Soltanto con la CONOSCENZA e con il CORAGGIO di chiedere un aiuto concreto si può affrontare un aspetto di sé che spaventa e crea disagio. Se tale conoscenza si fa in maniera graduale e nel modo più spontaneo possibile, allora si potrà attuare l’intervento più efficace e il problema sarà RISOLTO IN BREVE TEMPO.
SOFFERENZA E PERSONE CARE
Molte persone ritengono che sia inutile rivolgersi ad un professionista del settore, quando c’è la possibilità di farsi supportare dai propri familiari o amici. Questo è un bellissimo pensiero, perché significa condividere le proprie sofferenze con persone che le amano e che farebbero di tutto per renderle felici. Tuttavia familiari e amici, per quanto motivati a supportare la persona sofferente, non possono essere “attrezzate” per comprendere appieno il relativo problema di ansia o depressione, con conseguente demoralizzazione anche da parte loro. Inoltre, parenti e familiari, essendo emotivamente coinvolti nei confronti della persona che soffre, rischiano di non fornirgli il giusto supporto e di farlo sentire ulteriormente solo, pur mettendocela tutta per “farlo reagire”.
UN PUNTO DI VISTA “ESTERNO”
Ecco che per dare un aiuto che sia davvero tale, serve un punto di vista “più esterno” e meno coinvolto dalle dinamiche familiari: serve un “terzo” che crei quello spazio di ascolto autentico e libero da vincoli che si possono avere nel comunicare certi aspetti di sé ai familiari o agli amici. SOLTANTO così, una volta analizzato il problema e individuate le principali cause, in un contesto di LIBERTÀ e CONFIDENZA, si potrà procedere con l’intervento più mirato che varierà a seconda della problematica.