Qual è la differenza tra depressione post parto e baby blues? Scopriamolo.
La nascita di un figlio è un momento importantissimo per la vita di un genitore che può generare una gioia straordinaria ed un intenso senso di appagamento. Tuttavia, la nascita di un figlio rappresenta anche un cambiamento significativo per la vita di una neomamma, l’inizio di una fase della propria vita inedita e ancora ignota, oltre che l’inizio di una fase in cui ci si confronta con nuovi impegni, nuove responsabilità, oltre che con la trasformazione del proprio corpo. Insomma, parliamo di cambiamenti non da poco che vanno “digeriti” e assimilati. Spesso questo processo è difficile da affrontare e soprattutto da accettare: in alcuni contesti può sfociare in un disturbo dell’umore che prende il nome di depressione post parto.
Dal punto di vista psicodiagnostico, è importante fare una precisazione molto preziosa per psicologo e psicologo online: nel DSM 5, l’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, la denominazione “depressione post parto” è stata sostituita dal termine “depressione peripartum”, dove peripartum sta per “intorno al parto”. Cosa significa questa denominazione e questa sostituzione effettata dagli esperti del DSM 5? Significa che dagli ultimi studi sul fenomeno e dalle evidenze cliniche dei percorsi psicologici di psicologi e psicologi online con pazienti in gravidanza e neomamme, è emerso che alcune forme di disagio psichico e di alterazione dell’umore affiorano già nel corso della gravidanza: in precedenza, tali disturbi venivano ricondotti esclusivamente alla fase successiva la nascita del bambino.
A questo punto è importante fare un’altra distinzione fondamentale tra due differenti disagi della fase di gravidanza e del post-partum che possono accompagnare la neo mamma: la depressione post parto e il baby-blues.
Che cos’è il baby blues? Il baby blues è uno stato fisiologico di malinconia, tristezza e umore abbattuto, accompagnato spesso da pianto, a cui va incontro circa il 60-70% delle mamme nei giorni immediatamente successivi al parto. Questo tipo di disagio è essenzialmente riconducibile ai bruschi cambiamenti ormonali che si verificano nei primi giorni del post parto. Tale condizione tende a scemare (per poi sparire) in pochi giorni: in alcuni casi possono volerci fino a due settimane. Tuttavia dopo massimo due settimane, tali sintomi non sono più presenti.
Può il baby blues essere considerato una patologia come la depressione post parto? Assolutamente no, perché in questo caso nella sua insorgenza incidono esclusivamente fattori ormonali. Il baby blues, semmai, può essere considerato un complesso di sintomi che vanno dagli scoppi di pianto senza motivo all’ansia e inquietudine, fino all’insofferenza e irritabilità.
È comunque di fondamentale importanza individuare e monitorare il baby blues, così da comprendere se tale sintomatologia si estingue nel giro di qualche giorno (massimo un paio di settimane) oppure se permane per evolversi in una sindrome più seria quale la depressione post parto. Talvolta in famiglie e tra le persone non esperte di tali problematiche, si fa fatica a scorgere le differenze tra la fase del baby blues e la depressione post parto, perché innanzitutto parliamo sempre di sintomi a connotazione depressiva e perché spesso vi è continuità tra i due disagi, in quanto il baby blues si esaurisce al massimo entro due settimane mentre la depressione post part esordisce di solito a partire dalla terza o quarta settimana dal parto, per poi aggravarsi a partire dal quarto mese dalla gravidanza. Nella depressione post parto non incidono più i fattori ormonali: qui entra in gioco una spirale depressiva legata al significato che viene attribuito alla gravidanza, al proprio ruolo di mamma e di donna che cambia, con annessi sensi di colpa e tristezza vitale che vanno a compromettere in maniera significativa l’equilibrio psichico della neomamma.
Ci sono diversi sintomi che possono riscontrarsi nella vita quotidiana di una neomamma e che dovrebbero attivare una rete di supporto qualora permanessero per un periodo superiore ai 15 giorni. I principali sono: tristezza vitale e umore depresso, astenia generalizzata, perdita di interesse per il figlio, anedonia (la perdita di interesse per attività che in precedenza appassionavano e piacevano), agitazione, irritabilità, inappetenza, problemi di concentrazione, vissuti di colpa e autosvalutazione, ideazioni suicidarie, ansia eccessiva relativa all’incolumità e allo stato di salute del bambino.
Se sono presenti almeno 5 di questi sintomi per almeno 15 giorni, ci troviamo di fronte ad un episodio di depressione post parto.
La depressione post parto (DPP) è un disturbo complesso le cui cause sono multifattoriali e possono essere analizzate attraverso diversi approcci tra cui quello psicodinamico.
