Che cos’è la manipolazione emotiva? La manipolazione emotiva, o manipolazione affettiva, può essere considerata una forma di controllo dell’altro significativo che può manifestarsi in molteplici contesti: sentimentali, familiari, amicali e lavorativi.
Ma cosa succede in questa particolare dinamica relazionale? Succede che la persona che manipola mette in atto da un lato un’implicita pressione sull’altro a farsi controllare e soggiogare emotivamente e dall’altro una sottile ma sempre più marcata svalutazione che induce la persona manipolata a fare tutto quello che desidera il manipolatore.
La manipolazione emotiva può essere ritenuta una vera e propria forma di violenza psicologica che genera nella vittima un profondo senso di oppressione e sofferenza psichica.
È importante che psicologo e psicologo online lavorino con sensibilità e delicatezza insieme al paziente vittima di manipolazione emotiva, per creare gradualmente una sempre maggiore consapevolezza sulla propria dipendenza affettiva e sulle condizioni di fragilità psichica che hanno portato a questi fenomeni.
La manipolazione emotiva genera sulla vittima un profondo senso di confusione mentale e un perenne vissuto di inadeguatezza. Perché? Perché in questa dinamica relazionale si genera in maniera sottile una distorsione mentale che va a incidere negativamente sulla sicurezza in se stessi e sulla consapevolezza nelle proprie potenzialità.
È importante fare una precisazione. Ci sono innumerevoli sfumature di manipolazione emotiva: a tutti noi può essere capitato di mettere in atto, più o meno consapevolmente, delle manipolazioni. Per esempio, la mamma che dice al figlio “Se fai così, fai stare tanto male la mamma” sta esercitando una piccola forma di manipolazione affettiva che può indurre nel bambino un senso di colpa per il suo comportamento. Tutti noi, pertanto, siamo in grado di mettere in atto questo sottile meccanismo che induce l’altro a sentirsi in colpa e ad essere di conseguenza più controllabile. Ovviamente le dinamiche di manipolazione emotiva si collocano in un continuum di criticità, dalle più lievi alle più patologiche e problematiche.
L’ambito delle relazioni sentimentali e familiari è quello maggiormente soggetto alle dinamiche di manipolazione emotiva, perché è l’ambito o dove potenzialmente si è più fragili e bisognosi di sicurezza. Tuttavia, anche nell’ambito lavorativo possiamo assistere all’insorgenza di tale fenomeno.
Spesso la manipolazione emotiva si cela dietro le migliori intenzioni e viene messa in atto da una figura di riferimento, un amico, un familiare, un collaboratore, un datore di lavoro, ecc. Tali dinamiche si fondano sulla fiducia da parte della vittima, fiducia che viene usata dal manipolatore per ottenere dei vantaggi.
Ma chi è il manipolatore emotivo? Il manipolatore emotivo è una personalità che risulta sensibile e accogliente solo in apparenza. Tale personalità appare sin da subito una figura affascinante e seduttiva soprattutto agli occhi delle persone più fragili. Il manipolatore suscita molta curiosità: si mostra alquanto stimolante ma al tempo stesso superficiale e sfuggente.
Ad un occhio attento, la persona che mette in atto la manipolazione emotiva in maniera sistematica rivela dopo un po’ di tempo tutta la sua inconsistenza, facendo perdere il suo appeal al cospetto delle persone meno fragili e suggestionabili.
Tali soggetti appaiono dei leader positivi e carismatici. Tuttavia dietro questa leadership si cela quasi sempre uno smisurato bisogno di essere al centro dell’attenzione e di essere continuamente apprezzati. Le loro amicizie sono solitamente superficiali, così come le loro relazioni sociali che riflettono l’inconsistenza della loro personalità.
Il soggetto manipolatore presenta quasi sempre problematiche psichiche quali il disturbo narcisistico, il disturbo borderline e il disturbo antisociale di personalità.
A differenza di una certa quota di persone che intuisce abbastanza in fretta l’inconsistenza del soggetto con tendenze manipolatorie, la vittima del manipolatore, per molteplici fattori, inizia a idealizzare e a provare una forte attrazione per queste persone. Solitudine, predisposizione alla dipendenza, paura dell’abbandono sono tutti aspetti che spesso caratterizzano le persone vittime di manipolazione emotiva. Conseguenza di tutto ciò è l’instaurarsi di relazioni tossiche. In tali relazioni il soggetto manipolatore riesce ad avere il controllo totale della vittima tramite condotte sottili che inducono a sentirsi in colpa, a sentirsi inadeguati o a non fare mai abbastanza per la persona amata.
Con la manipolazione emotiva, il soggetto manipolatore manifesta una totale insensibilità per la libertà altrui, oltre ad una totale indisponibilità a confrontarsi con l’altro e ad avere un approccio all’insegna del rispetto e della reciprocità. Tale indisponibilità fa sentire la vittima di manipolazione in trappola, una trappola di cui però non riesce a fare a meno.Tutto ciò porta il manipolatore a trattare la vittima come un mero oggetto sotto il suo controllo, da gestire e comandare in base alle sue esigenze, con atteggiamenti di svalutazione e perenne critica nei confronti dell’altro.
Violenza psicologica e prevaricazione sono gli elementi cardine di una relazione all’insegna della manipolazione emotiva. Tali elementi si declinano in modalità e sfumature differenti, a seconda del tipo di relazione che si instaura e del livello di funzionamento psichico di vittima e manipolatore.
Un percorso psicologico può essere di vitale importanza per fare chiarezza su questa tipologia di relazioni tossiche e per comprendere le dinamiche più profonde alla base della manipolazione emotiva.
Ma in tali contesti, un percorso psicologico è spesso fondamentale anche per comprendere le cause profonde che possono portare la vittima a iniziare sistematicamente delle relazioni tossiche e manipolatorie dove il suo valore e la sua autostima vengono costantemente messi in discussione.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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