, anche a costo di sacrificare la propria autenticità.

La costruzione del Falso Sé, che Winnicott descrive come una risposta adattativa a un ambiente emotivamente carente, può portare a una forma di alienazione dal Sé autentico. In età adulta, ciò si traduce in persone ambigue, incapaci di esprimere se stesse in modo genuino, poiché continuano a operare sulla base di modelli relazionali appresi durante l’infanzia.

Le persone ambigue vivono costantemente sotto la pressione di dover monitorare il proprio ambiente interpersonale mantenendo un controllo rigido su ciò che mostrano agli altri. Tale atteggiamento ipervigile, che si sviluppa per proteggersi dal rischio di rifiuto o abbandono, è spesso accompagnato da livelli elevati di ansia e tensione.

Il Falso Sé, sebbene possa sembrare un meccanismo di protezione efficace, impedisce una vera connessione emotiva con gli altri portando queste persone a sviluppare relazioni superficiali e manipolatorie, piuttosto che autentiche.

Le persone ambigue, dunque, non sono semplicemente individui che scelgono di essere falsi o manipolatori per convenienza ma sono spesso il prodotto di un contesto relazionale in cui esprimere il proprio Sé autentico non era considerato sicuro.

Il loro bisogno di controllo interpersonale, la difficoltà a lasciarsi andare e lasciare andare in modo spontaneo e la tendenza a creare un’immagine distorta di sé sono tutte espressioni di una strategia difensiva maturata nel tentativo di evitare il dolore del rifiuto o della disconnessione emotiva.

Comportamenti tipici delle persone ambigue

All’interno delle dinamiche relazionali, nelle amicizie, in famiglia o nell’ambiente di lavoro, può capitare di incontrare persone ambigue, individui che, dietro una facciata di gentilezza e cordialità, nascondono comportamenti manipolatori o “doppi”, in grado di generare confusione e disagio negli altri.

Queste persone ambigue, che sembrano sempre così affabili, ogni tanto manifestano scatti di aggressività inaspettata, un comportamento che può sorprendere e destabilizzare chi le circonda. Tali manifestazioni di aggressività sono il risultato di una tensione accumulata nel tentativo di mantenere una maschera che non corrisponde alla loro reale identità.

Fingere continuamente e vivere una vita priva di spontaneità è come essere costantemente su un palcoscenico, il che genera un accumulo di stress che, come un elastico troppo tirato, finisce per spezzarsi.

Questo aspetto rende difficile riconoscere immediatamente le persone ambigue, poiché spesso riescono a nascondersi dietro una maschera ben costruita facendo dubitare persino chi le circonda della validità del proprio giudizio.

Uno degli indicatori di riconoscimento di queste persone è la loro tendenza a mantenere alti standard morali, spesso utilizzati come strumento per puntare il dito contro gli altri e umiliarli pubblicamente.

Questo atteggiamento di superiorità morale, che si manifesta attraverso commenti denigratori e giudizi impietosi, ha lo scopo di distogliere l’attenzione dalle proprie incoerenze e dai propri comportamenti discutibili.

Le persone ambigue sfruttano queste dinamiche per mantenere un’immagine apparentemente irreprensibile. Tuttavia, il loro vero scopo è quello di proteggersi e mantenere il controllo sugli altri.

Il senso di superiorità che le persone ambigue coltivano è spesso associato a tratti narcisistici o a una percezione di sé come superiore rispetto agli altri. Questo egocentrismo porta le persone ambigue a rimproverare facilmente gli altri facendoli sentire inferiori o inadeguati.

Nelle relazioni tendono a far valere le proprie opinioni come verità assolute, mentre considerano norme e regolamenti come applicabili solo agli altri, poiché credono di essere al di sopra di tali restrizioni.

Le persone ambigue hanno spesso un senso distorto del proprio diritto morale, caratteristica che le porta a giustificare i propri comportamenti senza mai ammettere colpe o errori. Anche di fronte all’evidenza trovano sempre scuse per giustificarsi rifiutando di riconoscere la propria responsabilità nelle situazioni.

Una caratteristica distintiva delle persone ambigue è la discrepanza tra ciò che dicono e ciò che fanno. Spesso i loro comportamenti non sono coerenti con le loro parole, poiché l’obiettivo principale è quello di apparire in maniera positiva agli occhi degli altri e soddisfare le aspettative sociali piuttosto che agire in modo autentico.

Questo fa sì che utilizzino frasi e complimenti ambigui, “conditi” da sottile ironia o critiche velate che confondono l’interlocutore. Per esempio, potrebbero fare un complimento che a prima vista, sembra positivo ma che in realtà contiene un commento svalutante. Questa ambiguità comunicativa è un segno del loro disinteresse reale verso gli altri e del loro desiderio di mantenere un controllo sulla relazione, in modo tale da ricordare costantemente all’altro la sua posizione di inferiorità o fallibilità.

