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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 14 Apr, 2021

Tra dipendenza e indipendenza: le cause all’origine delle fobie sociali

Nel precedente articolo sull’argomento (Quando gli altri diventano giudici: la fobia sociale) abbiamo scoperto le principali caratteristiche della fobia sociale, un disturbo d’ansia che blocca il soggetto nei contesti sociali generando in lui una vera e propria condizione di paralisi.
Abbiamo potute vedere come i contesti in cui può manifestarsi tale problema psicologico sono svariati: dall’ambito scolastico a quello lavorativo, dall’ambito sociale ai contesti in cui è necessario parlare in pubblico. Lo psicologo ha spesso a che fare con tale tipologia di disturbi d’ansia: dietro questo disagio si cela quasi sempre un conflitto inconscio che affonda le sue radici nella storia familiare e di vita del bambino. Analizziamo dunque le cause alla base della fobia sociale.

                                   

Fobia sociale e meccanismo dello “spostamento”

Secondo l’approccio psicodinamico, dietro le manifestazioni sintomatologiche delle fobie sociali si nascondono dei contenuti inconsci (sotto forma di angosce, paure desideri, impulsi ritenuti inaccettabili dalla coscienza) che ad un certo punto affiorano contro la volontà dell’individuo: è importante tenere a mente che i meccanismi che si innescano nelle fobie non sono attivati in maniera volontaria dal soggetto e sovente non sono mai stati presenti nel sistema conscio dell’individuo.
In generale, nelle fobie si assiste al cosiddetto fenomeno dello spostamento, un meccanismo di difesa psichico in cui una pulsione, un’emozione o un comportamento viene spostato dal suo oggetto originario ad un altro, in quanto l’emozione associata all’oggetto originario genera ansia: nel funzionamento fobico si produce inconsciamente uno spostamento di vissuti interiori fonte di angoscia verso l’esterno, nello specifico verso oggetti relativamente “neutri”. Insomma, piuttosto che provare angoscia per un contenuto interno che fa star male, si preferisce provare angoscia per qualcosa di estraneo alla causa reale fonte di inquietudine. Il contenuto interno in questione può essere di vari tipi: un impulso sessuale o aggressivo che viene ritenuto inaccettabile dall’individuo e che viene pertanto “messo da parte” (meccanismo di rimozione) e successivamente proiettato nell’ambiente esterno. Ma non necessariamente il contenuto in questione è rappresentato da un impulso ritenuto inaccettabile.

                                                                                   

Fobia sociale: lavorare sul conflitto inconscio

Tale contenuto infatti può essere costituito anche da un conflitto che viene rimosso e fatto “traslocare” al di fuori di sé. Quasi sempre, nell’ambito delle fobie sociali, tale conflitto ha a che fare con il conseguimento della propria indipendenza e autonomia o con la semplice sperimentazione di tale condizione. Nella dinamica della fobia sociale si viene a creare una sorta di “paradosso”: c’è desiderio cosciente di autonomia in un contesto (inconscio) di paura di condanna e non approvazione dalle figure di attaccamento. Si viene pertanto a creare un conflitto tra indipendenza e dipendenza emotiva che si concretizza sotto forma di sintomo fobico. È fondamentale che lo psicologo, in sede di percorso psicoterapeutico, vada ad individuare i conflitti inconsci alla base della fobia sociale, in quanto il rischio è che la sintomatologia fobica si vada ad “incistare” nella quotidianità del paziente con un progressivo peggioramento della qualità di vita e delle relazioni sociali.
Nelle condotte fobiche l’elemento cardine è rappresentato dalla paura, e nello specifico della fobia sociale, dalla paura di mettersi in gioco. Questa paura va ad inficiare inesorabilmente le risorse e le qualità del soggetto.
Tuttavia, dietro ogni paura per qualcosa si cela un profondo desiderio. Ed è proprio a partire da questo aspetto che lo psicologo dovrà impostare il proprio percorso con il paziente che soffre di fobia sociale: affrontare quella frattura tra la parte più desiderosa di “spendersi” nel mondo e quella parte più fragile e timorosa che teme di tradire le sue “origini” e il suo ambiente familiare, con i suoi valori e le sue tradizioni.

                             

 

 

 

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