Il termine “depressione” racchiude in sé una complessità difficile da immaginare. Nella pratica clinica, le forme di depressione che si possono individuare presentano innumerevoli sfumature…ed è normale che sia così…in quanto riflette l’unicità di ogni essere umano… Ogni individuo che soffre di depressione esprime il suo personalissimo disagio, con la sua storie e le sue caratteristiche.
In questo lavoro ci soffermeremo non tanto sui sintomi più eclatanti delle depressioni più gravi, quanto su una serie di tratti e di modi di vedere la vita all’insegna della rinuncia, della perdita e dell’insoddisfazione…caratteristiche molto presenti nella popolazione e che vanno a costituire la cosiddetta personalità depressiva.
Questo disagio colpisce moltissime persone e va a costituire un “sottofondo” che dà una coloritura sempre uguale alla vita, dove la persona si percepisce non in grado di provare amore per se stesso e incapace di rivolgere le giuste attenzioni ai propri bisogni più importanti. Il “peso” che devono sopportare queste persone è dato dal fatto che sono convinte di poter ottenere affetto e considerazione soltanto se si impegnano costantemente in compiti e ruoli che non corrispondono ai loro desideri. Il senso di indegnità che vive la personalità depressa è quasi perenne…difficilmente gode delle attività che ama, perché ritiene di andare incontro a isolamento o peggio ancora a odio qualora mostrasse agli altri le sue caratteristiche più autentiche e genuine… e otterrà veramente questi feedback dagli altri!…perchè si porrà nelle condizioni di ricevere indifferenza e ostilità… Per esempio: se una persona è convinta di essere brutta, si porrà nei confronti degli altri in modo tale che verrà percepita dagli altri come realmente brutta… Lo stesso vale per l’individuo con personalità depressiva: essendo convinta di essere inadeguata e indegna qualora si presentasse al mondo esterno per quello che è realmente, verrà effettivamente percepito come indegno o insignificante… Quindi la persona con personalità depressiva passerà la sua vita a cercare di ottenere affetto dagli altri, ma non per nutrire la propria autostima o il proprio narcisismo, ma per il semplice fatto che si sente costantemente in difetto, e farà di tutto per farsi apprezzare, mettendo in disparte le proprie esigenze…
In un precedente lavoro abbiamo concentrato la nostra attenzione sull’ambiente familiare che caratterizza una persona con personalità depressiva. Ora invece approfondiremo i vissuti emotivi e gli aspetti del sé dell’individuo con funzionamento depressivo. Tali individui sono sicuri di essere cattivi e provano colpa per la loro vanità, avidità, egoismo, rabbia, orgoglio, invidia…ecc… Riconoscerete che questi sono vissuti che tutti noi proviamo…e soprattutto che non c’è niente di così malvagio a provarli, visto che fanno parte della nostra natura umana. Per la personalità depressiva non è così: egli ritiene questi aspetti dell’esperienza umana come qualcosa di malvagio. Quale sarà il risultato di queste convinzioni? Egli tenterà in tutti modi di essere una persona buona, ma vivrà nel “terrore” di essere smascherato per i suoi “difetti”, le sue presunte “malvagita”… e di essere infine respinto da tutti in quanto persona spregevole. Il senso di colpa nel soggetto con funzionamento depressivo è a tratti smisurato…con conseguenze tremende per la sua vita.
Queste persone sono propense a pensare sempre il peggio di se stessi…e ne sono convinte, pertanto le critiche altrui possono avere un effetto devastante. Per esempio, in una conversazione tenderanno sempre a individuare le parti in cui si fa riferimento alle loro mancanze. Quindi qualsiasi critica costruttiva viene vissuta dal soggetto depresso come un qualcosa di “totalizzante”…che riguarda la totalità della sua persona…insomma una “condanna” definitiva.
I soggetti con funzionamento depressivo cercano di superare le loro dinamiche inconsce, contraddistinte da senso di indegnità e inferiorità, con incessanti attività di aiuto verso il prossimo. Tutto questo ha lo scopo di compensare il loro opprimente senso di colpa. Il paradosso di questo tipo di personalità è che molti di questi individui riescono a conservare un sufficiente livello di autostima e a non cadere in gravi crisi depressive soltanto facendo del bene e dedicandosi agli altri…tralasciando i propri bisogni.
Per quel che riguarda il lavoro che può fare lo psicologo sul Sé della persona con funzionamento depressivo, sarà fondamentale spostare gradualmente (e con molta pazienza…) il focus dell’attenzione dai bisogni degli altri ai propri bisogni…e aiutarli ad accettare le proprie emozioni più ostili (in forme socialmente accettabili) come aspetti che fanno parte della vita e non sono indice di cattiveria o malvagità.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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