La depressione post parto si caratterizza per una serie di sintomi che possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana della madre e sul suo rapporto con il bambino, con il partner, con la famiglia e con gli amici.
Le cause della depressione post parto possono includere fattori biologici, psicologici e ambientali.
Tra i fattori biologici possiamo individuare l’improvvisa riduzione dei livelli ormonali (come il progesterone per esempio) dopo il parto, riduzione che può contribuire allo sviluppo della depressione. Anche una predisposizione genetica può giocare un ruolo importante. Le donne che hanno sofferto di depressione prima della gravidanza o hanno una storia familiare di depressione sono a maggior rischio di sviluppare una depressione post parto.
Sotto l’aspetto psicologico, la depressione post parto può essere influenzata da numerosi fattori: aspettative irrealistiche, mancanza di sostegno sociale, difficoltà relazionali, finanziarie, una condizione di genitore single. Anche la personalità della madre e la sua storia psichiatrica possono avere un ruolo. Le madri con bassa autostima, ad esempio, sono più esposte ai sintomi depressivi post partum.
Dal punto di vista ambientale, la mancanza di una rete di supporto per i nuovi genitori e le aspettative ambientali e culturali spesso non realistiche, spesso causa di forti pressioni dal punto di vista psicologico, possono contribuire all’insorgenza della depressione post parto. Gli eventi stressanti, come un parto difficile o preoccupazioni riguardo al neonato, possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo. Inoltre, la sensazione di perdita di controllo su emozioni, pensieri e comportamenti è considerata un problema centrale della depressione post parto.
Per prevenire la depressione post parto è importante prepararsi psicologicamente alla gravidanza, cercare supporto emotivo e condividere le proprie esperienze con altre mamme. È utile anche delegare alcune responsabilità, mantenere un legame con il partner e ridurre le aspettative riguardo alle faccende domestiche. In molti casi, un percorso psicologico o un percorso psicologico online è di vitale importanza lavorare su alcuni aspetti che potrebbero favorire l’insorgenza di una depressione post parto.
In conclusione, la depressione post parto è un disturbo complesso che richiede un approccio multidisciplinare per la sua comprensione e trattamento. Le cause possono variare da fattori biologici e genetici a influenze ambientali e psicologiche. In un contesto di questo tipo, il supporto sociale gioca un ruolo cruciale nella prevenzione e nel trattamento della depressione post parto.
Il discorso cambia per quel che riguarda quel disagio psicologico che prende il nome di “baby blues”.
Il fenomeno del baby blues, comunemente sperimentato da molte donne dopo il parto, è un argomento complesso e di grande interesse nel campo della psicologia perinatale. Per analizzarlo sotto l’approccio psicodinamico, è essenziale considerare diversi aspetti che comprendono cambiamenti ormonali, sfide psicologiche e dinamiche relazionali:
Cambiamenti ormonali e fisici: il baby blues è frequentemente associato a significativi cambiamenti ormonali che si verificano dopo il parto. La rapida diminuzione di ormoni come gli estrogeni e il progesterone, che sono elevati durante la gravidanza, può avere un impatto diretto sull’umore e sulla stabilità emotiva. Inoltre, la stanchezza fisica dovuta al parto e alle cure neonatali può esacerbare questi sentimenti.
Sfide psicologiche: dal punto di vista psicodinamico, il baby blues può essere visto come una risposta naturale alle proibitive sfide psicologiche che accompagnano la maternità. La nascita di un bambino porta a una radicale ristrutturazione dell’identità della donna e del suo ruolo nella società. Questo cambiamento può innescare sentimenti di incertezza, paura e ansia riguardo alla capacità di essere una buona madre, così come il lutto per la perdita dell’identità pre-materna.
Dinamiche relazionali e supporto sociale: le relazioni interpersonali e il supporto sociale giocano un ruolo cruciale nel contesto del baby blues. La percezione di mancanza di sostegno da parte del partner, della famiglia o degli amici può intensificare i sentimenti di isolamento e inadeguatezza. La dinamica della relazione di coppia può essere messa sotto stress in questi contesti, con un impatto significativo sull’equilibrio emotivo della madre.
Fattori ambientali: aspetti ambientali come lo stress relazionale, le difficoltà finanziarie e la mancanza di un ambiente accogliente e supportivo possono contribuire al manifestarsi del baby blues. La pressione della società e le aspettative culturali riguardo alla maternità e alla cura del neonato possono anche esacerbare questi sentimenti.
Importanza del riconoscimento e del supporto: è fondamentale che sia i professionisti della salute mentale sia i familiari riconoscano i segnali del baby blues e offrano il supporto necessario. L’empatia, la comprensione e l’ascolto possono davvero fare la differenza nel percorso di adattamento della madre alla sua nuova realtà.