La mancanza di coerenza è forse uno degli aspetti più evidenti nelle persone ambigue. Questi individui non hanno valori stabili o definiti e il loro comportamento si adatta fluidamente ai vari contesti, senza mai impegnarsi in modo autentico in alcuna causa o relazione. Questo li porta a giustificare i propri fallimenti o ritardi con scuse pronte spostando sempre la responsabilità su fattori esterni.

È inoltre importante riflettere sul perché alcune persone attraggono individui ambigui nella propria vita. Le relazioni con persone ambigue spesso nascono in un contesto di credenze disfunzionali riguardo al proprio valore. Chi si sente indegno o non meritevole di amore tende a legarsi a persone che perpetuano questo senso di deprivazione.

Le persone ambigue trovano terreno fertile in queste relazioni poiché possono continuare a ricevere senza mai dare in cambio mantenendo viva la dinamica relazionale di manipolazione e disconnessione emotiva. In questo modo, chi si sente immeritevole di ricevere affetto autentico finisce per stringere legami con individui che non faranno altro che rafforzare questa percezione negativa di sé creando un circolo vizioso di deprivazione emotiva.

Come capire se una persona è ambigua?

Capire se una persona è ambigua richiede un’attenta osservazione del comportamento e della comunicazione, poiché queste persone tendono a inviare segnali misti e difficili da interpretare. Le persone ambigue sono spesso caratterizzate da una discrepanza tra ciò che dicono e ciò che fanno, il che può generare confusione nelle relazioni interpersonali.

Esaminare questi segnali può aiutare a discernere le loro reali intenzioni e motivazioni, e, in un contesto clinico, diventa essenziale distinguere tra comportamenti inconsapevoli e intenzionali.

Le persone ambigue possono spesso sembrare molto affabili e gentili in un primo momento ma questo atteggiamento è solo una parte del loro “palcoscenico” sociale.

Un altro indicatore di ambiguità è dato dalla tendenza a non prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Le persone ambigue tendono a manipolare la realtà a loro vantaggio, e, anche di fronte a situazioni chiare, spesso rifiutano di ammettere i propri errori. Questa mancanza di coerenza tra azioni e parole crea una dissonanza cognitiva negli interlocutori i quali possono sentirsi confusi e dubbiosi rispetto alla sincerità di questi individui.

L’ambiguità viene mantenuta attraverso l’uso di scuse ripetute e la riluttanza ad affrontare direttamente le proprie responsabilità. In questo contesto, è utile ricordare quanto la tolleranza verso l’incertezza e l’ambiguità possa influenzare le relazioni interpersonali. Infatti, la capacità di tollerare situazioni ambigue senza sentirsi sopraffatti è considerata una forma di resilienza psicologica ma nel caso delle persone ambigue, questa tolleranza viene spesso abusata.

Un altro aspetto importante riguarda la comunicazione delle persone ambigue, comunicazione che spesso è vaga o confusa e che difficile comprendere le loro vere intenzioni. Queste persone utilizzano spesso un linguaggio ambiguo, con messaggi che possono essere interpretati in svariati modi. Questo approccio impedisce di creare un rapporto trasparente e può generare frustrazione in chi cerca di stabilire una connessione autentica.

Le persone ambigue possono anche utilizzare complimenti o frasi che, sotto una superficie apparentemente positiva, nascondono critiche o svalutazioni. Questo tipo di comunicazione è estremamente manipolatorio, poiché permette loro di mantenere un controllo sulla relazione mantenendo l’altro in uno stato di costante dubbio e insicurezza.

La gestione dell’ambiguità nelle relazioni interpersonali è particolarmente complessa perché le persone ambigue tendono a evitare il confronto diretto. Questa tendenza a evitare la chiarezza emotiva e relazionale non solo impedisce la risoluzione di conflitti ma amplifica il senso di incertezza e frustrazione negli altri.

Le persone ambigue, infatti, sembrano cercare di mantenere un certo grado di distanza emotiva proprio per evitare di essere “scoperte”. Questo meccanismo difensivo le protegge dal rischio di dover mostrare il loro vero sé, in quanto il vero sé potrebbe esporre queste persone al rischio di un rifiuto o di un giudizio negativo

Capire se una persona è ambigua richiede un’analisi attenta dei suoi comportamenti nel tempo. Gli elementi chiave da osservare includono la mancanza di coerenza tra parole e azioni, la riluttanza a prendersi responsabilità e l’utilizzo di un linguaggio vago o confuso. Queste caratteristiche non emergono immediatamente ma si manifestano gradualmente rendendo difficile riconoscere subito l’ambiguità. Tuttavia, con una maggiore consapevolezza e attenzione, è possibile identificare questi segnali e comprendere meglio la natura delle persone ambigue.

Ambiguità e psicopatologia

Il legame tra ambiguità e psicopatologia è complesso e si manifesta attraverso diverse forme di disturbi psicologici, influenzando tanto le relazioni interpersonali quanto la percezione soggettiva della realtà. Le persone ambigue, caratterizzate da comportamenti e atteggiamenti che risultano difficili da interpretare, rappresentano un campo di studio particolarmente interessante in quanto la loro ambiguità può essere sintomo o causa di sofferenza psicologica.

