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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 11 Feb, 2020

Quando la mente “cade in frantumi”: la schizofrenia

La schizofrenia è uno dei disturbi psichici più gravi nell’ambito della psicopatologia. Fa parte dell’ampia area delle psicosi. Essa consiste in una pesante compromissione dei nessi associativi e dell’affettività che porta ad una notevole alterazione della realtà, con conseguenze negative nelle interazioni sociali e nella percezione di sé.
Nell’insorgenza di questa malattia mentale incidono molteplici fattori. Quelli genetici rivestono un ruolo molto importante, ma anche quelli psicologici e sociali giocano un ruolo decisivo. Ognuno di noi presenta una soglia attivazione per l’insorgenza delle malattie mentali, anche della schizofrenia. La maggior parte delle persone ha una soglia di attivazione per la schizofrenia molto alta.

Che cos’è la schizofrenia?

In una percentuale molto ridotta della popolazione mondiale invece, questa soglia è molto bassa. Pertanto, fattori stressanti, così come dinamiche familiari non adeguate o traumatiche contribuiscono in maniera decisiva allo sviluppo della malattia. La schizofrenia colpisce lo 0,7% della popolazione mondiale.
Schizofrenia in greco significa “mente divisa” ed infatti in questa psicopatologia si assiste ad una vera e propria dissociazione dell’esperienza psichica che porta la persona che ne è affetta ad avvertire un profondo senso di estraniamento e alienazione dall’ambiente circostante.
La schizofrenia è una malattia complessa e articolata che presenta molteplici sintomi che lo psicologo e lo psichiatra devono cogliere tempestivamente per poter fornire l’intervento farmacologico e psicoterapeutico più adeguato.
Per quanto riguarda la sintomatologia, abbiamo tre aree del funzionamento psichico che risultano ampiamente compromesse: il pensiero (compromissione dei nessi associativi), l’affettività e il comportamento (comportamenti bizzarri).
I sintomi a loro volta possono essere suddivisi in sintomi positivi, sintomi negativi e relazioni personali disturbate. Ma in cosa consistono i sintomi positivi e i sintomi negativi?
I sintomi positivi sono il frutto di produzioni patologiche del paziente mentre i sintomi negativi sono sintomi che rimandano alla chiusura del paziente e ad un suo progressivo ritiro sociale. Vi sono diverse tipologie di sintomi positivi e negativi. Analizziamoli.

Sintomi della schizofrenia

I sintomi positivi nell’ambito schizofrenico comprendono i disturbi del contenuto del pensiero, i disturbi della percezione, i disturbi formali del pensiero e le manifestazioni comportamentali.
I disturbi del contenuto del pensiero sono meglio noti come deliri. Il delirio è una falsa credenza su una persona o su una cosa che si basa su prove infondate. Caratteristica di tale fenomeno è la fermissima convinzione con cui tale credenza viene sostenuta dal paziente. Come si può intuire, i deliri hanno delle conseguenze nefaste nelle relazioni interpersonali. Abbiamo diversi tipi di deliri. Eccone alcuni esempi:
– Deliri di persecuzione: la convinzione che qualcuno stia tramando contro il soggetto o che voglia fargli del male, senza che ci sia nessuna prova a sostegno di ciò;
– Deliri di riferimento: l’individuo ritiene che eventi o dichiarazioni facciano riferimento a lui;
– Deliri di veneficio: convinzione che i cibi o le bevande siano avvelenati da qualcuno;
– Deliri erotomanici: il soggetto è convinto erroneamente che un’altra persona sia innamorata di lui.
I disturbi della percezione consistono invece nelle allucinazioni. Le allucinazioni sono percezioni senza oggetto, ossia si vedono, si sentono o si percepiscono cose che in realtà non ci sono. L’allucinazione è una delle esperienze psichiche più angoscianti e disorientanti che si possano vivere è ha ovviamente delle pesanti conseguenze nella qualità della vita e delle relazioni interpersonali.
Abbiano diversi tipi di allucinazioni. Ecco i principali:
– Allucinazioni uditive: sono le più frequenti nella schizofrenia e consistono nel sentire delle voci. Abbiamo tre tipi di voci: voci dialoganti (che parlano tra di loro), voci commentanti (che fanno dei commenti sul soggetto), voci esortative. Le voci esortative sono quelle più pericolose perché ordinano al soggetto di fare delle cose, talvolta delle azioni aggressive;
– Allucinazioni visive: consistono nel vedere cose o persone che non ci sono. Sono più rare nell’ambito schizofrenico essendo più frequenti nei gravi disturbi neurologici;
– Allucinazioni olfattive: sentire odori che non ci sono;
– Allucinazioni cenestesiche: l’individuo percepisce un’alterazione del proprio corpo e delle proprie sensazioni corporee.
Nei prossimi articoli sull’argomento approfondiremo gli altri sintomi caratteristici di questo complesso e articolato disturbo, oltre alle dinamiche psicologiche alla base di questa psicopatologia, aspetti che lo psicologo e lo psichiatra devono avere ben chiari per impostare il percorso psicoterapeutico più efficace, da associare ovviamente ad una terapia farmacologica.

 

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