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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 7 Set, 2023

Cosa significa guardarsi dentro?

Guardarsi dentro è una delle sfide più affascinanti e al tempo stesso difficili della vita. Tale pratica implica lo sviluppo di una capacità introspettiva. Che cos’è l’introspezione? L’introspezione può considerarsi un processo psicologico attraverso il quale si analizzano i propri pensieri, le proprie emozioni e i propri sentimenti in maniera riflessiva.
Guardarsi dentro è una pratica di auto-osservazione che gioca un ruolo fondamentale nella comprensione di se stessi e del proprio mondo interno.
Spesso nella vita ci focalizziamo su ciò che sta intorno a noi senza badare alle innumerevoli risorse trasformative presenti dentro di noi.
Guardare il mondo esterno è senza dubbio più facile e lineare, in quanto se fuori di noi si presenta qualcosa che non va, possiamo attribuire la responsabilità a diversi fattori esterni: gli altri, le circostanze, la società, il caso, il destino “cinico e baro”.
Tuttavia le cose non sono sempre così semplici e spesso a livello più o meno consapevole lo sappiamo: sappiamo che in molti casi le situazioni che si creano dipendono anche (e soprattutto) da noi.

Guardarsi dentro ed essere sempre più presenti a noi stessi

Come abbiamo detto, molte volte a livello più profondo, un livello che potremmo definire “preconscio”, siamo a conoscenza che diversi scenari di vita che si verificano sono strettamente legate a noi stessi e alle nostre paure o esitazioni.
Ecco che per analizzare le cose in maniera più lucida e funzionale al nostro benessere è necessario conoscere noi stessi per quello che siamo ed essere a poco a poco sempre più presenti a noi stessi: facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Un buon punto di partenza per giungere gradualmente a questo percorso autoconoscitivo (che consiste nel guardarsi dentro) è quello di abbandonarsi al nostro flusso di pensieri che procede in maniera continua e ininterrotta.
Quando si inizia a guardarsi dentro, ci si avventura in un percorso di autoriflessione e di scoperta di se stessi. È a partire da questo processo che possono iniziare delle importanti trasformazioni nella nostra esistenza.
Ovviamente il guardarsi dentro non è un qualcosa che implica soltanto cose positive, può significare confrontarsi anche con aspetti meno piacevoli e frustranti di noi stessi. Ma è attraverso la conoscenza dei nostri limiti che possiamo conoscere meglio noi stessi e iniziare un vero e proprio percorso di cambiamento funzionale a ciò che vogliamo veramente nella vita.

Cosa significa guardarsi dentro?

Come detto, guardarsi dentro non è una “passeggiata”. Un percorso introspettivo passa anche per la conoscenza di aspetti più sgradevoli e frustranti di sé.
Iniziare un percorso di conoscenza interiore alla scoperta di parti di sé rimosse o non accettate può essere doloroso, così come può essere difficile fare i conti con aspetti che rimandano ad un conflitto interiore, con le parti di noi più contraddittorie e ambivalenti.
Comprendere le parti più significative di noi (belle o brutte che siano) intimorisce, atterrisce, in quanto si tratta di un percorso complesso e “accidentato” che va sempre più nella direzione della consapevolezza e della autoconoscenza: un’ auto-conoscenza. Il guardarsi dentro coinvolge sia il campo cognitivo che il campo emotivo, ma anche quello corporeo. Questo ci può portare nel nostro percorso di vita a prendere delle scelte in linea con ciò che si desidera veramente. Il non guardarsi dentro, invece, porta quasi sempre nella direzione opposta: a scelte forzate, dettate dagli altri o dalle aspettative della famiglia o dell’ambiente esterno, con conseguente frustrazione e senso di inutilità.

