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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 26 Nov, 2018

Quando “stai per esplodere”…il problema della rabbia incontrollata

Tutti noi siamo guidati dalle emozioni nella nostra vita… esse possono essere definite dei processi che agiscono attivamente sui nostri pensieri e sulle nostre motivazioni. Le emozioni hanno un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni… a seconda del modo in cui riusciamo a gestirle e a metterle in gioco, avremo uno specifico approccio alla vita e un altrettanto specifico modo di relazionarci con gli altri.
Un’emozione che viene vista spesso come qualcosa di assolutamente negativo è la rabbia… Beh, è naturale che la rabbia (o la collera) sia considerata meno piacevole della gioia…ma essa è un’emozione primaria che ci accompagna in precise situazioni della vita…e talvolta ci aiuta… Per esempio?…

                                               

 

Non tutto è da “buttare” della rabbia…anzi!…

Per esempio: se si subisce una grave ingiustizia, sarebbe normale reagire con gioia?… Sarebbe utile reagire con tristezza o con disprezzo?…decisamente no! Di norma, si dovrebbe reagire con un po’ di rabbia e di collera…(ovviamente con gradi differenti, a seconda dei temperamenti e delle personalità)… in caso contrario, saremmo in balia degli eventi della vita e delle sopraffazioni altrui.
Mettere pertanto in gioco una certa quota di rabbia e aggressività, nei confini del confronto civile e del buon senso, aiuta a far valere le nostre ragioni, a esprimere il nostro disappunto e ad aprire un contraddittorio autentico con gli altri quando c’è una marcata differenza di vedute.
Cosa succede però quando la rabbia ci fa perdere il controllo portandoci a dei veri e propri comportamenti aggressivi? L’aggressività è un fenomeno complesso che va collocato nell’articolata rete di rapporti e significati presenti all’interno di una società.
Di per sé l’emozione rabbiosa/aggressiva ha un valore adattativo che si perde nella “notte dei tempi” della storia dell’uomo: essa rappresenta un’emozione che può aiutarci nella sopravvivenza…per esempio è fondamentale nel difenderci da insidie esterne oppure nel soddisfare altri importanti bisogni vitali. Rabbia e aggressività diventano invece problematiche quando condizionano l’esistenza dell’individuo oppure quando tali fenomeni presentano caratteristiche di crudeltà. È la natura crudele dell’aggressività che rende spesso problematico il tutto…

                                                                  

 

Quando la rabbia diventa un problema: come muoversi?…

Proviamo ad andare un po’ più a fondo di tale fenomeno… Le eccessive manifestazioni di rabbia e aggressività sono il risultato di un carente sviluppo della funzione riflessiva. Questa carenza si viene a creare nell’infanzia, quando il bambino inizia a confrontarsi col fenomeno della mentalizzazione: essa è un processo cognitivo che consiste nella scoperta delle emozioni e della loro importanza nel rapporto con le prime figure significative, per esempio la mamma e il papà. La riuscita di questo fondamentale fenomeno psichico (la mentalizzazione) dipende dalla capacità del genitore di riconoscere, comprendere e accogliere i primi stati mentali del piccolo, ossia i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi desideri. Se la mamma e il papà saranno in grado di svolgere questa funzione in un clima di serenità e sicurezza, il bambino sarà capace di comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, così come i propri sentimenti e quegli degli altri. Se la mamma (così come il papà) riuscirà ad elaborare adeguatamente i pensieri e i sentimenti del proprio figlio fornendogli un contenimento, il bambino avrà la possibilità di regolare i propri affetti e di comunicarli in maniera genuina ed equilibrata. Se questa funzione non viene svolta correttamente (per svariate cause), il bambino cercherà percorsi alternativi per contenere le proprie emozioni (talvolta dirompenti)…per esempio con scoppi di rabbia e aggressività verso l’altro…
Spesso la funzione principale rivestita dalla rabbia è quella di manifestare una protesta o rimuovere una situazione fonte di frustrazione. Pertanto, la rabbia viene sempre dopo la frustrazione. Ma la rabbia non serve solo per esprimere che qualcosa non va, a causa di una sofferenza…Nella logica della persona impulsiva, serve anche a tentare di rimuovere un ostacolo che non consente di giungere ad un obiettivo: se da bambini, di fronte a fallimenti di questo genere, non c’è una mamma in grado di aiutare a trasformare in pensiero questa frustrazione, insorgeranno inevitabilmente problemi di rabbia, aggressività e difficoltà a controllare gli impulsi.

                                             

E da adulti come si può lavorare su questi aspetti? Senza dubbio cercando di creare nelle relazioni delle condizioni di sicurezza che consentano alla persona impulsiva di riconoscere il suo valore…le persone rabbiose hanno spesso bisogno di sentire che esistono e che non sono impotenti di fronte alle avversità della vita!…è fondamentale aiutarle a integrare la loro esperienza di sofferenza, fonte di rabbia, in forme più pensabili di accettazione di tali esperienze, in un clima di serenità e fiducia reciproca…compito alquanto arduo ma molto stimolante…

 

 

 

 

 

 

 

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