L’autostima costituisce il fondamento essenziale del nostro equilibrio psicologico e della nostra evoluzione emotiva.
La percezione di noi stessi influisce profondamente su ogni aspetto della nostra esistenza, compresi il rendimento lavorativo, le relazioni affettive, l’ambito sessuale, il contesto familiare e altro ancora.
Possiamo affermare con un certo grado di certezza che la mancanza di autostima è la radice di molte difficoltà psicologiche, in quanto i giudizi che emettiamo su noi stessi hanno un impatto preminente rispetto a quelli provenienti dall’esterno.
L’autostima rappresenta l’autovalutazione di un individuo. Numerosi studi hanno evidenziato come l’autostima tenda a mantenere una stabilità notevole nel tempo.
L’autostima tende a resistere alle modifiche, anche quando prove oggettive contrastano con la percezione soggettiva dell’individuo.
Da una prospettiva psicodinamica, l’autostima può essere intesa come un sostegno di natura narcisistica fornito dal Super-Io all’Io che riduce la paura del castigo o della disapprovazione.
Nel contesto della depressione, l’autostima si riduce in maniera significativa portando l’individuo a svalutare e disprezzare se stesso. Al contrario, negli episodi maniacali (episodi di euforia patologica) si osserva un eccessivo potenziamento dell’autostima, con una smodata focalizzazione sul sé rispetto all’ambiente circostante.
L’autovalutazione alla base dell’autostima può manifestarsi attraverso sovra-valorizzazioni, autovalutazioni realistiche (o irrealistiche) o sotto-valorizzazioni, spesso influenzate da una percezione distorta di sé in relazione agli altri o alle circostanze in cui l’individuo si trova ad operare.
L’oscillazione nell’autostima di un individuo è strettamente correlata alla struttura del concetto di sé. Il concetto di sé rappresenta il nucleo centrale della coscienza auto-riflessiva di una persona rimanendo costante e invariabile durante i cambiamenti sia fisici che psicologici che caratterizzano l’intera esistenza.
L’autostima, che è responsabile dell’autovalutazione di un individuo, è influenzata da fattori come il successo, l’insuccesso e la coerenza tra la valutazione personale e il giudizio altrui. È stato osservato che il desiderio di approvazione da parte degli altri assume un ruolo prioritario rispetto al bisogno di realizzare e affermare la propria identità.
L’autostima può essere concepita come un complesso “mix” di apprezzamento di Sé, fiducia nelle proprie abilità e percezione individuale del proprio valore.
Quando ci riferiamo all’autostima parliamo di un fenomeno psichico in cui confluiscono di molteplici elementi, alcuni dei quali possono essere consci, mentre altri rimangono a livello inconscio. Entrambi gli elementi, lavorando in sinergia, giocano un ruolo importante nel definire l’identità di un individuo. Questi elementi, che contribuiscono alla formazione dell’autostima, possono essere distinti in due categorie:
1. Elementi interni: comprendono il giudizio globale che un individuo formula su se stesso, la valutazione di sé (che può presentare connotazioni e sfaccettature differenti a seconda dei contesti in cui ci si relaziona), il dialogo interno (cioè i pensieri) in cui questi aspetti si inseriscono e infine le emozioni connesse a questi elementi valutativi.
2. Elementi esterni: includono i giudizi provenienti da altri, gli eventi esterni (come il successo o il fallimento nel raggiungimento di determinati obiettivi) e feedback che arrivano dagli altri al cospetto dell’individuo.
La formazione e lo sviluppo del ‘sistema autostima’, come gran parte degli attributi che caratterizzano una persona, risultano dall’incessante interazione tra l’individuo e l’ambiente circostante, oltre che dalla complessa dinamica tra questi fattori interni ed esterni.
Nella mia pratica clinica di psicologo, psicoterapeuta e specialista in Psicologia Clinica in modalità online e in studio, mi è capitato innumerevoli volte di confrontarmi con problemi di autostima più o meno seri. In alcuni casi, questi problemi si inserivano in un contesto di fragilità legata alla propria struttura di personalità; in altri casi, i problemi di autostima insorgevano a partire da situazioni del “qui e ora”, a crisi adattive riconducibili a cambiamenti importanti nella propria vita.
Al netto di queste considerazioni cliniche, il processo di miglioramento dell’autostima passa inevitabilmente per l’identificazione dei nostri punti deboli e delle nostre criticità: criticità che possono aver contribuito a produrre insuccessi o fallimenti. Analizzando le ragioni che ci hanno condotto a tali situazioni, iniziamo un importante percorso di conoscenza e accettazione dei nostri limiti che per essere smussati e migliorati richiedono sostegno e accettazione.