Non guardarsi dentro e senso di vuoto

In molte circostanze, al fine di evitare scontri o incomprensioni, ci rassegniamo e ci lasciamo manipolare dagli altri. Per il timore di essere criticati o messi in discussione, ci ritroviamo a far passare in secondo piano le nostre esigenze, con la convinzione che questo modo di fare ci porterà maggiore serenità. Spesso, a partire da questa convinzione, le persone si costruiscono un’articolata rete sociale di legami affettivi e amicali che ritengono funzionali al loro benessere ma che alla lunga si rivelano un qualcosa di alienante. Come conseguenza, si avverte un crescente senso di vuoto e inconsistenza, si ha la sensazione che si stia perdendo tempo e che la nostra soggettività e autenticità sia perennemente avvilita.
Pertanto, la serenità che ci si era originariamente prefissati, diventa soltanto un’illusione perché si fonda sulla paura, sulla mancanza di coraggio ad esprimere i nostri bisogni, in uno scenario di precarietà in cui ci si ritrova in balia degli altri e delle loro aspettative.

Guardarsi dentro per raggiungere una serenità interiore

Guardarsi dentro in maniera autentica e genuina porta alla serenità interiore, una condizione in cui ci si sente il più possibile in pace con se stessi, per il semplice motivo che siamo in grado di connetterci con noi stessi e con il nostro mondo interiore, fatto di aspetti positivi e aspetti negativi che però oggi conosciamo e possiamo utilizzare per il nostro benessere e per la nostra crescita personale.
Ovviamente il raggiungimento della serenità interiore attraverso il guardarsi dentro non è un punto di arrivo statico e immutabile: è un processo in continua trasformazione e non potrebbe essere altrimenti, perché tutti noi cambiamo di giorno in giorno. Pertanto il percorso introspettivo è un qualcosa in continuo divenire che deve tenere conto dei nostri continui cambiamenti nel corso della vita.

La spinta all’introspezione

La spinta all’introspezione e a guardarsi dentro non è un qualcosa che avviene in maniera automatica. È un fenomeno che spesso si attiva a partire da specifici eventi di vita che portano a interrogarsi sul significato della propria esistenza e delle proprie scelte di vita. Sia chiaro: non è un processo che coinvolge tutti noi. Molte persone conducono la loro esistenza senza mai essere stati toccati da questa esigenza. È una questione di sensibilità e motivazione a mettersi più o meno in gioco nel corso della propria vita. Si può vivere tranquillamente anche senza guardarsi dentro: diciamo che in questo caso la vita sarà meno profonda e “tridimensionale” da un punto di vista emotivo-relazionale e talvolta si potrà andare in crisi senza comprenderne minimamente il motivo.
Varie forme di spinta introspettiva

Spinta all’introspezione: come può manifestarsi?

La spinta all’introspezione può presentarsi in molteplici forme e in differenti momenti della vita. Essa può essere provocata da specifici accadimenti come un lutto, una crisi evolutiva, una separazione, una delusione, un cambiamento di vita importante. Tale spinta può essere inizialmente avvertita come una inspiegabile condizione di insoddisfazione e inconsistenza oppure come un profondo senso di vuoto che non si riesce però a comprendere appieno. In questa specifica situazione, ci si potrebbe sentire spaesati o disorientati e non sapere più che strada intraprendere nella vita. Una condizione del genere può generare una forte motivazione a dare un senso nuovo, più profondo alla propria esistenza cercando di entrare in contatto con la parte più autentica di sé.
In altri casi la spinta a guardarsi dentro parte da una crisi di identità che induce ad una sorta di autoriflessione.
Domande complesse quali “Chi sono?”, “Qual è il mio scopo nella vita?”, “Che senso ha la mia vita?” possono rappresentare lo spunto iniziale per un profondo percorso introspettivo che può portare a guardarsi dentro in maniera più genuina e a giungere a cambiamenti che prima non si erano neanche immaginati.

Introspezione ed emozioni

Molto spesso pensiamo che reprimendo le emozioni riusciamo a risparmiarci quote importanti di sofferenza. Ma è una falsa illusione. La conseguenza di un approccio di questo tipo è l’insorgenza di blocchi emotivi. Il lavoro su noi stessi ci aiuta ad esplorare il nostro mondo interiore e a individuare i nostri blocchi emotivi.
È inevitabile che il guardarsi dentro implichi un confronto (talvolta difficile, talvolta doloroso) con il proprio passato. Ma è soltanto dall’analisi introspettiva delle proprie esperienze passate che si può maturare.

