Per lo psicologo e lo psicologo online la conoscenza dei principali autori psicoanalitici è di fondamentale importanza per la relativa formazione ed esperienza professionale.
In diversi lavori abbiamo descritto la vita e le teorie dei principali esponenti della psicoanalisi: Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. Il primo è da considerarsi a tutti gli effetti il “padre” della psicoanalisi, il secondo il fondatore della psicologia analitica. Nei prossimi articoli analizzeremo i principali contributi dei principali psicoanalisti che hanno sviluppato le prime teorie e le prime metodologie psicoanalitiche. In questo lavoro inizieremo ad analizzare la vita di un grande psicologo allievo di Freud: Otto Rank. Approfondiamo questa figura importante del movimento psicoanalitico che apportò dei contributi molto originali.
Otto Rank costituisce una delle figure più innovative all’interno del circolo di fedelissimi freudiani. In una prima fase Rank si attenne rigorosamente ai riferimenti teorici di Freud per poi distaccarsene in un secondo tempo. Se ne distaccò talmente tanto che ad oggi il suo pensiero è più accostabile alla psicologia analitica di Jung. Rank fu autore di molte ricerche in ambito antropologico e della mitologia, studi che riflettevano molto i suoi complessi e le sue problematiche esistenziali.
Otto Rank originariamente si chiamava Otto Rosenberg, nacque a Vienna nel 1884, secondo di tre figli. La figura del padre, uomo violento e alcolizzato, ebbe un impatto talmente negativo sui figli e sull’ambiente familiare in generale, che Otto, una volta maggiorenne, decise di cambiare il suo cognome in Rank.
La sua struttura fisica, esile e fragile, gli impedì di continuare il suo primo lavoro presso una fabbrica di vetro soffiato. Ripiegò su una modesto lavoro impiegatizio dal quale cercò perennemente di evadere approfondendo studi di arte, letteratura e filosofia. Durante il suo percorso di approfondimento di questi studi umanistici, conobbe lo psicoanalista Alfred Adler dal quale assimilò molti dei suoi insegnamenti e dei suoi principi teorici. Grazie ad Adler, nel 1906, conobbe Freud che divenne sin da subito quel riferimento paterno che nella sua infanzia e adolescenza gli mancò terribilmente. Inizialmente il rapporto tra Rank e Freud fu molto stretto e costruttivo.
Sin da subito Rank si dedicò con grande dedizione alle attività del circolo psicoanalitico di Vienna, tanto che Freud lo aiutò finanziariamente per completare i suoi studi universitari in lettere con una tesi di laurea di impostazione psicoanalitica. Segui una fase di ferventi attività all’interno della Società Psicoanalitica: nel 1912 fondò la rivista psicoanalitica Imago e ad altre importanti riviste. In poco tempo Rank assunse una posizione di grande prestigio agli occhi di Freud, aspetto che suscitò notevoli invidie tra gli altri membri della Società Psicoanalitica, tali da spingerli a mettere in circolazione voci su tutta una serie di presunti disturbi mentali di Rank. Rank fu inoltre accusato di aver provocato una serie di attriti tra diversi membri della Società Psicoanalitica.
Nel 1918 Rank iniziò a distanziarsi dalla figura di Freud e dalle sue teorie, fino a giungere alla rottura definitiva nel 1924 con la pubblicazione del caposaldo del suo pensiero: Il trauma della nascita.
Dopo una serie di allontanamenti e riavvicinamenti all’ambiente psicoanalitico, Rank decise di lasciare Vienna, per trasferirsi prima a Parigi e poi negli Stati Uniti dove si occupò di psicoanalisi, pedagogia e scienze sociali.
Rank morì nel 1939 all’età di 52 anni a causa di una malattia infettiva, un mese dopo la scomparsa di Sigmund Freud.
Nel prossimo articolo approfondiremo i fondamenti teorici del pensiero di Otto Rank.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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