Quando si negano o non si accettano i propri punti di debolezza, questi si ripresenteranno in maniera ancora più intensa e problematica nei momenti di maggiore sollecitazione emotiva o stress, con conseguenze negative sulla propria autostima.
Superare una bassa autostima è un compito impegnativo che richiede un profondo lavoro introspettivo.
Un’autostima positiva si traduce in un sentimento, un’esperienza o una convinzione di essere sufficientemente preparati per affrontare la vita, NON di essere perfetti!
La nostra mente costituisce il fulcro fondamentale su cui poggia una sana autostima ed è cruciale per la nostra capacità di adattarci e crescere psichicamente. Essere consapevoli di questo principio ci consente di acquisire una conoscenza adeguata delle nostre azioni e decisioni.
Quando si giunge ad un percorso di crescita personale che porta all’auto-accettazione (ho usato il termine “accettazione”, NON rassegnazione), si elimina automaticamente la tendenza a respingere qualsiasi aspetto di sé che viene vissuto come potenzialmente disturbante: questi aspetti possono essere pensieri, emozioni, ricordi, corpo, personalità o altro. Come risultato, il processo di auto-accettazione ci conduce a smettere di combattere contro la nostra stessa natura permettendoci di trovare il coraggio di essere autentici, il più genuini possibile. Questo implica che il nostro livello di autostima non supererà mai il nostro grado di auto-accettazione.
Per preservare la nostra autostima, è essenziale sviluppare la capacità di valutare in modo appropriato il nostro comportamento. Il punto di partenza cruciale consiste nel definire criteri di valutazione che riflettano il nostro sistema di valori individuali, anziché basarsi sulle aspettative altrui.
Spesso, quando esaminiamo noi stessi, tendiamo a conformarci a ciò che gli altri si attendono da noi, anche se queste aspettative non riflettono necessariamente la nostra visione personale. In quest’ottica, è vantaggioso condurre un’analisi accurata delle modalità con cui valutiamo le nostre azioni. È importante che valutiamo e analizziamo noi stessi adottando un approccio all’insegna dell’onestà e dell’amore verso noi stessi, operazione non così agevole, dato che molto spesso in questo percorso di analisi interferiscono “variabili di disturbo” piuttosto disturbanti, quali eventi di vita passata che hanno generato insicurezze o figure di riferimento dell’infanzia iper critiche che sono state interiorizzate e che ci condizionano nel modo di vederci e di valutarci.
Molto spesso i problemi di autostima sono pesantemente condizionati da vissuti di colpa che si sono radicati nella nostra esistenza, a seguito di eventi di vita o di dinamiche familiari che hanno avuto un impatto determinante nel sentirci colpevoli in specifiche situazioni della quotidianità.
Quando proviamo una colpa che è fondata, è importante adottare le azioni necessarie non solo per conviverci e accettarla ma anche per affrontarla e superarla: restare inerti e rassegnarsi alla colpa in maniera passiva non fa altro che peggiorare la propria autostima e ingigantire le proprie insicurezze.
È di fondamentale importanza lavorare ad un percorso di autocoscienza e autoconoscenza il più autentico possibile affrontando tutte le parti del nostro Sé, dalle più coscienti a quelle più recondite. Ciò richiede di entrare in contatto con l’”infante” e con l’”adolescente” interno, parti che molto spesso sono state rimosse o negate nella vita di un individuo. Allo stesso modo, è di vitale importanza riuscire a riconnettersi con la versione passata di noi stessi, che spesso viene rifiutata nel “qui e ora”. Attraverso questa pratica, si avvia la percezione di un’integrità psichica, piuttosto che una frammentazione dell’individuo.
Ovviamente un lavoro di questo tipo non è semplice, richiede del tempo e nella maggior parte dei casi richiede un sostegno di una persona “terza”, non coinvolta nelle dinamiche emotivo-relazionali della persona: un percorso psicologico o un percorso psicologico online può essere di vitale importanza per lavorare in maniera efficace sul rafforzamento e consolidamento della propria autostima.
Importanza del riconoscersi in ruoli specifici nella vita.