Guardarsi dentro aiuta a migliorare le relazioni

Guardarsi dentro ha indubbiamente un effetto benefico sulla qualità delle relazioni perché ci consente di immedesimarci maggiormente nell’altro e nei suoi bisogni. Il risultato non può che essere un miglioramento nella comunicazione sia dal punto di vista verbale che dal punto di vista emotivo.
Quando sviluppiamo in maniera più efficace le nostre capacità introspettive non soltanto riusciamo a comunicare meglio ma siamo anche in grado di risolvere i conflitti in maniera più autentica e di stringere legami emotivamente più genuini e appaganti.

Il ruolo dell’introspezione nella crescita personale

Guardarsi dentro implica il trovare la forza di fare i conti con gli aspetti più oscuri di sé. Questo processo però ci consente di porci in una posizione di accettazione dei nostri punti deboli e di accettazione di noi stessi nella nostra globalità. Soltanto tramite l’accettazione di noi stessi, nei nostri punti di forza e di debolezza, possiamo intraprendere un proficuo percorso di crescita personale.

Guardarsi dentro e affrontare le proprie paure

Le paure e le insicurezze, che fanno intrinsecamente parte della nostra vita, se portate agli estremi possono avere un effetto paralizzante e bloccarci nell’esprimere al meglio le nostre potenzialità. Osservare e analizzare il proprio mondo interno, popolato di tantissimi contenuti mentali, emozioni e vissuti, ci confronta con le nostre paure aiutandoci a trovare metodi efficaci per superarle. Guardarsi dentro anche da questo punto di vista ci aiuta a vedere il mondo sempre più come un luogo ricco di opportunità e non come un luogo pieno di minacce e pericoli!

Guardarsi dentro aiuta nelle scelte di vita

Il punto di forza di un percorso introspettivo è rappresentato principalmente dalla possibilità di operare scelte di vita migliori e più in linea con i propri bisogni più profondi e autentici. Questo può avvenire perché si acquisisce sempre più consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità effettuando decisioni più ponderate e più consone ai propri obiettivi.

Introspezione: un percorso in divenire

L’introspezione non è un processo che ha una fine, non può essere qualcosa che si raggiunge in maniera definitiva. Il guardarsi dentro è un percorso in continuo divenire che non termina mai. Con la nostra crescita personale cresce e cambia anche il nostro mondo interno che può evolvere o regredire a seconda dell’andamento del nostro percorso di maturazione.
Non esistono obiettivi finali o mete specifiche in questo percorso introspettivo, perché il guardarsi dentro consiste in una continua.
Più si affina e si perfeziona la conoscenza del nostro mondo interno, più aumenterà la consapevolezza di noi stessi, con conseguente arricchimento del nostro personalissimo senso della vita.

Si può intraprendere un percorso introspettivo in totale autonomia?

La risposta è no. Serve l’ausilio di un percorso psicologico o di un percorso psicologico online per sviluppare una buona capacità introspettiva. Il bisogno di guardarsi dentro di una persona spesso insorge a partire da un problema di ansia o depressione oppure da una situazione di stress al lavoro oppure ancora a partire da una delusione o da un grande cambiamento nella propria vita (cambiamento non necessariamente negativo).
Il ruolo dello psicologo nel potenziare le risorse introspettive è di vitale importanza e ha un effetto decisivo sul benessere psicologico dell’individuo. Ci sono aspetti inconsci e profondi del proprio sé che una persona non può cogliere e riconoscere, perché rimossi, negati o non accettati.
Il supporto di uno psicologo aiuta il paziente ad analizzare e comprendere i propri contenuti mentali più profondi, oltre ai pensieri, le emozioni e le motivazioni più nascoste e meno riconosciute.
Lo sviluppo della capacità introspettiva gioca un ruolo chiave nella buona riuscita di un percorso psicologico.

 

 

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