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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 19 Gen, 2024
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L’ofidiofobia

L’ofidiofobia è un disturbo psicologico caratterizzato da una paura profondamente radicata e insuperabile nei confronti dei serpenti. Questa fobia non è soltanto un semplice timore dei serpenti ma una condizione che influenza in modo significativo la vita di tutti i giorni e lo stato emotivo di chi ne è affetto. Le persone con ofidiofobia possono sperimentare intense reazioni sia fisiche che psicologiche che vanno ben oltre un semplice disagi, incidendo sulla loro capacità di vivere serenamente la quotidianità.
Dal punto di vista clinico, l’ofidiofobia è identificata come una forma di fobia specifica. Questa classificazione è supportata dalla quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, pubblicato dall’American Psychiatric Association, che la inserisce nella categoria dei disturbi d’ansia. Questa categorizzazione mette in luce la complessità e la serietà di tale disturbo, che va trattato con attenzione e competenza professionale.
Nel contesto più ampio delle fobie animali, l’ofidiofobia è strettamente collegata alla zoofobia, ovvero la paura generale degli animali. In particolare, rientra nella sottocategoria dell’erpetofobia che è la paura specifica dei rettili. L’ofidiofobia va considerata come una manifestazione specifica di una paura più generale verso una certa categoria di animali.
Le origini dell’ofidiofobia sono molteplici e complesse. Tra queste, si annoverano fattori genetici che possono predisporre un individuo alla condizione; l’esposizione diretta o indiretta all’oggetto della fobia, che in questo caso sono i serpenti; la possibilità che un evento traumatico, legato magari a un incontro passato con un serpente, abbia lasciato un’impronta duratura.
La teoria evoluzionistica suggerisce che una certa dose di paura verso i serpenti potrebbe essere stata vantaggiosa per la sopravvivenza umana nelle prime fasi del suo sviluppo.
In questo articolo forniremo una panoramica approfondita sull’ofidiofobia analizzando le sue cause, i sintomi e i possibili approcci terapeutici. L’intento del lavoro è quello di fornire strumenti utili per comprendere e affrontare l’ofidiofobia, sia per chi ne è direttamente colpito, sia per chi si trova a supportare una persona cara che ne soffre.

Cos’è l’ofidiofobia?

Ma che cos’è nello specifico l’ofidiofobia? La nostra reazione di allarme nei confronti dei serpenti è un fenomeno istintivo e universale. Si tratta di una risposta emotiva del tutto naturale considerando che stiamo parlando di un animale che può possedere la capacità di infliggere danni mortali con un semplice morso. Questo stato di allerta è quindi giustificato e comprensibile: è difficile immaginare che qualcuno possa rimanere indifferente o tranquillo di fronte ad un essere così potenzialmente pericoloso.
Le caratteristiche fisiche e comportamentali dei serpenti contribuiscono ulteriormente a creare un’immagine negativa di questi rettili. La loro lingua biforcuta, unita al sibilo caratteristico che emettono, sono elementi che li rendono particolarmente intimidatori. Inoltre, la loro capacità di muoversi in modo veloce e silenzioso aumenta la percezione di una minaccia nascosta e imprevedibile. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere il serpente un animale temibile agli occhi di molti.
La paura dei serpenti è quindi un sentimento piuttosto diffuso tra le persone. In molti casi questa paura può essere considerata come un fenomeno comune e gestibile. La maggior parte delle persone, infatti, ha la capacità di superare o controllare questo timore, anche perché gli incontri con i serpenti nella vita quotidiana sono relativamente rari e improbabili. Tuttavia, la situazione diventa più complicata quando questa paura si intensifica e si trasforma in una vera e propria fobia.
Nel caso dell’ofidiofobia, la paura dei serpenti si manifesta in modo così acuto che non è necessario un incontro reale con l’animale per scatenare una reazione di paura intensa. Persone con questa fobia possono sperimentare ansia e disagio anche solo immaginando un serpente o vedendone l’immagine in televisione, su una rivista o in un’opera d’arte. In queste circostanze, la paura si distacca dalla realtà oggettiva dell’incontro con un serpente diventando un problema psicologico che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Ofidiofobia e altre fobie correlate