Il riconoscimento della propria responsabilità nelle cose che si fanno, nelle emozioni che si provano e nel proprio benessere promuove la consapevolezza di se stessi e del proprio “esserci nel mondo”. L’indipendenza e la percezione di autoefficacia rappresentano risorse fondamentali che sostengono il processo di costruzione dell’autostima.
L’impegno in attività che si sentono come proprie, in linea con la propria personalità e le proprie predisposizioni personali, si configura come il mezzo primario per dimostrare la dedizione a se stessi e l’amore per se stessi.
Un aspetto fondamentale per il miglioramento e consolidamento della propria autostima è rappresentato dal coltivare la fiducia in sé e il rispetto per se stessi, oltre che per il proprio percorso di vita. Queste condizioni sono intimamente legate all’autenticità del proprio essere.
Un altro aspetto fondamentale per la regolazione dell’autostima è la coerenza tra “interno ed esterno: la coerenza tra l’interno – ciò che pensiamo di noi, sentiamo di noi e agiamo di conseguenza – e l’esterno, ovvero come ci rapportiamo al mondo e come il mondo ci vede, è fondamentale per un’adeguata modulazione e rimodulazione dell’autostima.
Un approccio agli altri attento e rispettoso è di cruciale importanza per sostenere e rafforzare la propria autostima. Attraverso l’atto di aiutare gli altri si acquisisce la consapevolezza dell’importanza di rispettare i propri tempi e i propri spazi, in un contesto di reciproca comprensione.
È fondamentale tenere conto del fatto che la vita non è interamente consacrata al servizio degli altri, né dovrebbe esserlo. Sacrificarsi in tutto e per tutto agli altri non contribuisce a un aumento dell’autostima: è necessaria una giusta commistione tra attenzione per gli altri e attenzione per le proprie esigenze.
Avere una bassa autostima può presentare molteplici cause e le radici alla base di tale disagio possono essere più o meno profonde: delusioni nella sfera sentimentale oppure in quella lavorativa, elevati livelli di stress psicologico, difficoltà nell’accettazione del proprio corpo, esperienze traumatiche nella storia di vita, dinamiche familiari all’insegna della critica o della svalutazione, esperienze di bullismo, ecc.
Soffermandosi sulle dinamiche familiari e relazionali alla base di possibili problemi di autostima, possiamo affermare che le critiche estremamente severe provenienti da figure considerate autorevoli, spesso rappresentate dai genitori, rivestono un ruolo significativo nella genesi della bassa autostima.
Numerosi esperti concordano sul ruolo di alcuni atteggiamenti delle figure genitoriali nei confronti dei loro figli in età infantile nell’insorgenza futura di una bassa autostima.
Questo è confermato da recenti ricerche che evidenziano come l’origine della bassa autostima risieda molto spesso nelle dinamiche familiari. Tali studi sottolineano come le esperienze infantili traumatiche (o fonte di profonda frustrazione) contribuiscano in maniera decisiva a far sì che il bambino interiorizzi un più o meno profondo senso di inadeguatezza o difettosità, provocando la sensazione di non essere degni d’amore o di riconoscimento e stima altrui.
Sebbene i genitori possano essere coinvolti in maniera considerevole nell’insorgenza di problematiche di autostima nei primi anni di vita del bambino, non possono essere ritenuti i soli responsabili. La costruzione dell’autostima è un processo che si sviluppa nel corso del tempo e coinvolge anche l’interazione con la società, inclusa la dimensione virtuale.
In ogni caso, è indubbio che i comportamenti dei genitori e di altre figure significative nell’ambiente del bambino influenzino profondamente il suo stato emotivo e la formazione della sua autostima.
Indipendentemente dal livello di gravità del problema di autostima che un individuo avverte, un percorso psicologico può essere di vitale importanza per acquisire nuove consapevolezze su di sé, oltre che imparare a poco a poco a riconoscere, accettare e amare se stessi nella propria complessità: una complessità che include non soltanto i propri punti di forza ma anche e soprattutto i propri punti di debolezza e le proprie fragilità.
Per questo tipo di problematiche, un buon lavoro psicologico, in studio oppure online, dovrebbe operare su un “doppio binario”: da un lato andare a sondare le origini più profonde della propria bassa autostima, aspetto fondamentale per acquisire consapevolezza su di sé e maggiore sicurezza nei propri mezzi; dall’altro lavorare sul “qui e ora” delle situazioni della vita quotidiana dove ci si sente inadeguati e insicuri al cospetto degli altri e soprattutto al cospetto del giudizio degli altri.
Dott. Davide Ivan Caricchi
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