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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 28 Gen, 2023
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Quando cambiare casa diventa un problema: lo stress da trasloco

“Quando cambiare casa diventa un problema: lo stress da trasloco” è un articolo scritto dal dottor Davide Ivan Caricchi, psicologo, psicoterapeuta, specialista in Psicologia Clinica. Se hai bisogno di un aiuto psicologico, puoi contattarlo al numero 3776604829 per fissare un appuntamento per una prima consulenza gratuita.

Tutti noi almeno una volta nella vita facciamo i conti con un piccolo cambiamento che può avere risvolti più o meno significativi: il trasloco.
Come tutti sanno, il trasloco è un momento della vita in cui si decide di trasferirsi da una casa all’altra: può essere effettuato da soli, con la propria partner o con la propria famiglia e a seconda di molteplici variabili può generare una maggiore o minore quota di stress e preoccupazione. Il trasloco può essere definito come quel processo che implica il trasferimento di tutti gli effetti personali (mobili, oggetti, vestiti, elettrodomestici, ecc.) da una casa all’altra. Tale processo include diverse tappe quali l’imballaggio, il trasporto e lo scarico della mobilia nella nuova abitazione. Esso può essere gestito in autonomia o da una ditta specializzata, tuttavia richiede una certa dose di impegno e fatica, non soltanto dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista mentale e psicologico. Ecco che un momento di cambiamento che in teoria dovrebbe portare gioia e appagamento può trasformarsi in un evento che incide sull’umore e sul livello di ansia dell’individuo, sotto forma di stress da trasloco. Ma quali possono essere le origini dello stress da trasloco?

Il significato profondo di un cambiamento importante

Il trasloco ci confronta con una prospettiva di cambiamento sotto molteplici punti di vista: di fronte ad un trasloco dobbiamo rimodulare le nostre abitudini e i nostri punti fermi. Ci troviamo al cospetto di un luogo e un ambiente diverso. Vengono a mancare alcuni punti di riferimento e di colpo affrontiamo novità quali la nuova posizione della casa o le nuove misure dei vani. Lo stesso cambiamento di indirizzo, di isolato o di quartiere può avere un impatto emotivo importante: significa elaborare un lutto legato a tutta una serie di luoghi che non si potranno vedere più come prima: i vecchi negozi, il mercato, il supermercato sotto casa, le persone del quartiere, i vicini di casa, ecc. Può sembrare un qualcosa di una banalità sconcertante ma non è affatto così. La nostra mente tende ad essere “conservatrice” e ad abituarsi alle consuetudini della propria abitazione e del proprio ambiente. Ma non è soltanto una questione di “conservatorismo della mente”, si vengono a creare inevitabilmente dei legami affettivi con luoghi e persone che una volta venuti meno possono generare nostalgia o addirittura interrogativi esistenziali sul proprio percorso di vita e sullo scorrere della propria vita. Cambiare tutte queste cose nella propria quotidianità genera spaesamento, è un cambiamento radicale, per quanto magari desiderato e progettato da molto tempo. Ecco che lo stress da trasloco può trasformarsi talvolta in una vera e propria sindrome depressiva, se non adeguatamente monitorata.
Sgombriamo il campo da equivoci: soffrire di una certa quota di stress da trasloco con relativi vissuti di ansia e irrequietezza è del tutto normale. Queste emozioni non sono affatto indicative di fragilità, bensì il risultato di una reazione fisiologica, soprattutto in quella fase dove si è oberati da compiti e mansioni da svolgere per l’espletamento del trasloco. Il trasloco è inevitabilmente un momento in cui si fa i conti con un certo livello di confusione.
Altri vissuti molto frequenti a fronte di un trasloco sono il senso di disorientamento, la sensazione di vuoto, la nostalgia per la vecchia casa, l’inquietudine e la preoccupazione: sono tutte reazioni normali che non ci devono spaventare e che anzi, è importante riconoscere, accettare e nominare. Tutti questi vissuti legati allo stress da trasloco sono del tutto comprensibili e ci segnalano che si sta verificando una trasformazione importante nella nostra vita: la mente deve prendersi i suoi tempi per abituarsi a questi cambiamenti. Lo stress da trasloco può talvolta minare gli equilibri di coppia o familiari, per questo è importante parlare e confrontarsi su questi aspetti!
Nei casi più estremi la totale assenza di ordine e organizzazione, così come fasi di transitorie di fragilità personale, possono trasformare la confusione e lo stress di un trasloco in problemi psicologici più seri quali l’ansia, gli attacchi di panico, i disturbi depressivi, ecc.

Come gestire lo stress da trasloco?

Ma come si può cercare di fronteggiare al meglio lo stress da trasloco?
Innanzitutto è fondamentale crearsi un minimo di ordine mentale nel progetto di trasloco, sotto forma di pianificazione dei vari compiti da svolgere: suddivisione degli oggetti, imballaggio, trasporto, ecc. Avere una programmazione del lavoro può influire positivamente sulla riduzione dello stress da trasloco.
Nella gestione di un trasloco è necessario anche riconoscere quando si ha bisogno di auto e accettarlo! La logica del “chi fa da sé fa per tre” può essere stimolante e di aiuto per l’autostima, tuttavia ci sono dei compiti troppo faticosi che non possono essere svolti in solitudine. Accettare questo aspetto può essere prezioso per alleggerire emotivamente il peso di un trasloco.
La gestione del tempo libero e di spazi per sé è importantissimo in fasi stressanti come il trasloco. Ecco che avere dei momenti di distrazione nel corso della giornata può essere di grande aiuto. Allo stesso modo è fondamentale prendersi delle pause, trovare dei momenti in cui poter staccare dall’impegno del trasloco, così da poter riprendere i compiti del trasloco con il giusto vigore e la giusta motivazione.
Veniamo adesso ai fattori più squisitamente psicologici da tenere in considerazione nella gestione di un trasloco e del relativo stress da trasloco.
In questi momenti così impegnativi è fondamentale accettare se stessi con i relativi punti di forza e i relativi limiti accettando questi ultimi ed evitando di essere troppo rigidi con se stessi. È importante non esigere troppo da se stessi.
Un altro aspetto da attenzionare bene è quello del “dopo”, del “post trasloco”. All’inizio della nuova avventura nella nuova casa non si può essere subito “pronti”, serve del tempo per abituarsi alla nuova realtà, così come serve del tempo per “staccarsi emotivamente” dalla vecchia casa e dal vecchio quartiere in cui si viveva. Ecco che è di vitale importanza concedersi del tempo: ogni cambiamento richiede un periodo in cui bisogna “digerire” le cose nuove. Serve pertanto avere un atteggiamento di accettazione dei propri stati d’animo che possono talvolta essere piuttosto negativi, serve non giudicarsi in maniera negativa e non auto-attaccarsi per non essere ancora al “top della forma”.
Talvolta, la fase di stress da trasloco può prendere il sopravvento, soprattutto se si intreccia con altre problematiche psicologiche pregresse della persona. Quando affiorano anche sintomi importanti quali ansia intensa, depressione, insicurezza, problemi di insonnia, ecc., è opportuno avvalersi di un aiuto psicologico in studio oppure del supporto di uno psicologo online.

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