L’ofidiofobia è un disturbo psicologico specifico il cui nome deriva dal greco: la parola si compone di due termini: “ophis”, che significa serpente, e “phobia”, che sta per paura. Questa condizione è caratterizzata da una paura estrema e irrazionale nei confronti dei serpenti. Tale paura si manifesta anche quando la probabilità di un incontro pericoloso con questi animali è minima o addirittura inesistente, evidenziando la natura irrazionale e profondamente radicata di questo disturbo.
L’ofidiofobia è un disturbo piuttosto comune che colpisce circa il 10% della popolazione mondiale. Interessante notare che questo disturbo non fa distinzioni di genere colpendo sia uomini che donne in egual misura. La sua insorgenza può verificarsi in qualsiasi momento della vita, sia nell’infanzia sia nell’età adulta, e non è raro che si presenti in concomitanza con altre fobie.
Tra le fobie che spesso accompagnano l’ofidiofobia troviamo l’erpetofobia, che è la paura dei rettili in generale e, in particolare, delle lucertole. Questa fobia si focalizza sulla paura di una categoria più ampia di animali rispetto ai soli serpenti ma condivide con l’ofidiofobia la caratteristica dell’irrazionalità e dell’intensità del timore provato.
Un’altra fobia correlata all’ofidiofobia è la ranidafobia, la paura specifica delle rane. Sebbene le rane siano molto diverse dai serpenti, la ranidafobia si manifesta con un’ansia simile all’ofidiofobia evidenziando come diverse creature possano suscitare intense reazioni di paura in alcune persone.
Infine, c’è la tanatofobia, che è la paura della morte. Questa fobia può essere particolarmente legata all’ofidiofobia, poiché la paura di morire può essere innescata dall’idea di essere morsi da un serpente velenoso. In questo caso, la paura dei serpenti si lega direttamente all’angoscia per la propria mortalità creando un legame tra il timore di un animale specifico e la paura universale della morte.
L’ofidiofobia è una condizione psicologica complessa che può presentarsi in diverse forme e associarsi a varie altre fobie, riflettendo la vasta gamma di timori e ansie che possono influenzare la psiche umana.

Quali sono le cause dell’ofidiofobia?

La paura dei serpenti è una caratteristica profondamente radicata nella storia evolutiva dell’umanità, risalente addirittura all’era preistorica. Storici e antropologi hanno a lungo riflettuto su come e perché questa fobia si sia sviluppata arrivando alla conclusione che il timore dell’uomo nei confronti dei serpenti sia nato dalla consapevolezza del potenziale letale del loro morso. Questa comprensione ha giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione umana, in particolare nello sviluppo di meccanismi di sopravvivenza e di difesa. La percezione del serpente come una minaccia ha così influenzato non solo il comportamento ma anche l’evoluzione neurologica degli esseri umani.
L’ofidiofobia, la paura irrazionale e intensa dei serpenti, può essere attribuita a diverse cause, una di natura squisitamente neurobiologica: il pulvinar, un gruppo di neuroni situati nel talamo, sembra avere un ruolo fondamentale nella gestione dell’attenzione visiva umana aiutando a focalizzare l’attenzione su dettagli specifici e a riconoscere potenziali pericoli nell’ambiente circostante. Questi neuroni si attiverebbero in maniera particolarmente intensa e rapida di fronte a immagini di serpenti.
In generale, il sistema visivo dei primati, inclusi gli esseri umani, si sarebbe evoluto per riconoscere il più rapidamente possibile la forma allungata e potenzialmente minacciosa dei serpenti.
In una prospettiva prettamente psicologica, invece, è emerso come questa fobia possa emergere a seguito di un’esperienza traumatica vissuta del passato: un evento traumatico può essere rappresentato da un incontro diretto e angosciante con un serpente, come trovarsi inaspettatamente in prossimità di questo animale in un contesto che viene percepito come minaccioso o pericoloso. Un esempio ancora più diretto può essere aver subito un morso di serpente, un’esperienza che può lasciare un’impressione duratura e profonda sfociando ovviamente in una paura persistente e intensificata nei confronti di questi animali.
Inoltre l’ofidiofobia può essere innescata o aggravata dall’osservazione di reazioni fobiche in persone significative nell’ambiente familiare o sociale dell’individuo, come un genitore, un parente stretto o un amico. La presenza di una fobia in queste figure di riferimento può indirettamente influenzare e modellare le proprie risposte emotive, specialmente in età evolutiva. Questo aspetto sottolinea il ruolo dell’apprendimento osservazionale nella formazione delle fobie: vedere una persona cara reagire con paura intensa a un serpente può indurre una risposta simile nell’individuo, specialmente se questa osservazione avviene in un’età in cui si è particolarmente suscettibili alle influenze esterne.
Infine, un altro fattore rilevante nella comprensione dell’ofidiofobia è la componente genetica. Studi e ricerche hanno evidenziato che la predisposizione a questo tipo di fobia può essere influenzata da fattori genetici. In particolare, si è osservato che spesso le persone che soffrono di ofidiofobia provengono da famiglie in cui sono presenti diversi disturbi d’ansia. Questo suggerisce che vi possa essere una certa predisposizione genetica non solo per l’ofidiofobia in sé, ma anche per un più ampio spettro di disturbi legati all’ansia. La presenza di questi disturbi in un contesto familiare può indicare una possibile ereditarietà dei tratti ansiosi che possono manifestarsi in varie forme, inclusa la paura specifica dei serpenti.
Pertanto, le esperienze traumatiche, l’apprendimento osservazionale e i fattori genetici giocano tutti un ruolo significativo nel determinare la presenza e l’intensità di questa fobia. Questa comprensione multidimensionale è fondamentale per un approccio terapeutico efficace che tenga conto di tutti gli aspetti che possono contribuire allo sviluppo e al mantenimento dell’ofidiofobia.

