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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 23 Dic, 2019

Quando la vita diventa un peso insostenibile: solitudine e suicidio

Solitudine, colpa,  tristezza vitale, anedonia, senso di abbandono sono solo alcuni dei vissuti che possono rendere insostenibile la  vita per un  paziente depresso. Ci sono condizioni poi depressive talmente dolorose che portano l’individuo ad avvertire la vita come qualcosa di straziante e insostenibile, talmente insostenibile da desiderare di liberarsene con un gesto estremo e dall’impatto emotivo tremendo: il suicidio.
Il suicidio è un fenomeno che sconvolge quando viene messo in atto da qualcuno a noi caro o che si conosce soltanto di vista. L’idea di togliersi la vita è un qualcosa che disturba e che può suscitare le più disparate reazioni: tristezza, incredulità, disorientamento ma anche rabbia, disappunto e disapprovazione. Questo perché inevitabilmente un gesto di questa portata scuote la coscienza di chiunque e spesso genera un senso di impotenza e paura.

                                                                               

Fattori che predispongono al suicidio e peculiarità del fenomeno: solitudine e vissuto di perdita

È importante sapere che nei paesi più industrializzati il suicidio è tra le dieci cause di morte più frequenti. È un fenomeno molto raro nel periodo dell’infanzia, esso aumenta come incidenza col passare del tempo e presenta una frequenza doppia negli uomini rispetto alle donne.
Un elemento che contribuisce alla messa in atto del suicidio è senza dubbio la solitudine e l’isolamento sociale. È stata riscontrata a tal proposito una maggiore incidenza nelle metropoli e tra soggetti che vivono da soli rispetto alle persone coniugate. È stato inoltre rilevato un maggior tasso di suicidio tra le classi sociali più abbienti rispetto a quelle più povere.
Le modalità di suicidio più frequenti sono tramite il dosaggio spropositato di farmaci e l’avvelenamento da gas. Risultano un po’ più rare le modalità violente.
Svariate patologie psichiatriche possono portare al tragico epilogo del suicidio. Ciò nonostante, tale fenomeno è principalmente legato ai disturbi dell’umore e, nello specifico, agli episodi depressivi maggiori.
I fattori determinanti il suicidio possono essere sia di natura biologica (una predisposizione a sviluppare gravi disturbi depressivi che possono sfociare nel gesto estremo) sia di natura psicologica. Spesso, purtroppo, in conidzioni depressive severe, solitudine e suicidio vanno “a braccetto”. Ecco che l’affiancamento di uno psicologo o uno psicologo online in un percorso di supporto psicologico è fondamentale nelle fasi più delicate dell’ideazione suicidaria. È importante tuttavia tenere in considerazione questo aspetto: la psicoterapia in questi casi è molto importante ma quasi sempre non è sufficiente. È fondamentale associare alla psicoterapia un’adeguata farmacoterapia antidepressiva e un efficace supporto di rete che coinvolga anche i familiari.

                              

Cosa si cela spesso dietro il suicidio?

Ovviamente (e per fortuna) non tutti i soggetti che soffrono di gravi disturbi depressivi giungono al suicidio. L’elemento chiave della psicodinamica del suicidio è quello dell’aggressività: è necessaria un’elevata dose di aggressività e impulsività per porre fine alla propria esistenza. Insomma, per quanto insensato possa sembrare, è un gesto che richiede un certo coraggio ed una certa quota di disinibizione.
Freud sosteneva che l’Io di una persona può arrivare ad autoeliminarsi soltanto nel momento in cui riesce a considerare se stesso come un oggetto. In questo contesto, gli impulsi omicidi e l’aggressività verso figure del passato o del presente interiorizzate vengono spostate. E come si concretizza questo spostamento? Dirigendo questi impulsi omicidi verso di sé.
Dietro la dinamica del suicidio, tuttavia, può nascondersi anche una sorta di gratificazione di un desiderio di ricongiungersi con una figura amata del passato che non tornerà più, oppure con una fase importante della propria vita che ha significato molto per la persona e che purtroppo non si ripresenterà mai più. Spesso i pazienti suicidi manifestano vissuti di profonda dipendenza verso figure significative del passato. In un contesto di solitudine, questo vissuto di dipendenza si fa ancora più destabilizzante esponendo ulteriormente al rischio di suicidio. A livello più profondo, il suicidio può spesso essere considerato un desiderio regressivo di ricongiungimento con la figura materna perduta.
La perdita è pertanto un elemento cardine nella psicologia del suicidio, aspetto che purtroppo non viene adeguatamente elaborato fino a diventare aspetto dominante della vita mentale del paziente, tanto da saturarla completamente privandola di ogni significato.
Nel prossimo lavoro sull’argomento, affronteremo i fattori predittivi del suicidio, l’evoluzione del progetto mentale di tale gesto e gli approcci terapeutici con pazienti che presentano ideazioni suicidarie.

                                             

 

 

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