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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 14 Lug, 2023

Temperamento, carattere e personalità: un po’ di chiarezza

Temperamento, carattere e personalità: quante volte si sentono questi termini in campo psicologico ma anche nel linguaggio comune, e quante volte si fa confusione tra questi concetti!
Nella mia pratica di psicologo online e di psicologo a Torino, più volte mi sono trovato a riflettere su queste sfumature e su come le varie modificazioni legate alla storia di vita hanno portato alla strutturazione della personalità del paziente e di specifici tratti di personalità. Nella comprensione della personalità di un soggetto e dei suoi eventuali disturbi di personalità, la distinzione tra temperamento, carattere e personalità è di fondamentale importanza.
Come detto, temperamento, carattere e personalità sono termini che sovente vengono scambiati tra di loro in maniera indebita.

Temperamento, carattere e personalità non sono sinonimi. Partiamo dal temperamento

Molte persone sono convinte che temperamento, carattere e personalità siano dei sinonimi e che definiscano le stesse cose relative ai tratti caratteristici di una persona. Non è così. Perché questa confusione? Perché nel linguaggio comune, così’ come nel sentire comune, questi termini vengono utilizzati in modo intercambiabile, senza tener conto delle sfumature legate ad aspetti innati, appresi, evolutivi e relazionali. Tutto ciò ha generato una certa quota di confusione, tanto da far perdere il significato psicologico preciso dei concetti di temperamento, carattere e personalità.
In questo articolo cercheremo di fare un po’ più di chiarezza su questi concetti.
Nel lavoro di differenziazione tra temperamento, carattere e personalità, si deve partire necessariamente dal concetto di temperamento.
Il temperamento consiste in quell’insieme di aspetti innati non filtrati dalla cultura che rappresenta l’esplicita manifestazione genetica delle caratteristiche del soggetto. Questo insieme di aspetti innati impatta inevitabilmente sulle modalità con cui un individuo si rapporta con l’ambiente, elabora le informazioni e regola le emozioni. Il temperamento è un fattore fondamentale che va a definire la personalità di un soggetto (come si può intuire, la personalità è un’istanza più complessa e articolata). Esso offre delle indicazioni stabili sulle tendenze e predisposizioni comportamentali di un individuo sin dalla nascita: tendenze per esempio all’ansia, alla depressione, predisposizioni allo stress o alle manifestazioni di rabbia e aggressività.

Temperamento e studi di Thomas e Chess

Nel distinguere tra i concetti di temperamento, carattere e personalità, possiamo usare un’accezione più articolata per descrivere ulteriormente la prima istanza: essa può essere definita come un complesso di predisposizioni comportamentali preesistenti le cui peculiarità delineano le differenze di ciascuno di noi nel rispondere all’ambiente esterno. Il temperamento presenta delle connotazioni squisitamente biologiche.
Il bambino, quando nasce, risponde a degli specifici stimoli mentre altri non vengono presi in considerazione: la modalità e l’intensità nel rispondere agli stimoli dell’ambiente delineano il temperamento dell’individuo.
Nel 1977, Thomas e Chess, due importanti pediatri newyorchesi, individuarono tre tipologie di temperamento nei bambini: 1) bambini facili; 2) bambini difficili; 3) bambini lenti a scaldarsi.

I bambini facili presentano ritmi biologici stabili e regolari, si adeguano agevolmente ai cambiamenti e apprezzano le novità. Inoltre i bambini facili rispondono agli stimoli in maniera moderata e sono di regola entusiasti e sereni.
I bambini difficili, invece, sono molto irregolari coi ritmi biologici, per esempio, dormono e mangiano in orari insoliti, sono refrattari alle novità e rispondono agli stimoli in maniera spropositata.
Infine, i bambini lenti a scaldarsi si attivano con difficoltà, con piglio abbastanza pigro, risultano piuttosto ritrosi alle cose nuove, si adattano molto lentamente ai cambiamenti e soprattutto il loro umore peggiora di fronte alle situazioni inedite.
A partire da queste tipologie temperamentali, i bambini interagiscono con l’ambiente familiare e l’ambiente esterno, e a poco a poco arrivano le novità e i cambiamenti…

Che cos’è il carattere?

Nella differenziazione di queste tre istanze, il carattere rappresenta il “secondo step”.
Ma che definizione possiamo dare di carattere? Il carattere è quel complesso di comportamenti ordinari e caratteristici di un individuo. Esso può considerarsi come l’insieme di predisposizioni psichiche del soggetto.
Il carattere chiama in causa non solo le caratteristiche comportamentali stabili e abituali di un soggetto ma anche le caratteristiche affettive, le tendenze emotive che indirizzano le risposte dell’individuo all’ambiente esterno e alle sue sollecitazioni.

Carattere e ambiente

Il carattere è il risultato dell’interazione tra i tratti innati (il temperamento) e l’impatto su di esso generato dall’ambiente esterno. Per ambiente esterno intendiamo tutte le variabili con cui una persona fa i conti nel suo percorso di crescita: fisiche, affettive, sociali, educative e culturali.
Il carattere può essere considerato un’istanza più ampia del temperamento e più limitata rispetto a quella della personalità.
Il carattere si acquisisce gradualmente nel percorso di crescita di un bambino tramite le interazioni col contesto familiare e col contesto sociale. Il carattere, a differenza del temperamento, è un complesso di comportamenti che si apprendono e acquisiscono tramite l’esperienza: non sono innati.

Che cos’è la personalità?

Veniamo ora all’ultima istanza, quella più complessa e articolata all’interno della differenziazione tra temperamento, carattere e personalità.
La personalità costituisce la sintesi tra il temperamento e il carattere essendo il risultato dell’interconnessione tra elementi presenti sin dalla nascita ed elementi acquisiti con l’esperienza.
Questo farebbe pensare che carattere e personalità siano concetti sovrapponibili ma non è così: la personalità è un’istanza che si evolve, che si muove in una dimensione soggettiva che tuttavia risente continuamente di fattori esterni di natura biologica, culturale e sociale.
A differenza del carattere, la personalità è un qualcosa in divenire che evolve, che assume complessità e tridimensionalità alla luce delle interazioni tra fattori biologici, psicologici e sociali.
La personalità non è pertanto una struttura innata e immutabile. Essa si può considerare il risultato (non finale, ma in evoluzione) delle strategie di adattamento all’ambiente, alla luce delle predisposizioni biologiche (temperamento) e dei comportamenti acquisiti e appresi (carattere).

 

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