Quali sono i sintomi dell’ofidiofobia?

Le persone che soffrono di ofidiofobia possono esperire una serie di reazioni fisiologiche intense che sfuggono al loro controllo. Questa fobia non si limita a un semplice stato di disagio o paura ma si manifesta attraverso sintomi fisici significativi. Tra questi troviamo vertigini, senso di instabilità e disorientamento che può essere particolarmente debilitante. Inoltre, è comune che si verifichino nausea, vomito o diarrea, sintomi che indicano un alto livello di stress e ansia. La sudorazione eccessiva è un altro sintomo fisico comune, segno di una reazione di ansia acuta.
Inoltre la respirazione e il battito cardiaco possono accelerare in modo notevole, rispecchiando lo stato di allerta e di panico che la fobia provoca. Il tremore, sia nelle mani che in altre parti del corpo, è un altro sintomo fisico che può accompagnare l’ofidiofobia, così come il fiato corto che indica un’elevata tensione emotiva e fisica.
Oltre a questi sintomi fisici, l’ofidiofobia può anche manifestarsi in modi che influenzano profondamente la vita quotidiana dell’individuo. Ad esempio, la paura intensa dei serpenti può portare le persone a evitare situazioni in cui potrebbero incontrarli, come la visita allo lo zoo, dove i serpenti sono spesso presenti. Questa fobia può anche influenzare le scelte di intrattenimento o di lettura, rendendo difficile per gli individui guardare film o leggere libri che includano riferimenti a questi animali. Inoltre, le persone con ofidiofobia possono soffrire di incubi notturni in cui i serpenti giocano un ruolo centrale influenzando negativamente la qualità del sonno e il benessere generale.
Questi sintomi, sia fisiologici che comportamentali, ci informano sulla serietà dell’ofidiofobia come condizione psicologica. Essi non solo causano un disagio immediato e acuto ma possono anche avere un impatto a lungo termine sulla vita sociale, sulle attività quotidiane e sul benessere generale dell’individuo gravato da questa fobia.