In sintesi, l’approccio psicodinamico al baby blues enfatizza l’importanza di esplorare le emozioni profonde, i cambiamenti identitari e le dinamiche relazionali che caratterizzano questo periodo post-partum. Capire questi aspetti in un percorso psicologico a indirizzo psicodinamico può aiutare a fornire il supporto adeguato alle madri promuovendo un adattamento più sano e un percorso di guarigione più efficace.
La depressione post-parto è un fenomeno complesso che si manifesta con una varietà di sintomi che si diversificano a seconda della gravità e della durata.
Inizialmente una madre può sperimentare il cosiddetto “baby blues”, una condizione temporanea che si manifesta subito dopo il parto e dura generalmente pochi giorni, fino a una o due settimane. Durante questo periodo, la madre può sentirsi emotivamente instabile oscillando tra stati di ansia, tristezza e irritabilità. Si possono verificare episodi di pianto improvviso, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno, sintomi che, pur essendo fastidiosi, sono solitamente di breve durata e tendono a risolversi spontaneamente.
Tuttavia, in alcuni casi, questi sintomi possono intensificarsi e trasformarsi in una vera e propria depressione post-partum, una condizione più seria che richiede attenzione dal punto di vista medico e psicologico. Questo tipo di depressione può manifestarsi con sintomi simili a quelli di una depressione maggiore, inclusi significativi cambiamenti dell’appetito, problemi di sonno, dolore fisico diffuso, intense sensazioni di irritabilità e rabbia, stanchezza grave e una perdita di interesse per attività che prima risultavano piacevoli, inclusa la sessualità.
Inoltre, la madre può sperimentare sentimenti profondi di vergogna, sensi di colpa e inadeguatezza, severi sbalzi d’umore, difficoltà a stabilire un legame emotivo con il proprio bambino, tendenze all’isolamento sociale e, nei casi più gravi, pensieri autolesionistici o di far del male al bambino.
In situazioni ancora più serie, la depressione post-parto può evolvere in una psicosi post-parto, una condizione rara ma estremamente grave che si manifesta solitamente nelle prime due settimane dopo il parto. I sintomi di questa condizione includono un grave disorientamento e confusione, allucinazioni e deliri, paranoia, e in alcuni casi, tentativi di ferire se stessi o il bambino.
È fondamentale che le donne che sperimentano questi sintomi, soprattutto se persistono oltre le prime due settimane dopo il parto o peggiorano nel tempo, si rivolgano a uno psichiatra. L’assistenza psichiatrica è altrettanto cruciale se emergono pensieri di autolesionismo o di far del male al bambino. Non bisogna mai sottovalutare questi sintomi né aspettare che si risolvano da soli, soprattutto in caso di potenziale psicosi post-parto, disturbo che può portare a comportamenti pericolosi. La comunicazione aperta con il medico, il ginecologo, lo psicologo, i familiari è sempre consigliata alla comparsa di questi sintomi.
Il baby blues, noto anche come “maternity blues”, è una condizione emotiva transitoria e reversibile che colpisce circa il 70-80% delle donne nel periodo immediatamente successivo al parto. Questo stato d’animo è influenzato principalmente dai cambiamenti ormonali che avvengono nel corpo di una donna dopo il parto.
Questa condizione si manifesta attraverso una serie di reazioni emotive intense da parte della madre che includono episodi di pianto improvviso e senza un motivo apparente, umore fluttuante, sensazione di inadeguatezza, tristezza inspiegabile e irritabilità. Questi sintomi tendono a manifestarsi nei primi giorni dopo il parto, solitamente entro tre o quattro giorni, e sono caratterizzati dalla loro natura transitoria, protraendosi per un periodo che varia da alcuni giorni a un massimo di una o due settimane.
Il baby blues è fondamentalmente una condizione passeggera che si risolve da sola man mano che l’equilibrio ormonale della donna si stabilizza. Di solito, i sintomi migliorano gradualmente e scompaiono senza necessità di interventi terapeutici specifici. Tuttavia, il supporto emotivo da parte del partner, della famiglia e degli amici può essere molto utile. Ricevere rassicurazione, ascolto e aiuto sia nella gestione delle nuove responsabilità legate al bambino sia nelle faccende domestiche, può contribuire significativamente a far sentire la madre supportata e capita in questo momento delicato.
Inoltre, è importante per la madre trovare del tempo per se stessa, per dedicarsi a momenti di tranquillità e riposo. Questo aiuta a mitigare i potenziali sentimenti di malinconia e a gestire meglio le sfide iniziali della maternità. La cura di sé è un aspetto fondamentale per il benessere emotivo in questo periodo di transizione e adattamento alla nuova vita con il bambino.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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