Le persone ambigue tendono a mostrare segnali misti, contraddittori o vaghi, il che può generare confusione e incertezza negli altri. Questo tipo di comportamento può essere collegato a diverse forme di psicopatologia, come i disturbi d’ansia, la depressione e il disturbo borderline di personalità. Ad esempio, individui affetti da disturbi d’ansia possono dare un’interpretazione negativa alle situazioni ambigue attribuendo loro un significato minaccioso.

Questa tendenza è nota come “bias di interpretazione” e contribuisce ad alimentare uno stato pervasivo di ansia e preoccupazione. Le persone ambigue, dunque, non solo vivono con un costante stato di incertezza ma tendono anche a proiettare questa ambiguità sugli altri complicando le relazioni e il loro stesso funzionamento psicologico.

In ambito clinico, la tolleranza all’ambiguità è un aspetto centrale nella comprensione di vari disturbi psicologici. Le persone che tollerano meno l’ambiguità tendono a cercare costantemente certezze e risposte chiare e quando queste non sono disponibili, possono reagire con ansia, frustrazione o addirittura aggressività.

Questo è particolarmente vero nelle persone ambigue il cui comportamento altalenante genera difficoltà sia per loro stesse sia per chi cerca di instaurare un rapporto con loro. In un contesto di depressione, ad esempio, l’ambiguità viene spesso interpretata in modo negativo contribuendo a una visione pessimistica della vita e delle relazioni.

La ricerca ha dimostrato che la tendenza a interpretare l’ambiguità come una minaccia è particolarmente pronunciata negli individui depressi che sviluppano una visione rigida e negativa degli eventi.

Dal punto di vista psicodinamico, come detto in precedenza, l’ambiguità può essere associata al concetto di “Falso Sé” elaborato da Donald Winnicott. Secondo questa teoria, le persone ambigue sviluppano una personalità che si adatta alle aspettative altrui mascherando il loro vero Sé per evitare il rischio di essere respinte o non accettate.

Questo processo può portare a un senso di alienazione da se stessi in cui l’individuo, pur apparendo funzionale nelle interazioni sociali, vive un profondo senso di insoddisfazione e mancanza di autenticità. Nei casi più estremi, l’incapacità di accettare e integrare il proprio vero Sé può condurre a gravi disfunzioni emotive, tra cui depressione e ansia cronica.

Un altro aspetto interessante del legame tra ambiguità e psicopatologia è il ruolo della memoria e dell’attenzione. Le persone ambigue, specialmente quelle affette da disturbi d’ansia o depressivi, tendono a concentrare la loro attenzione su dettagli ambigui o neutri e a interpretarli in modo negativo.

Questa tendenza a soffermarsi sugli aspetti incerti o poco chiari della realtà può amplificare l’ansia e alimentare un ciclo di preoccupazioni che diventa difficile da spezzare. Ad esempio, nei rapporti interpersonali, le persone ambigue potrebbero leggere i comportamenti degli altri in modo distorto interpretando una mancanza di risposta o un gesto neutro come un segnale di ostilità o rifiuto e alimentando così un ciclo di sfiducia e insicurezza.

Nella psicoterapia e nella psicoterapia online, il trattamento delle persone ambigue richiede un lavoro delicato sulla capacità di tollerare l’incertezza e di esplorare il proprio mondo interiore con maggiore autenticità. Il terapeuta può aiutare il paziente a riconoscere e distinguere tra le proprie percezioni distorte e la realtà oggettiva lavorando su strategie per gestire l’ansia derivante dall’ambiguità.

Lo sviluppo di una maggiore tolleranza all’ambiguità è considerato un fattore chiave per migliorare il benessere psicologico, poiché consente di affrontare situazioni complesse e incerte senza cadere in schemi rigidi di pensiero o reazioni emotive estreme.

In conclusione, il legame tra ambiguità e psicopatologia è profondo e variegato. Le persone ambigue rappresentano un fenomeno clinico che riflette una difficoltà di gestione dell’incertezza, sia nel proprio mondo interno sia nelle relazioni interpersonali. Capire e trattare queste dinamiche è essenziale per aiutare gli individui a sviluppare una maggiore autenticità, migliorare la loro capacità di tollerare l’incertezza e ridurre i sintomi psicologici associati all’ambiguità.

Riferimenti bibliografici

https://academic.oup.com/book/1314/chapter/140276520

https://www.exploringyourmind.com/donald-winnicott-and-his-theory-about-the-false-self/

https://en.wikipedia.org/wiki/True_self_and_false_self

https://link.springer.com/article/10.1016/j.brat.2018.03.003

https://link.springer.com/article/10.1016/B978-0-12-816660-4.00009-X

https://dictionary.apa.org/ambiguous-figure

 

 

 

 

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