La diagnosi della fobia dei rettili

Nel contesto della psicologia clinica, il DSM-5-TR (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, Text Revision) stabilisce criteri rigorosi e dettagliati per la diagnosi di fobie specifiche come l’ofidiofobia. Questi criteri sono essenziali per garantire che la diagnosi sia accurata e che le strategie di trattamento siano appropriate.
Il primo criterio afferma che l’esposizione o la mera anticipazione del serpente deve scatenare una reazione di paura che sia intensa, eccessiva e irrazionale rispetto al pericolo reale rappresentato dall’animale. Questa reazione è spesso sproporzionata rispetto alla minaccia effettiva riflettendo un disturbo psicologico piuttosto che una risposta di paura normale o adeguata.
Il secondo criterio si concentra sulla natura immediata e angosciante della risposta ansiosa. Questo significa che la paura o l’ansia si manifestano rapidamente e con intensità notevole, indicando una reazione automatica e profondamente radicata.
Il terzo criterio riguarda l’evitamento: le persone con fobie specifiche tendono ad evitare attivamente situazioni o luoghi in cui potrebbero incontrare l’oggetto della loro paura, in questo caso i serpenti. Tale evitamento può limitare significativamente le attività quotidiane e sociali della persona.
Il quarto criterio si riferisce all’impatto della fobia sulla vita quotidiana. I comportamenti di evitamento, l’ansia anticipatoria e la paura stessa devono interferire in modo significativo con il normale funzionamento dell’individuo o causare notevole disagio.
Il quinto criterio stabilisce che la paura deve essere persistente, ovvero deve essere presente per un periodo prolungato, tipicamente almeno 6 mesi, per essere considerata una fobia specifica.
Infine, il sesto criterio assicura che la paura specifica non sia meglio spiegata da altri disturbi mentali, come la fobia sociale, il disturbo post traumatico da stress (PTSD) o il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Questo criterio è fondamentale per differenziare l’ofidiofobia da altre condizioni psicologiche che possono presentare sintomi simili.
In sintesi, il DSM-5-TR fornisce una struttura diagnostica chiara per le fobie specifiche, basata su una valutazione approfondita della natura e dell’intensità della paura, nonché sul suo impatto sulla vita dell’individuo. Questa struttura aiuta i professionisti della salute mentale a identificare e trattare efficacemente queste fobie, tenendo conto delle loro specificità e complessità.

Come superare la paura dei serpenti: il trattamento dell’ofidiofobia

Il trattamento delle fobie come l’ofidiofobia, tramite una sostengo psicologico o un sostegno psicologico online, è un percorso che può portare importanti risultati e un’efficace risoluzione della sintomatologia più intensa e invalidante.
È importante sottolineare che non esiste un approccio terapeutico universale per tutti: la chiave sta nello sperimentare vari metodi e nel trovare, con la guida e il sostegno di uno psicologo, la strategia più efficace e adatta alle esigenze specifiche di ogni individuo.
Tra i metodi più utilizzati vi è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), una terapia che opera su due livelli: il primo è il livello comportamentale, dove il terapeuta aiuta il paziente a modificare la relazione tra l’evento stressante, come la vista o il pensiero di un serpente, e la sua reazione emotiva e comportamentale. Il secondo livello è quello cognitivo, dove la terapia aiuta a identificare, comprendere e correggere gli schemi mentali fissi e i pensieri ricorrenti che sono scatenati dalla fobia sostituendoli con pensieri più funzionali e salutari per il benessere del paziente.
Un altro approccio efficace è la desensibilizzazione sistematica che espone il paziente in modo graduale e controllato all’oggetto della sua paura, in questo caso il serpente, in un ambiente sicuro e non minaccioso. Questo metodo mira a indurre una risposta incompatibile con l’ansia, ridurre i sintomi fisici come l’iperventilazione o la tachicardia e aiutare il paziente a gestire meglio la sua reazione fobica di fronte all’animale. L’esposizione può avvenire attraverso l’uso di immagini di serpenti, discussioni sulle reazioni fisiche ed emotive o anche tramite l’uso della realtà virtuale che permette di simulare l’esperienza di essere vicino a un serpente in un contesto sicuro.
Infine, per coloro che hanno sperimentato eventi traumatici, può essere adottato l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), un approccio spesso utilizzato nel trattamento dei disturbi post-traumatici da stress. Questa tecnica facilita il ritrovamento e la rielaborazione delle informazioni traumatiche memorizzate aiutando il paziente a superare gli impatti psicologici dell’evento.
Questi metodi, quando combinati e personalizzati, possono offrire al paziente strumenti efficaci per affrontare e superare questa particolare fobia migliorando significativamente la sua qualità di vita e restituendogli un senso di controllo e sicurezza.

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